Capitolo 9: Dance pain away

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Capitolo 9

Hayley
Quando giunsi a scuola era presto, ma Ash e gli altri erano già seduti sui gradini della Beacon High a chiacchierare animatamente circondati da decine di studenti intenti a fare lo stesso.
L'aria era appestata dall'odore di smog e da quello del caffè tiepido che tenevo in mano, mentre alle mie orecchie giungevano le risate di alcune ragazze poco distanti di me e il suono prodotto dalle macchine che sfrecciavano sull'asfalto.
L'aria fresca di New York mi si insinuava sotto i vestiti facendo sì che la mia pelle venisse ricoperta dai brividi, tuttavia, quella sensazione non mi diede per nulla fastidio. Eppure, persistevo a sentire una certa nostalgia della brezza Californiana e del cielo azzurro che sovrastava Los Angeles, nonostante quella città non mi mancasse per niente; anzi, ero felice che si trovasse dall'altro lato della costa e che probabilmente non l'avrei rivisitata in breve tempo. Non potevo più permettere ai ricordi che avevo abbandonato nella metropoli californiana di riprendere il controllo su di me e di schiacciarmi come un pesante macigno, forse scappare era stato da codardi, ma io non riuscivo più a resistere in quella città, era divenuta decisamente troppo stretta perché io potessi continuare a viverci tranquillamente.
Tentai di ingoiare il nodo che mi si era formato in gola nel ripensare a Los Angeles e ciò che aveva rappresentato per me, sperando che i ricordi ad essa legata sarebbero restati incatenati nell'angolo buio e polveroso della mente, dove li avevo segregati.

" Hey, ragazzi" esordii, una volta essermi avvicinata ai miei amici e allargando le mie labbra in un sorriso che speravo ardentemente che non somigliasse ad una smorfia.

Le mie parole fecero sì che i loro occhi di posassero sulla mia figura e non appena Ash incrociò il mio sguardo le sue labbra si allargarono in un sorriso luminoso di quelli che infondono gioia solamente a guardarli. Per un attimo, la mia mente sostituì l'immagine di Emma a quella di Ash e io non riuscii a fare a meno di sentire il mio cuore perdere un battito e una fitta di dolore attanagliarmi il petto in una morsa mortale che, ad ogni modo, tentai di ignorare.

" Ciao Hayley " disse, prima di buttarmi le braccia attorno al collo e abbracciarmi.

Il suo dolce profumo alla vaniglia mi invase le narici ed andò a sostituire la fragranza del mio caffè. Mentre ero intenta ad abbracciare Ash, notai che lo sguardo di Aiden era fisso su di me e che le sue labbra erano allargate in un timido sorriso, quasi osservare me e sua sorella lo rendesse particolarmente felice.

" Posso avere un abbraccio anche io? " chiese Will, una volta che Ash si allontanò da me.

Quel giorno indossava una maglietta bianca le quali maniche lunghe erano colorate di rosso, il tessuto gli fasciava il corpo perfettamente mettendone in risalto le forme. Era chiaro che Will frequentasse la palestra, luogo che per me era sempre stato un tabù, il mio migliore amico mi ripeteva spesso che sarebbe stato giusto da parte mia prendere parte ad un qualsiasi sport, ma io ero solita rispondergli che la mia concezione di attività fisica consisteva nel correre fino alla porta di casa ogni qualvolta ordinavo la pizza.

" Aspetta, perché hai un pacchetto di marshmallow in mano?" aggiunse, indicando il sacchetto che stringevo fra le dita nella mano destra.

Feci spallucce nel sentire il suo quesito, quasi fosse perfettamente normale che io portassi delle caramelle a scuola, il che, a pensarci bene, era vero. Infatti, quando vivevo a Los Angeles capitava spesso che io e il mio migliore amico ci comprassimo svariati sacchetti di dolciumi, per poi consumarli durante le lezioni e adirare così i professori che, con il senno di poi, avevano cessato di ricoprirci di rimproveri, perdendo la speranza. A quei tempi, frequentare l'aula di detenzione era divenuta una sorta di habitué per me e per Scott.

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