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Il pubblico dello Juventus Stadium aspettava solamente il triplice fischio dell'arbitro, che avrebbe messo fine alla partita e decretato la vittoria della Juventus del campionato di quell'anno.
Giulia era nervosa, non faceva che muoversi sulla poltroncina da ormai 5 minuti, impaziente di vedere i ragazzi festeggiare. Era seduta di fianco a Emily e a Sara, quest'ultima era la sua apprendista da circa un mesetto.

- Giulia, metti più ansia di quanta già ne abbia. - le disse proprio lei ridendo a un certo punto.

- Scusa. - rispose l'altra rimettendosi dritta e inziando allora a tormentarsi le mani.

In quel momento la tanto attesa fine della gara arrivò e i giocatori, sia titolari che della panchina, si misero a correre per abbracciarsi tutti insieme. Poco dopo, il gruppo si sciolse e tutti iniziarono a farsi i complimenti a vincenda e a camminare per il campo verso le proprie famiglie e fidanzate.

Domenico si avvicinò alla panchina per posare qualcosa e Giulia lo chiamò, chiedendogli di aiutarla a scavalcare il vetro della panchina per entrare in campo più rapidamente, senza dover fare il giro dagli spogliatoi.
La ragazza mise un piede sullo schienale di uno dei posti della panchina, che era abbastanza spesso da riuscire a reggere il peso di una persona, poi diede la mano all'attaccante per rimanere in equilibrio. Una volta passata dall'altra parte, scese a terra, lo ringraziò e andò verso il terreno di gioco. Giulia iniziò a camminare cercando Daniele in mezzo agli altri.
Nel frattempo c'era stata una piccola invasione di tifosi. In particolare, una ragazza si avvincinò velocemente a Daniele, senza che gli stewart riuscissero a fermarla in tempo, e cercava di raggiugere il difensore, forse non solo per abbracciarlo.
Stefano vide sia quello che stava per accadere da una parte, sia Giulia che camminava verso quella direzione dall'altra, e agì d'stinto, senza pensare. Non era certo di quello che sarebbe accaduto, ma comunque evitare che la sua ragazza vedesse era meglio in ogni caso.

Le andò incontro. - Giulia, ti devo chiedere una cosa. - la chiamò, cercando velocemente di inventarsi qualcosa.

- Dopo Ste, ora cerco Daniele. - ribattè lei.

Lui provò a fermarla ancora, ma lei era stata più veloce e l'aveva superato. - Giulia! - la chiamò ancora. Ma era troppo tardi, aveva visto esattamente il momento in cui la ragazza era riuscita a baciare il suo ragazzo.

Rapidamente, la ragazza si girò e andò via. Stefano la seguì di corsa, facendosi largo tra le persone che occupavano il terreno di gioco. A causa della gente era rimasto un po' indietro rispetto a lei. Infatti, quando la raggiunse, erano nei corridoi dello spogliatoio, lontano dalle telecamere e da chiunque altro potesse vederli.
Giulia aveva il viso appoggiato alle braccia, che erano incrociate e a loro volta appoggiate al muro.
Stefano rallentò e si abbassò lievemente, poi le passò una mano sulla schiena per più volte.

- Non è colpa sua. - le disse poco dopo.

- Vai via, Ste. - ribattè la ragazza.

- Guarda che non ha ricambiato, non è stata colpa sua se quella gli si è lanciata contro. - continuò lui, nel tentativo di farla ragionare, anche se, in cuor suo, sapeva perfettamente che era inutile.

- Perfavore, lasciami da sola. - insistè Giulia.

- Come vuoi. - acconsentì con un sospiro. Poi se ne andò.

Stefano pensò che avrebbe dovuto parlare con Daniele, così avrebbe saputo come trattarla. Percorse il corridoio nella direzione contraria a quella che aveva percorso prima, riflettendo a dei modi per sistemare la situazione: d'altronde erano suoi amici e gli dispiaceva che tutto ciò accadesse per un equivoco.
Incontrò il proprio compagno di squadra proprio quando il terreno diventava verde ed iniziava l'erbetta.

- Dani. - attirò la sua attenzione.

L'altro si girò.

- C'è un problema. - gli spiegò una volta vicino a lui.

Daniele si mise le mani in faccia, immaginando cosa stesse per dirgli. - Dimmi non che non è successo quello che sto pensando. - gli disse poi.

- Dipende da cosa stai pensando. - ribattè Stefano.

- Che Giulia ha visto quello che è successo. - tolse le mani dal volto.

- Sì. - confermò lui.

Daniele era preoccupato dal fatto che la ragazza potesse aver capito male, molto preoccupato. - Hai visto che non è stata colpa mia, vero? - domandò all'altro.

- Io sì. - rispose. - Il punto è che non credo lei ne sia proprio convinta. - aggiunse. - Mi ha mandato via quando glielo dicevo. - spiegò poi.

- Vado a cercarla. -

- Non ti ascolterà, lasciala sbollire. - gli consigliò.

- È giusto che ci provi lo stesso. - ribattè il difensore, cominciando ad andare verso gli spogliatoi. Poi dopo qualche istante si fermò e si girò indietro. - Ah, Ste... - disse richiamando l'amico. - Grazie per averci provato. -

- Non c'è neanche da dirlo. - Stefano gli sorrise, e sperò davvero che Giulia non avrebbe fatto la testarda e che Daniele l'avrebbe convinta.

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Quando Daniele aveva avuto la conferma di quello che era successo da parte di Stefano, si era sentito chiudere lo stomaco e aveva avuto una strana sensazione alle gambe, come immobilizzato. Aveva seriamente paura che Giulia si fosse arrabbiata, anche se non era colpa sua. Non voleva assolutamente perderla per una cazzata del genere, anche se per lei, forse, era qualcosa di più di una cazzata, ed era proprio questo che temeva lui.
Aveva percorso tutto il corridoio, era entrato nello spogliatoio e ancora non l'aveva trovata. Gli rimaneva solo da guardare nell'infermeria.
Infatti era lì, che riordinava la borsa medica o faceva qualsiasi altra cosa pur di non andare in campo.

- Giulia... - iniziò lui.

- "Giulia" un cazzo, vai via. - ribattè. Davanti a lui, la ragazza teneva a dimostrarsi arrabbiata più che delusa o triste: per la tristezza ci sarebbe stato tempo quando fosse stata da sola.

- Per favore, ascoltami. - provò ancora Daniele.

Lei non rispose.

- Che colpa ne ho io? - le chiese.

Giulia ebbe una reazione nervosa e sbattè la bomboletta del ghiaccio sul tavolo. Poi si girò a guardarlo. - Che colpa ne hai tu?! Potevi scansarti, o qualsiasi altra cosa per andartene! - le rispose furiosa, quasi gridando.

- Io ci ho provato! Pensi che non ci abbia provato nemmeno?! - ribattè il ragazzo, quasi con il suo stesso tono.

- Puoi andartene? - domandò Giulia, rimanendo calma e distogliendo lo sguardo.

- Ma... - provò a ribattere lui.

- Perfavore. - lo interruppe, come voce che si sforzò di mantenere ferma.

Daniele non voleva peggiorare la situazione litigando con lei, così decise di uscire dalla stanza.
Quando lui chiuse la porta e si fu allontanato, Giulia respirò profondamente e si sforzò di non piangere, senza riuscirci.

Spazio autrice
Non odiatemi...
Cercherò di aggiornare questa storia una volta a settimana.
Lasciate dei commenti, possibilmente non insulti ahaha
Giulia♡

Ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna 2 - Daniele Rugani[REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora