Nove

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Nonostante Giulia riconoscesse che la voleva solamente aiutare a distrarsi, lei aveva continuato a ripetere a Sara che non ne aveva bisogno. Alla fine, però, aveva vinto quest'ultima.
Sara arrivò a casa della collega poco dopo cena, formalmente, per terminare insieme un video che raccogliesse le più belle emozioni di quella stagione, praticamente, invece, per fare anche due chiacchere tra amiche. Insieme a lei arrivò anche Simone Zaza.
Giulia salutò prima la sua amica e poi il calciatore.

- Saluti. - lo accolse lei ironicamente e con poco entusiasmo. Nonostante quello che dava a vedere, alla ragazza la presenza di Simone non dava assolutamente fastidio. Più che altro, tra di loro c'era un rapporto che prevedeva il salutarsi con antipatia, considerandosi dei rompiscatole a vicenda sempre. Ma sotto sotto, Giulia voleva bene a quel ragazzo e anche lui ne voleva a lei.

- Mi ha dato un passaggio. - anticipò qualsiasi domanda o spiegazione Sara, con un sorriso.

- E sono salito a salutare. - aggiunse il ragazzo.

Giulia non ci credeva più di tanto, anzi, pensava ci fosse un secondo fine, ma non voleva che la finta antipatia raggiungesse la vera maleducazione, cosa che non la caratterizzava assolutamente. - Se vuoi rimani, per me non c'è nessun problema. - lo invitò infatti. Sentì i passi di Pamela scendere le scale.

- Non vorrei disturbare... - ribattè lui educatamente.

- Ma no Simo, non ti preoccupare. - insistette Giulia.

- Va bene, ma cinque minuti. - acconsentì il ragazzo. - Giù, posso farti una domanda? - chiese mentre Sara iniziava a posare il suo computer sul tavolino del salotto.

Giulia sospirò, temeva una domanda su Daniele anche da parte sua. - Dimmi. - disse comunque.

- Ma hai litigato anche con Domenico? - domandò Simone.

Eccolo, il secondo fine pensò. Tuttavia, lei rimase interdetta, non si aspettava nello specifico quella domanda. Certo, sapeva che i due erano molto amici, ma credeva che la discussione che aveva avuto con lui non fosse la cosa più importante in quel momento.

Prima che Giulia potesse rispondere, Pamela arrivò nella stanza e si fece subito sentire. - Ma farsi i cazzi propri? - gli chiese con nervosismo.

- Pam, lascia perdere. - la richiamò sua sorella. Sapeva che lei avrebbe fatto di tutto per difenderla, ma Giulia, dal canto suo, voleva evitare che lei si predesse male con il suo amico fin dall'iniziò.

- No Giù, non lascio perdere. - ribattè fermamente lei. Sapeva che Giulia voleva avitare discussioni, ma lei non ce la faceva proprio a lasciare che qualcuno le facesse tornare in mente, anche se indirettamente, quello che era successo con Daniele, senza fare nulla. Voleva che sua sorella rimanesse serena il più possibile e non accettava che ci fosse gente che non contribuisse a ciò.

Giulia, da parte sua, sapeva che Simone non aveva fatto quella domanda con cattiveria, era solamente molto curioso di carattere.
Lui la guardò, essendo rimasto senza parole per l'entrata in scena di quella ragazza.

Per un attimo Giulia ricambiò lo sguardo, cercando di capire cosa lui volesse. Poi si rese conto che doveva fare le presentazioni. - Ehm, sì... Deni, lui è Simone Zaza e Simo, lei è Pamela, mia sorella. - disse con un certo imbarazzo.

Pamela, che di problemi non ne aveva nonostante quello che aveva detto, si fece avanti e gli porse la mano destra. - Piacere. -

- Piacere. - ricambiò lui, sorpreso dal suo carattere.

L'ambiente rimase teso, così Giulia decise di rispondere alla domanda iniziale di Simone. - Io e Domenico abbiamo solo discusso. - in realtà, lei e Domenico avevano proprio litigato, accusandosi a vicenda di non capire niente, ma questo non aveva voglia di spiegarglielo. Anche perchè, probabilmente Simone conosceva già come era andata la cosa perchè gliela poteva aver raccontata il suo amico e lui in realtà voleva solamente conoscere anche la sua versione.

Pamela la guardò male. Non avrebbe voluto che lei rispondesse, ma, anzi, avrebbe preferito se fosse rimasta zitta e le avesse retto il gioco. Non era diventata solo una questione di proteggere Giulia dai pensieri che avrebbero potuto portarle la domanda di Simone, ma una questione di mantenere una certa immagine di sè davanti al ragazzo che aveva appena conosciuto. Non sapeva se si sarebbe dimostrata fredda e antipatica anche se lui non avesse fatto quella cosa nei confronti di sua sorella, ma non se lo chiese più di tanto.

- Ho capito. - disse il ragazzo in risposta a ciò che Giulia aveva detto.

Lei si accorse dello sguardo che le aveva lanciato la sorella e del suo atteggiamento nei confronti del calciatore. Decise di intervenire perchè la tensione non peggiorasse ancora di più il clima della serata. - Pam, mi aiuti a fare il caffè? - le domandò allora.

- Perchè devo aiutarti? - chiese l'altra in risposta.

- Perchè... - Giulia inizialmente non seppe cosa dire. - Non c'è un perchè, vieni in cucina e basta. - concluse poi, sperando che capisse che non voleva alcun aiuto per far niente, in realtà.

Si guardarono per un attimo e si capirono, come sempre. Poi entrambe andarono in cucina.

Giulia attivò la macchinetta del caffè. - Pam, non è successo niente di grave. - provò a convincerla. Lei sapeva benissimo che voleva difenderla affinchè in quel periodo brutto i momenti di sconforto fossero in minor numero possibile.

- Non voglio che tu stia male. - affermò lei. - Non mi interessa per colpa di chi, io non voglio che tu stia male. - ribadì dopo qualche istante.

L'altra non potè fare altro che sorridere. - Non prendertela con Simone, è un bravo ragazzo. - disse poi.

- Ci proverò. - rispose tranquilla, ricambiando il sorriso. - Ora vado di là. - e uscì dalla stanza.

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Erano passate un paio d'ore e Giulia e Sara erano ancora sedute in salotto. Simone era andato a casa poco prima e Pamela era andata a dormire perchè era molto stanca. Alla faccia dei cinque minuti. Non si era saputo trattenere: nonostante l'approccio iniziale, era rimasto a chiaccherare con Pamela tutta la sera e Giulia e Sara spesso si guardavano con sguardi di intesa riferendosi a loro.

- Sarà meglio che vada anche io. - osservò ad un certo punto Sara, guardando l'orologio che teneva al polso.

- Va bene, come preferisci, ma sappi che a me non dai fastidio se rimani ancora. - ribattè la sua collega.

- No, Giù, davvero. - la rassicurò. - Ho una serie tv a casa che mi aspetta e poi dovrai andare anche tu a risposare. - aggiunse.

Giulia alzò gli occhi al cielo, ormai la conosceva. Era contenta che, nonostante Sara fosse nuova e lei le stesse insegnando un lavoro, fossero diventate anche amiche. - D'accordo, non ti trattengo oltre. - rise allora.

Sara raccolse le sue cose e le mise nella borsa in cui teneva il computer.

- Sara. - la chiamò qunado ebbe finito.

- Sì? - rispose l'altra. girandosi verso di lei.

- Grazie per tutto quello che stai facendo, sei una vera amica - le disse allora.

- Non mi devi ringraziare. - ribattè con un sorriso Sara.

Le due si abbracciarono e si salutarono, dandosi appuntamento per il giorno dopo.
Giulia era sempre più convinta che non fosse sola.

Ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna 2 - Daniele Rugani[REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora