She is mine

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Capitolo 3 - She is mine


È stato bellissimo vedere come lavorano questi attori. Sono estasiata ma è giunto il momento di andare, è stato già un privilegio partecipare ma inizio a sentirmi di troppo in mezzo a tutti questi tecnici che corrono impazziti da una parte all'altra.

Saluto Johnny con la mano mentre lui mi sorride e ritorno nel piazzale sotto la pioggia.
Una mano afferra il mio braccio facendomi quasi male e una voce dal tono perentorio mi raggiunge.
-Dobbiamo parlare-
-Robert lasciami in pace- dico stizzita.

Lascia il mio braccio e abbassa gli occhi.
-Per favore-
Alzo gli occhi al cielo e accetto silenziosamente la sua proposta.
Percorriamo il corridoio dei camerini in silenzio fino a quando arriviamo davanti alla sua porta e che lui apre facendomi segno di seguirlo.

Chiudo la porta dietro di me e do sfogo a tutti i miei pensieri o quasi:
-Ma che problema hai? Si può sapere perché non mi lasci in pace?- urlo al limite.
Robert mi sbatte contro la porta e mi sussurra
-Ti voglio-

Con uno scatto chiude a chiave la porta e inizia a baciarmi voluttuosamente mentre inizia a sbottonarmi il maglioncino. Questa volta non cadrò sotto i suoi baci come l'ultima volta questa volta devo resistere.

-Robert ti prego non posso, tu hai Susan ed è stato un errore già ieri cedere e..-
-Ti devo parlare del rapporto tra me e Susan-

Sono per caso diventata una consulente matrimoniale? Non voglio sentire parlare di loro, soffro già abbastanza così.

-Non voglio sentire nulla-

Lui fa un sorriso sarcastico e inizia ad alzarmi la maglietta mentre mi bacia il collo e io sento le gambe tremare sto per cedere
-Robert-dico perentoria fermando le sue mani.
-Forse ho capito male io, pensavo che provassi le stesse cose che provo io, pensavo che fossi attratta da me ma..- fa un respiro -Forse hai cambiato idea da quando hai passato tutta la mattina con Johnny, credi che non ti abbia visto oggi come ti aggrappavi al suo braccio e come vi parlavate sotto l'ombrello prima delle riprese?- dice fuori di sé.

Ma è impazzito? Io provo quello che prova lui, sono fottutamente attratta da lui e lo voglio..Dio se lo voglio, ma questa scenata più la situazione già abbastanza complicata in cui ci troviamo mi sta facendo tornare ancora di più sui miei passi.
Non si può fare.
-Tu non sai un cazzo Downey- gli urlo.

Sono al limite. Apro la porta e mi precipito nel corridoio dove sbatto contro qualcuno.

-Oddio scusa..Johnny- dico.
Spero non abbia sentito la sceneggiata tra me e Robert.
-Tutto bene? Sembri fuori di te- dice con la calma.
-Si scusami, sono un po' stressata non ti preoccupare. Torno in hotel, devo finire il lavoro, ti chiamo stasera così ti illustro i piani per la prossima settimana. Hanno chiamato un paio di riviste che voglio una tua intervista e devo leggere tutti i programmi e..- continuo a parlare a raffica.
Johnny mi guarda sorridendo e mi poggia una mano sulla spalla
-Brooklyn vai in hotel e riposati, le riviste e i miei programmi posso anche aspettare-
Gli sorrido senza sapere cosa dire, quest'uomo mi spiazza e la sua calma mi contagia. È così tenero e ha il potere unico di rilassarmi.

Così torno in hotel e mi preparo un bel bagno caldo. Londra sarà anche una delle città più belle del mondo ma ha un clima troppo umido sono un pezzo di ghiaccio.
Mi calo nella vasca e non so dire quanto tempo passi prima di sentire bussare alla porta.
Vado nel panico.
Non sarà ancora Robert? Ti prego ditemi di no.

Vado ad aprire e un cameriere vestito con giacca bianca e pantaloni neri entra nella stanza senza dire nulla spingendo un carrellino.
-Io non ho ordinato nulla- dico pensando che ci sia stato un errore, se Smith sapesse che ordino la cena in camera mi licenzia all'istante.
-Signorina Davis questa cena la offre un cliente importante-
-Quale cliente?- dico smarrita.

The second occasionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora