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Daniele si toglieva gli scarpini con una lentezza disarmante e tutti i suoi gesti erano contornati da quella tristezza tipica di qualcuno a cui manca qualcosa, qualcosa di bello, che riempia le sue giornate. Ma soprattutto, di chi ha provato, questa cosa bella di cui sente la mancanza, e che ora non ha più. Una mancanza che distrugge dentro, e ha conseguenze fuori che solo gli occhi più attenti notano.
Domenico lo osservava attentamente da tutto il giorno, da quando aveva saputo dell'accaduto da Giulia. Aveva una voglia assurda di prendere il suo compagno di squadra per le spalle e di scuoterlo, per svegliarlo da quello stato di triste e monotona passività. Non era abituato a vederlo così. Gli metteva rabbia pensare al motivo per cui tutto era successo, gli sembrava una cosa talmente stupida per cui Giulia potesse prendersela. A Domenico dispiaceva anche aver discusso con lei, ma in quel momento aveva davanti Daniele, ed intendeva concentrarsi su di lui.
Poco dopo, rimasero solamente loro due all'interno dello spogliatoio, come aveva previsto: negli ultimi giorni gli era sembrato strano che Daniele fosse diventato l'ultimo ad uscire, e ora ne aveva la spiegazione.
Domenico aveva già finito, ma, invece di uscire, aspettò.

Daniele lo guardò. - Non vai? - gli chiese allora.

- E tu nemmeno? - ribattè l'altro.

Il difensore cominciava ad intuire le intenzioni del compagno di squadra, probabilmente aveva saputo, o da Giulia o da Stefano di sicuro. -Decise di andare subito al punto. Te lo ha detto Ste? - domandò.

- No, Giulia. - rispose l'altro. - E ce l'ha anche con me, se ti interessa. - aggiunse.

Daniele era perplesso. - Per quale motivo, scusa? - disse infatti.

- Le ho detto che non era colpa tua, ma sembra che sia l'unica cosa che in questo momento voglia sentire. - spiegò Domenico.

- Ah... - cominciava a capire molte cose, come ad esempio che, se lei se la prendeva con chiunque lo difendesse, l'unico modo per superare questa cosa era che sbollisse e capisse da sola la realtà dei fatti. Tutto ciò lo rendeva ancora più sconsolato e aumentava quel senso di impotenza che si sentiva crescere dentro.

- Abbi pazienza, le deve solo passare. - disse Domenico interpretando il suo pensiero.

- Hai detto niente... - ribattè ironico con un sospiro.

- Vedrai che capirà, non manderà tutto all'aria per una cosa del genere. - provò a rassicurarlo l'attaccante. Lui era infatti convinto che per quanto Giulia potesse esserci rimasta male, prima o poi avrebbe dato ascolto alla ragione, e avrebbe capito. Alla fine di tutto, lui era convinto che si amassero, ma al momento la situazione era quella che era, e lui ci teneva a far qualcosa.

Ripensare a quel tutto dava a Daniele una coltellata nel petto ogni volta. Gli venivano in mente tutti i momenti che avevano passato prima da amici e dopo da fidanzati, quando lui aveva iniziato a provare qualcosa di strano nei momenti in cui era con lei, quando aveva negato categoricamente tutto, quando aveva capito di cosa si trattava e quando si era convinto che sarebbe passato, o che l'avrebbe fatto passare lui. Se provava a pensarci ora, si rendeva conto di quanto fosse stata idiota quell'idea. Come poteva liberarsi di un sentimento che condizionava così tanto e incredibilmente il suo umore? La verità era che non poteva assolutamente e lo aveva capito solo nel momento in cui ci era finito dentro completamente. Poi, dopo quella Supercoppa Italiana, era cambiato tutto in meglio. Lei era diventata la sua abitudine, aveva reso quella ragazza parte della sua quotidianità, una gran parte. E fare a meno della propria quotidianità, tutta in un colpo, era doloroso e lasciava un grande spazio vuoto, sordo e anestetico dentro lo stomaco, che solo lei stessa poteva colmare, o decidere di colmare, in quel caso.
Ogni volta che pensava al tempo per cui si sarebbe protratta quella situazione, il vuoto si allargava e stava ancora peggo, per questo motivo respingeva quel pensiero appena si insinuava nella sua testa.

- Adesso, mi sembra abbastanza irremovibile. - parlò lui.

- Anche a me, ma non sarà così per sempre, le passerà. - disse Domenico. - Il problema è quando. - continuò dopo.

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Giulia era ancora vittima della sua routine, che prevedeva per la maggior parte del tempo che non si muovesse dal letto o dal divano, quando all'improvviso le suonò il telefono. Decise, però, di rispondere più tardi ai messaggi che le erano arrivati.
Pochi minuti dopo sentì il campanello di casa suonare, e subito capì che doveva essere arrivata Pamela, così le andò ad aprire.
La ragazza ebbe giusto il tempo di aprire la porta, che l'altra le saltò addosso per abbracciarla. A causa del suo lavoro, infatti, non si vedevano da circa sei mesi.

- Benvenuta a Torino! - disse Giulia ridendo, sinceramente contenta di vederla.

- Ma grazie! - ringraziò sua sorella staccandosi.

- Grazie a te per essere venuta. - ribattè l'altra abbassando lo sguardo e la voce.

- Di niente, davvero. - rispose Pamela, seria. - Lo faccio con piacere. - aggiunse con un sorriso.

Passato qualche istante, Giulia la accompagnò al piano di sopra per sistemare le sue cose. Dopodichè, tornò di sotto, e le venne in mente che poco prima le erano arrivati dei messaggi, così li controllò.

Uno era di Irene, e diceva: "Se posso fare qualcosa, sai dove trovarmi. A domani❤". Mentre l'altro, era di Emily, e diceva "Quando e se vuoi parlarne, sono disponibile e lo sai❤"

Le ringraziò entrambe e posò il telefono sul divano.
Sorrise ripensando a loro due che le stavano vicina e si rendevano disponibili ad aiutarla, a Sara che voleva passare del tempo con lei per distrarla e a Pamela che era venuta fino a Torino apposta per non lasciarla sola in questo momento.
Avere qualcuno che si preoccupasse per lei, la faceva sentire meno sola con il suo peso e rendeva il tutto un pochino più sopportabile.

Spazio autrice
Dopo questa storia ne scriverò un'altra, mi chiedo solo se dirvi su chi sarà ahah
Giulia♡

Ho imparato già ad amarti senza più riserva alcuna 2 - Daniele Rugani[REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora