Capitolo 15: Storm

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Capitolo 15

Ottobre era sempre stato il mio mese preferito. Adoravo le folate di aria fresca che mi scompigliavano i capelli e che staccavano le foglie dai rami, forse perché anche io a volte mi sentivo fragile e sul punto di accartocciarmi su me stessa, calpestata da tutti.
L'albero che si trovava nel cortile della scuola e che ero intenta ad osservare da diverso tempo, continuava ad agitarsi a causa del vento e l'erba su cui poggiava si era lentamente ricoperta di uno strato di foglie scarlatte.
Le fronde dell'albero si agitavano in modo talvolta lento e talvolta frenetico, quasi stessero eseguendo una strana danza seguendo le note sussurrategli dal vento.
All'interno della classe, il professor Orso continuava a spiegare e a scrivere alla lavagna formule matematiche che non mi ero nemmeno preoccupata di ricopiare, il che era dovuto alla incredibile stanchezza che sentivo quella mattina.
Aiden stava scarabocchiando qualcosa sul suo quaderno e, stranamente, aveva scelto di sedersi lontano da me. Quella mattina mi aveva salutata con un semplice e freddo cenno del capo senza rivolgermi la parola neanche una volta. Mi domandai se avesse litigato con suo padre o se vi fosse un motivo dietro al suo  essere scostante e freddo quel giorno. Di punto in bianco mi ritrovai ad osservarlo attentamente, cercando di cogliere ogni più piccolo dettaglio, proprio come avevo fatto poco prima con l'albero del cortile.
Quel giorno Aiden indossava una maglietta a maniche corte azzurra che faceva risaltare il colore delle sue iridi, il suo braccio tatuato era scoperto e potevo vedere i suoi muscoli flettersi ogni volta che la penna che teneva in mano poggiava sul foglio. Mentre osservavo attentamente la sua figura, mi accorsi che entrambe le sue mani erano fasciate con delle bende bianche che, tra l'altro, erano leggermente sporche di sangue all'altezza delle nocche. Li per lì non diedi particolare peso a quel dettaglio perché sapevo che Aiden faceva box e che, con ogni probabilità, il giorno prima si era allenato. Inoltre ero a conoscenza del fatto che, spesso, lui si dimenticasse di indossare i guantoni da boxe, quasi provasse più divertimento a scagliare pugni contro il sacco a mani nude. Era come se il dolore gli piacesse o se la sua mente si estraniasse così tanto dalla realtà in quei momenti da impedirgli di sentirla. 
Aveva gli occhi fissi sul suo quaderno, lo sguardo accigliato come se quell'oggetto fosse stato il suo peggior nemico e volesse ardentemente prenderlo a pugni.
Dalla sua espressione, mi convinsi che Aiden stesse rimuginando su una serie di pensieri che non facevano altro che innervosirlo, tanto da stringere i pugni con forza. Mi domandai cosa frullasse per sua la testa in quel momento, cosa vi fosse di tanto frustrante nei suoi pensieri e mi ritrovai a desiderare di riuscire a farlo sorridere, anche solo per poco.
Quando alle mie orecchie giunse il suono forte e squillante della campanella, sobbalzai, Aiden invece alzò gli occhi dal quaderno, lo gettò nello zaino e si alzò velocemente dalla sedia, dopo aver recuperato la sua giacca di pelle dallo schienale della sedia. Lo seguii con lo sguardo mentre usciva a passo spedito dalla classe. Anche Will aveva notato lo strano comportamento del suo migliore amico, infatti, rimase qualche secondo ad osservare la porta dalla quale Aiden era uscito per poi voltarsi verso di me. Aveva lo sguardo confuso e probabilmente, come me, si chiedeva perché il suo migliore amico fosse così scontroso quella mattina.

" Dici che è nel suo periodo del mese?" chiesi, avvicinandomi a Will tenendo i libri stretti tra le braccia e lo zaino sulla spalla destra.

Lui si mise a ridere e quando lo fece socchiuse leggermente gli occhi, le quali iridi diventarono visibili a malapena. Will era un bel ragazzo ed il suo sorriso trasmetteva allegria, era sempre di buon umore e quando si lamentava di qualcosa che gli accadeva assumeva un'espressione afflitta che lo faceva apparire carino come un cucciolo di cane.
Era il tipico ragazzo che ispirava simpatia sin dal primo istante, lo stesso che veniva spesso animato da momenti di pazzia e prendeva a cantare a squarciagola, ballando sul ritmo delle sue stesse canzoni. La prima volta che lo avevo visto compiere quel genero ero scoppiata a ridere, soprattutto perché Aiden prese parte alla sua strana danza e congiunse la sua voce a quella di Will, suscitando in me un enorme divertimento.
Il loro tipo di amicizia mi ricordava quella che legava me e il mio migliore amico.

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