La caffetteria era calda e accogliente e odorava di muffin alla vaniglia. L'enorme bancone di legno era colmo di espositori e nascondeva dalla vita in giù i corpi dei dipendenti che servivano i clienti con un sorriso sul volto; i tavoli tondi erano di un legno chiarissimo, con sopra un menù e un porta tovaglioli con il logo del locale; il soffitto di pannelli quadrati color sughero e il pavimento di parquet davano alla caffetteria un tocco di eleganza.
Perla si sfregò le mani sulle braccia per scaldarsi dal freddo esterno e si guardò intorno, alla ricerca di Tyler. Le aveva dato appuntamento da Starbucks al termine delle lezioni, e sperò di trovarlo ancora lì ad aspettarla; le si strinse lo stomaco al pensiero di essere stata mandata lì con l'inganno, solo per il gusto di prenderla in giro e farle fare la figura della stupida. In fondo, Tyler non aveva smesso di farlo sin dal giorno in cui si erano conosciuti.
Non appena i suoi occhi si posarono su una chioma bionda poco distante da lei, però, il nodo allo stomaco si sciolse: Tyler era appoggiato con i gomiti sul tavolo, il mento posato sulla mano e lo sguardo assorto in un punto indefinito davanti a sé. Lo vide passarsi una mano tra i capelli, spettinandoli leggermente, poi i loro sguardi finalmente si incrociarono. Si osservarono a vicenda per diversi secondi, senza dire nulla. Gli occhi di Tyler percorsero l'intera figura della ragazza, poi le rivolse un piccolo sorriso. Perla socchiuse le labbra, perdendosi tra quegli occhi castani che la scrutavano con attenzione e in quel sorriso perfetto. Si schiarì la voce e ricambiò l'espressione, avvicinandosi al tavolo a passo spedito.
«Ciao» lo salutò, portandosi timidamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Non capiva perché si sentisse così in imbarazzo: forse perché non lo vedeva da giorni, dopo essere venuta a conoscenza di una strana verità; forse perché lo sguardo che le rivolgeva la faceva impazzire.
«Ho indovinato l'armadietto, per fortuna» disse Tyler, appoggiandosi alla sedia con la schiena e incrociando le braccia al petto scolpito.
Perla abbassò lo sguardo e si sedette sulla sedia, esattamente davanti a lui. «Come sapevi che quello era il mio armadietto?»
Il ragazzo la guardò con uno sguardo divertito, poi si fece avanti con il busto fino a quando si trovò a pochi centimetri di distanza dal suo viso. Perla non poté fare a meno di arrossire, ma non si mosse. Adorava sentire il respiro di Tyler accarezzarle il viso, adorava avere i suoi occhi così vicino da poter vedere ogni emozione che celavano.
«Ho tirato a indovinare.» Dal sorriso compiaciuto che le rivolgeva, la giovane capì che stava scherzando.
«Hai un sesto senso pazzesco, allora» disse con altrettanti sarcasmo.
«Il sesto senso non c'entra» disse lui, picchiettandosi la tempia con un dito. «È tutta questione di intelligenza.»
«No, credo che nel tuo caso non si possa parlare di intelligenza.»
Tyler le rivolse uno sguardo offeso, ma era talmente buffo che Perla non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
«Potrei offendermi, sai?» disse, portandosi una mano sul cuore. La ragazza alzò le mani in segno di resa, continuando a ridere, e lui si sciolse in un sorriso. La risata della ragazza si spense pian piano; da quando si erano conosciuti, quella era la prima volta che scherzavano insieme e si prendevano in giro in modo amichevole. Era stato... piacevole. Forse non era tanto odioso quanto voleva far credere.
Ad un tratto Tyler allungò una mano e le mise sotto il naso un bicchiere verde e bianco con su scritto il suo nome e un piccolo muffin al cioccolato.
«Li ho ordinati per te» disse, con un lieve sorriso sulle labbra. «Spero ti piacciano.»
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The Elements - La vendetta
Fantasy*** IN REVISIONE *** PRIMO LIBRO || In seguito alla scomparsa della madre, avvenuta quasi un anno prima, Perla Wells non è più la stessa ragazza di prima: tende sempre a chiudersi in se stessa, e nonostante abbia un padre che la ama alla follia e du...