30 || A cuore aperto

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Zion guardava i cinque ragazzi con uno sguardo duro e sprezzante da più di dieci minuti, per nulla entusiasta di trovarsi in quelle quattro mura insieme a loro. I suoi occhi si spostavano frenetici sui loro volti, aveva il respiro affannoso e sembrava stare sulla difensiva, con le mani chiuse a pugno lungo i fianchi e i muscoli del corpo tesi come corde di violino.

Perla lo fissava a sua volta, non riuscendo a credere di averlo davanti a sé in carne e ossa. Dopo una settimana di intense ricerche tra i quartieri di Wellington, aveva iniziato a perdere le speranze di riuscire a trovarlo, ormai certa che non si sarebbe fatto vivo. Ma più lo guardava, più riconosceva in lui i tratti del giovane Zion della foto. Nel corso degli anni non aveva perso l'aspetto burbero e rude che lo caratterizzava, e sin dal primo momento si era dimostrato una persona fredda e distaccata. Quella sua facciata da uomo duro, però, crollò non appena i suoi occhi scuri si posarono in quelli di Rayen: un sorriso sincero gli illuminò il viso e il profondo affetto che provava per lei trapelò dal modo in cui la guardava.

«Hai iniziato a lavorare come baby sitter, ora?» disse con un marcato accento neozelandese, dando un rapido sguardo ai ragazzi che le stavano accanto.

Rayen ridacchiò. «Sono miei amici.»

«Non sei un po' troppo vecchia per uscire con dei ragazzini?» le chiese, alzando le sopracciglia.

A quelle parole, la donna scoppiò a ridere e scosse la testa. «Non sei cambiato di una virgola, sai?»

Poi si allungò verso di lui e lo abbracciò. Senza indugiare, Zion ricambiò la stretta e chiuse gli occhi, come se volesse godersi quel momento.

«Continuo a perdere sempre più capelli e a mettere su qualche chilo, ma sono sempre il solito» disse l'uomo, tirandosi indietro per guardarla negli occhi.

«Sei bello anche grasso e pelato, non ti preoccupare» esclamò lei, facendolo ridere.

Perla li guardava con un piccolo sorriso: era chiaro a tutti quanto fossero legati, e se poco prima Rayen non le avesse detto il contrario, in quel momento avrebbe pensato che fra i due ci fosse qualcosa che andava oltre la semplice amicizia.

«Avete finito di tubare voi due?» esclamò Tyler, attirando su di sé l'attenzione di tutti.

Zion lo guardò e sorrise debolmente. «È un piacere rivederti.»

«Vorrei poter dire lo stesso» rispose ironicamente il ragazzo e l'altro sorrise ancor di più.

Rayen scosse la testa e appoggiò la mano sulla spalla dell'uomo.

«Lascia che ti presenti gli altri» gli disse, e l'ilarità di poco prima sparì all'istante dal suo volto. «Loro sono Scott e Delia» continuò, indicandoli uno ad uno con la mano. «Lui è Matt, e questa è Perla.»

Man mano che la donna glieli presentava, lui li guardava con uno sguardo del tutto distaccato e indifferente, come se sapere i nomi delle persone che aveva davanti fosse irrilevante. Quando i suoi occhi si posarono in quelli di Perla, la sua espressione cambiò all'istante e sussultò. La osservò con stupore e confusione, mentre lei sentiva il cuore batterle forte nel petto. Forse, proprio come era successo con Rayen, anche Zion l'aveva riconosciuta. Dopo qualche minuto, l'uomo scosse la testa e, con sguardo duro e severo, tornò a guardare Rayen.

«Che diavolo sei venuta a fare a Wellington?» le domandò bruscamente.

La donna fece un respiro profondo e si passò una mano tra i capelli. «Dobbiamo parlare.»

«E ti sei dovuta portare dietro una comitiva di ragazzini per farlo?»

«Sii gentile, per favore» lo implorò lei sospirando.

The Elements -  La vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora