Capitolo 22: Faded

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Prima di iniziare vorrei chiedervi per favore di leggere la nota in fondo perché ci sono delle informazioni importanti, grazie e buona lettura.
- Ary

Capitolo 22

Aiden

" È in California? " chiesi, nonostante la mia mente continuasse ad arrovellarsi per cercare di capire perché Emma non si trovasse a New York e perché quello fosse un argomento tabù per Hayley.

Scott riportò lo sguardo su di me, i suoi occhi azzurri riflettevano la luce dei lampioni che erano disseminati ovunque intorno al parcheggio del supermercato in cui ci trovavamo. Mi stava scrutando attentamente, come se non avesse compreso il mio quesito, il che mi fece quasi credere di aver solo pensato di porgli quella domanda.

" Hayley non ti ha parlato di lei" replicò, era più un'affermazione che una domanda, e il suo tono di voce sembrava quasi divertito.

Scossi la testa lentamente, come a dargli conferma di ciò che aveva supposto e sulle sue labbra si formò un sorriso che sembrava quasi forzato. Avevo la testa colma di domande prive di risposta, eppure, io più di tutti sapevo cosa significasse faticare a mettere a nudo sé stessi e a mostrare agli altri l'ammontare di scheletri che si annidavano nel proprio armadio. Io non ero abbastanza risulto per confessare a Hayley cosa nascondesse il mio passato e quali peccati macchiassero ed inquinassero le acque dell'oceano che risiedeva in me. Proprio per questa ragione, mi convinsi a tacere le mie domande, in attesa del giorno cui Hayley stessa si sarebbe sentita disposta a parlare con me a cuore aperto.

" Vedi, ciò che hai detto su di lei è vero. Hayley porta una ferita dentro di sé che sanguina ancora e non mi stupisce che non ti abbia detto nulla di Emma. La conosco come le mie tasche ormai e so perfettamente che parlare di lei le riesce difficile, soprattutto con chi è malapena al corrente della sua esistenza" disse, portando lo sguardo su Hayley che stava ridendo dentro al carrello, mentre parlava con mia sorella e Will di qualcosa che le mie orecchie non riuscivano a captare.

Scott aveva negli occhi uno sguardo ferito che mi ricordava tanto quello della sua migliore amica. Aveva interrotto il fiume di parole che stava pronunciando e sembrava quasi che si fosse perso in qualche angolo remoto della sua mente, senza sapere come riuscire ad uscirne.

" La conosco abbastanza bene da sapere che se ti parlassi di Emma si arrabbierebbe da morire. Sono sicuro che ti dirà ciò che vuoi quando si fiderà abbastanza di te e quando, soprattutto, si sentirà pronta a farlo" continuò, prendendo a calci un sasso davanti a sé, gli occhi fissi sull'asfalto erano leggermente lucidi.

La sua risposta non soddisfaceva la mia curiosità, ma io sapevo cosa significava aver paura di parlare di qualcuno e soffrire nel farlo. Comprendevo perfettamente ciò che provava Hayley e avrei lasciato che lei mi parlasse di Emma quando lo avrebbe ritenuto opportuno farlo.
In fondo, lei non era l'unica a voler nascondere una parte del suo passato. Ciò che si annidava nel mio cuore e negli angoli più remoti della mia memoria faceva ancora male, anche a distanza di anni e il solo pensiero mi riempiva di una collera cieca.
Puntai i miei occhi sull'asfalto, la musica proveniente dallo stereo della mia macchina si disperdeva nell'aria, il volume non era basso, ma nemmeno abbastanza alto da risultare fastidioso. La canzone che mi giungeva alle orecchie mi era famigliare, ma per qualche motivo non riuscii a capire dove l'avessi ascoltata prima. Tuttavia, di lì a poco, la realizzazione si fece strada dentro di me. Era la canzone che aveva ballato Bella la prima volta che l'avevo vista al Purple poison, quando aveva messo in scena quella sua danza che era al contempo sensuale, elegante e misteriosa. Ricordavo ancora il modo in cui era riuscita ad incantare tutti i presenti, come se avesse stregato coloro che la guardavano.
Matt era stato colui che era rimasto maggiormente ammaliato da lei e anche ora, nonostante fossero trascorsi anni, mi sembrava ancora sotto l'effetto dall'incantesimo di Bella.
Solo a ripensarci, quasi mi pareva che la magia da lei creata si stesse manifestando attorno a me, come se fosse stata trascinata dal vento di ottobre. Mi mancava vedere Bella ballare, forse tanto quanto mi mancava sentirla chiamarmi Husky e guardarmi coi i suoi grandi e luminosi occhi verdi. Avevo come l'impressione che i miei ricordi appartenessero a qualcun altro, quasi fossero appartenuti ad un'altra vita. Mi sentivo così distante dalla persona che ero allora, tanto da faticare a riconoscerla. Eppure sentivo che il ricordo di Bella a volte si ribellava, prendeva a gridare a squarciagola in cerca della mia attenzione, con fare insistente e fastidioso. Era un costante promemoria di chi ero, delle promesse che avevo fatto e degli errori indelebili che avevo commesso.
Improvvisamente nel mio campo visivo fece capolino Hayley, cominciò a spruzzarmi addosso delle stelle filanti spray arancioni che ero sicuro avesse comprato Ash assieme alle candele e ai cappellini per la festa di compleanno.
La risata di Hayley si sovrappose alle note della canzone alla radio, mentre il miscuglio dall'odore tossico e dalla consistenza appiccicosa mi rimaneva sui vestiti e tra i capelli, riuscivo a sentire chiaramente Scott, Will e mia sorella unirsi a Hayley nella sua fragorosa risata. Le strappai il barattolo dalle mani, in modo che potesse finalmente smettere di ricoprirmi di stelle filanti e dopodiché la guardai serio.

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