- E praticamente, in questo modo, rendi pubblico il comunicato subito? - chiese Sara a Giulia, verificando di aver capito bene la spiegazione dall'altra.
Quella mattina, Giulia era tornata a lavoro a Vinovo, anche se non con una gran voglia. Tutto il malumore che portava con sè le toglieva la voglia di fare che aveva sempre avuto e, in più, temeva ripercussioni sui suoi risultati lavorativi, anche se si era ripromessa di fare del suo meglio al di là di tutto quello che le accadeva all'esterno. Anche se poi, tanto esterno al suo luogo di lavoro non era, dato che era costretta a vedere Daniele praticamente ogni volta e questo le metteva addosso una strana sensazione di disagio.
Disagio che era lui che avrebbe dovuto provare per primo, alla fine di tutto. Giulia ancora non si capacitava di come fosse successo, pensava solamente a come era andata a finire.- Esattamente. - confermò lei. - Vuoi fare una prova? - le domandò.
- Va bene. - acconsentì l'altra. - Quale comunicato bisogna pubblicare? - le chiese allora.
Giulia stava andando a recuperare il documento nel computer, quando vide arrivare verso di loro Paulo, che fece segno a Giulia di fare silenzio sulla sua presenza. Lei, allora, abbassò lo sguardo e tornò a fare ciò che stava facendo, mentre Sara non poteva vederlo, dato che gli dava la schiena.
L'argentino si avvicinò a lei e le mise le mani sugli occhi.- Paulo? - provò subito Sara girandosi.
- Mi hai scoperto. - fece allora lui togliendo le mani e andando di fianco a lei. - Come stai? - le chiese poco dopo.
- Va tutto bene, Giulia mi stava spiegando una cosa. - gli rispose la ragazza. - E tu, come stai? - domandò allora.
- Non c'è male. - disse Paulo. - Dopo facciamo qualcosa? - propose.
- A me va bene. - acconsentì lei raggiante.
- Allora ci vediamo dopo. - sorrise, sinceramente contento. - Ciao, Giulia. - salutò poi l'altra.
- Ciao. - rispose lei.
Quando poi l'attaccante se ne andò, Giulia potè finalmente liberare tutto ciò che avrebbe voluto dire prima. Prima, mostrò a Sara un'espressione eloquente.
- Che c'è? - fu la reazione dell'altra.
- Hai il coraggio di chiedermi che c'è? - ribattè, sempre con la stessa espressione e una risata.
- Giù, siamo solo amici. - disse Sara, avendo capito a cosa alludesse la sua collega.
- Sì, come no... - iniziò ad insinuarsi in lei una certa malinconia di cui non conosceva la provenienza o la causa.
- Dico davvero. - affermò seria.
- Anche io lo dicevo con Daniele. - ecco, qual'era la causa di quel sentimento che si sentiva riaffiorare dentro. Si pentì subito di aver detto quella frase, ma le era venuto automatico, non l'aveva fatto apposta. Era una cosa talmene normale da dire di solito che non aveva pensato alla reale situazione di quel momento.
Sara notò il suo cambiamento di stato d'animo e cercò di consolarla come meglio potesse. Le venne l'idea di distrarla un po'. - Dai, ti va di fare qualcosa una di queste sere? - le propose. - È meglio se non stai sola. - aggiunse dopo qualche istante.
- Grazie, Sara, va bene. Apprezzo molto. - si sforzò di farle un sorriso per mostrarle la sua gratitudine. - Forza, pubblichiamo questo comunicato. - disse dopo, e le due si rimisero a lavorare.
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Nel primo pomeriggio, poco dopo l'ora di pranzo, Giulia scendeva dagli uffici che si trovavano al piano più alto, verso la saletta principale, dove si trovava la sua scrivania. Talmente era presa dal leggere ciò che era scritto sui fogli che teneva in mano, che non si accorse della presenza di Domenico nella stanza.
- Non si saluta? - domandò il ragazzo quando lei si fu seduta.
Giulia alzò lo sguardo e sbuffò dispiaciuta e sconsolata a causa della propria distrazione. - Scusami, non ti ho visto. - rispose.
- Non c'è problema. - Domenico non stava pensando al perchè lei non l'avesse salutato, ma al fatto che fosse diversa e strana quel giorno. La guardò, era tornata a fissare lo schermo del computer. - Giulia. - la chiamò.
- Dimmi. - disse senza distogliere lo sguardo.
- Staccati un attimo da quel computer e vieni qua. - le disse.
Lei si alzò e si andò a sedere sul divano di fianco a lui. - Cosa c'è? - chiese.
- Ti è successo qualcosa? - le domandò, sperando di capire il motivo della sua tristezza.
- Non posso dirti di no, vero? - chiese retoricamente la ragazza.
- No, anche perchè si nota. - affermò lui.
Giulia rimase in silenzio.
Domenico stava facendo mentalmente delle ipotesi, quando gli venne un'idea: era ovvio, non c'era niente che le potesse fare così male tanto quanto ciò che aveva pensato.- Cosa ha fatto Daniele? - disse, sicuro che quello fosse l'effettivo motivo dello stato d'animo dell'amica.
Giulia si girò di scatto, lasciò passare qualche istante, poi parlò. - Alla festa scudetto... - si interruppe per sforzarsi di trattenere le lacrime. - una ragazza... - continuava a parlare a pezzi, sempre per lo stesso motivo. - gli si è avvicinata e lo ha baciato. - concluse con enorme difficoltà la frase.
Domenico ci mise un attimo a metabolizzare quando gli aveva detto. Davvero era successo tutto per una cosa del genere?
- Cosa pensi? - gli chiese Giulia con un sospiro quando si fu ripresa.
- Penso che tu non abbia capito niente di quello che è successo. - rispose lui. - Non è stata colpa sua. - aggiunse.
- Non provare a difenderlo. - gli disse Giulia risoluta e serissima.
- Non lo sto difendendo, Giulia. - ribattè. - Sto provando a farti guardare in faccia la realtà! - esclamò.
- Non capisci proprio niente. - la ragazza era arrabbiata con lui. Si aspettava di essere capita, invece, tutti le davano contro.
- Sei tu, quella che non capisce niente. - ora anche Domenico era innervosito. Si alzò e uscì, verso i campi da allenamento.
Giulia rimase dov'era per qualche minuto.
Lei era delusa da Daniele, e nessuno lo capiva. Tutti le dicevano la stessa cosa, che non era colpa sua. Tutti cercavano di capire lui, ma nessuno ci provava con i suoi, di sentimenti.Spazio autrice
Questa settimana ho avuto molto da fare e ho ho fatto uno sforzo assurdo per aggiornare, ma ci sono riuscita ugualmente.
Alla prossima settimana.
Giulia♡
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Ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna 2 - Daniele Rugani[REVISIONE]
FanfictionEra iniziato tutto da un'amicizia, forse fin troppo stretta.