Capitolo 6: Dream

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Capitolo 6

Hayley
Quando la mia sveglia suonò quella mattina, io ero già pronta da un'ora.
La notte precedente avevo trascorso ore a pensare al sogno che avevo fatto, mentre guardavo le luci dei grattacieli spegnersi una ad una e osservavo le macchine sfrecciare veloci sull'asfalto. Quando avevo realizzato che mi stavo facendo del male e che non potevo continuare ad arrovellarmi su un sogno che avevo già avuto così tante volte da perderne il conto, avevo deciso di guardare una maratona di episodi di How I met your mother alla tv per distrarmi. Fortunatamente, ero riuscita nel mio intento e, incredibilmente, quella magnifica serie televisiva mi aveva persino strappato qualche risata.
Verso le sei di mattina mi ero decisa a farmi una doccia e a prepararmi in modo da rendere il mio viso più umano, così che quelli che mi avrebbero vista per strada non avrebbero pensato che ero appena uscita dal set di The walking dead.

Avevo indossato un paio di jeans abbinati ad un maglione blu elettrico, quando finii di vestirmi, tuttavia, era ancora troppo presto per recarmi a scuola. Ad ogni modo, decisi di prendere le chiavi della mia Camaro nera che il giorno precedente avevo abbandonato sul comodino della stanza e di uscire dall'albergo per guidare in città, in modo da tenere la mente occupata.

Quella mattina il cielo era oscurato dalle stesse nuvole grigie del giorno prima e mi soffermai qualche secondo ad osservarle muoversi, spostate lentamente dal vento. L'aria odorava di asfalto bagnato, a causa della pioggia che aveva ripreso ad imperversare durante la notte e diverse gocce d'acqua cadevano dalle grondaie in modo lento e regolare, producendo un sono rilassante.
Quando salii in macchina inspirai profondamente, come se dentro di me sperassi che quel gesto avrebbe rilassato i miei nervi tesi e accesi la radio. Non appena premetti il pulsante di attenzione, il silenzio che fino a poco prima aveva permeato l'interno della macchina fu sostituito dalla melodia di 21 guns dei Green Day.

" Oggi non è giornata " dissi a me stessa, passandomi nervosamente una mano tra i capelli.

Era incredibile come certe volte il destino potesse essere crudele e meschino; odiavo quella canzone con ogni più piccola particella del mio corpo e ascoltarla non faceva altro che innervosirmi, riportandomi alla mente ricordi che avrei preferito dimenticare. Cambiai stazione, Bad Blood di Taylor Swift uscì dagli alto parlanti e anche se avevo ascoltato così tante volte quella canzone che ero arrivata ad odiarla, non cambiai stazione. Tutto era meglio di 21 guns.

Sempre a scappare vedo.
Sta zitta, oggi non ho voglia di ascoltarti.
Tu non hai mai voglia di ascoltarmi e comunque sai benissimo che cambiare stazione non serve a nulla. Ora che hai fatto quel sogno hai intenzione di scappare in Kenya?
Non sto scappando.
Non ancora.

Alzai il volume della canzone per far tacere la mia coscienza, misi in moto l'auto ed iniziai a guidare per le strade affollate di New York. Avevo bisogno di calmare i nervi che erano rimasti tesi come delle corde di violino da quando avevo fatto quel sogno, così abbassai il finestrino e lasciai che l'aria fredda mi sferzasse sul viso. Non ero sicura che sarei riuscita ad evitare i miei ricordi e, soprattutto, di rimuginare per tutto il resto della giornata. Odiavo sentirmi così impotente di fronte ai ricordi e al mio dolore perché, in un modo o nell'altro, riuscivano sempre ad impadronirsi di me a consumarmi fino a prosciugarmi, lasciandomi sola e indifesa. Tuttavia, in qualche modo, riuscii a schiarirmi le idee e a rintanare i miei pensieri e il fiume di ricordi che si portavano appresso in un angolo remoto e polveroso della mia mente.

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