7 || Il momento della verità (R)

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Tyler continuava a guardarla con uno sguardo magnetico ed enigmatico, le braccia tese in avanti e i capelli biondi spettinati dal vento

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Tyler continuava a guardarla con uno sguardo magnetico ed enigmatico, le braccia tese in avanti e i capelli biondi spettinati dal vento. Aveva le guance arrossate per il freddo e due occhiaie profonde gli segnavano il viso. Sembrava preoccupato, tormentato da un qualcosa che non gli aveva permesso di dormire per tutta la notte.

La ragazza mantenne gli occhi fissi nei suoi, mentre il cuore le martellava nel petto a una velocità impressionante. Nella sua mente continuava a scorrere l'immagine del giovane che emanava una luce accecante e faceva scomparire nel nulla l'uomo dagli occhi gialli. Lo stesso uomo che veniva a farle visita durante il sonno da più di un anno.

Che voleva ucciderla.

Bastò quel pensiero a far sì che un moto di paura si fece strada dentro di lei e che le mille domande che l'attanagliavano dalla sera precedente la spinsero a volerne sapere di più.

«Mi fai entrare?» domandò Tyler dopo qualche minuto, la voce ovattata a causa del vetro che li separava. «Inizia a fare freddo, qui fuori.»

Perla sapeva di potersi fidare di lui, l'aveva sempre saputo, e la voglia di conoscere la verità era diventata insostenibile. Così, senza indugiare oltre, si schiarì la voce e aprì la finestra, sentendo subito l'aria fredda pizzicarle la pelle scoperta.

Il ragazzo entrò rapidamente nella stanza e si richiuse i battenti alle spalle, quindi si guardò intorno, strofinandosi le mani per scaldarsele. Immobile al centro della stanza, Perla colse l'occasione per osservarlo con più attenzione: indossava un paio di jeans scuri e una giacca nera, sotto la quale si intravedeva il colletto di un pullover rosso.

Dopo quella che sembrò un'eternità, gli occhi di Tyler incontrarono nuovamente quelli della giovane. La osservò in silenzio per qualche attimo, poi fece scorrere lo sguardo lungo tutta la sua figura e ridacchiò, scuotendo piano la testa.

«Volevi davvero difenderti con quella?» mormorò, facendo cenno alle sue mani. La giovane abbassò lo sguardo e arrossì: quando aveva sentito il picchiettio alla finestra, presa dal panico, aveva cercato qualcosa con cui avrebbe potuto difendersi in caso di pericolo e l'unica cosa che aveva trovato era la spazzola che ancora teneva saldamente tra le mani.

In imbarazzo, Perla lanciò l'oggetto sul materasso e incrociò le braccia al petto, quindi si schiarì la voce e domandò: «Cosa ci fai qui?»

A quella domanda, ogni traccia di ilarità scomparve dal volto di Tyler. Si passò una mano tra i capelli e fece un respiro profondo, tacciando ogni angolo della stanza con lo sguardo. Infine, dopo quella che sembrò essere un'eternità, riportò gli occhi in quelli della ragazza.

«Credo di doverti delle spiegazioni in merito a ieri sera.»

Perla avrebbe voluto urlare che non aspettava altro, ma il nervosismo che si scatenò in lei in quel momento non le permise di pronunciare una singola parola. Aveva la sensazione che la sua vita stava per cambiare per sempre, e non sapeva se esserne entusiasta o spaventata a morte.

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