39 || Fulmine a ciel sereno

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Perla continuava a guardarsi allo specchio, lisciandosi con le mani il vestito rosso che Sam l'aveva costretta a comprare il giorno prima in vista del compleanno di Ted. Era un abito semplice e molto carino, col girocollo decorato con delle piccole perline argento, lungo fino a metà coscia e con le maniche lunghe di un pizzo semitrasparente. Per combattere il freddo di fine gennaio inoltre aveva indossato dei collant neri e un paio di stivali che le arrivavano fin sopra le caviglie. Abituata a indossare sempre e solo jeans, era strano vedersi con indosso un vestito e la cosa la faceva sentire un po' a disagio, ma aveva promesso a Sam che lo avrebbe messo e non poteva tirarsi indietro.

Lanciò una rapida occhiata all'orologio che teneva sul comodino e notò di aver ancora dieci minuti a disposizione prima che Tyler arrivasse. La casa dei signori Evans si trovava a Plainville, un paesino nei pressi di Hartford, e ci avrebbero impiegato poco più di un'ora ad arrivare; per questo motivo gli aveva chiesto di prendere in prestito Stacey – l'auto di Lex – per raggiungere i suoi amici e, solamente dopo diversi minuti, era riuscita a convincerlo.

Decise di ingannare l'attesa passandosi una sottile linea nera sulle palpebre e un leggero strato di mascara per ravvivare un po' lo sguardo. Fece giusto in tempo a mettersi un lucidalabbra trasparente sulle labbra, quando il campanello suonò: Tyler era finalmente arrivato.

«Perla!» la chiamò suo padre dalla cucina.

«Arrivo subito!» esclamò lei di rimando.

Così prese il cellulare e lo infilò dentro la sua piccola borsetta nera, si diede un'ultima occhiata allo specchio e uscì dalla stanza. Subito le risate di John e il suo ragazzo riempirono l'aria. Li raggiunse rapidamente in soggiorno e vide suo padre dare un'amichevole pacca sulla spalla del giovane scuoteva veemente la testa con un sorriso a trentadue denti stampato in viso.

«Eccomi!» si annunciò lei, facendoli girare verso di sé. «Che cosa succede?»

«Stavo raccontando a Tyler quella barzellette che abbiamo sentito ieri alla televisione.»

Perla alzò gli occhi al cielo. «Ma faceva pietà!»

«A me è piaciuta» disse Tyler, avvicinandosi a lei e stampandole un dolce bacio sulla guancia. «Andiamo?» chiese poi.

Lei annuì. «Fammi solo mettere il giubbotto.»

Tutti e tre insieme si diressero verso l'entrata e Perla s'infilò rapidamente un giubbotto nero, lungo fin sotto il ginocchio e con una fascia posteriore che le fasciava la vita. Allacciò l'infinità di bottoni grossi quanto una pallina da ping-pong, infine si mise la tracolla della borsetta sulla spalla.

«Ora possiamo andare» disse poi, alzando lo sguardo con un grosso sorriso.

Tyler annuì e sorrise di rimando. «Ah, mi stavo quasi dimenticando» esclamò poi, prendendo in mano lo zaino azzurro in cui la ragazza aveva infilato il cambio per la notte. «C'è stato un cambio di programma.»

«Che genere di cambio?»

Nel frattempo la porta d'ingresso era stata aperta, e lei poté vedere con i propri occhi di quale cambio stesse parlando: parcheggiata davanti al vialetto di casa sua non vi era Stacey, bensì una bellissima e familiare auto d'epoca rossa in ottime condizioni; ad aspettarli, appoggiato alla portiera con le braccia incrociate al petto, c'era Scott.

«Ha insistito per venire con noi» spiegò Tyler, mentre l'altro alzava una mano per salutare. «E di andare con la sua auto. Non sono ancora del tutto certo che quel rottame sia abbastanza sicuro da poterci portare a Plainville sani e salvi.»

«Potremmo prendere Linda, dopotutto è molto più sicura di un'auto d'epoca tenuta in ottime condizioni.»

«Ah, ah.»

The Elements -  La vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora