LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE IN FONDO :)
_______________________________________
Avery's POV
Mi svegliai grazie alla luce che entrava dalla finestra e aprii gli occhi e trovandomi a pochi centimetri dal petto di Toby, avvolta tra le sue braccia. Le mie guance si colorarono di un rosso scarlatto, mentre abbassai lo sguardo. Nonostante l'imbarazzo, però, era una sensazione piacevole.
Toby dormiva con la bocca semiaperta e aveva uno sguardo innocente. Il suo petto si alzava e si abbassava ritmicamente ad ogni suo respiro e sarei rimasta volentieri così per sempre.
'Credo di essermi presa una cotta' pensai. Mi sentivo una quattordicenne al primo amore, ero patetica. A malapena lo conoscevo.
Eppure, il mio cuore non aveva smesso di battere velocemente da quando l'avevo incontrato.
Nonostante i suoi sbalzi d'umore, che devo ammettere mi spaventavano, mi sentivo a mio agio con lui.
Dopo qualche minuto, qualcuno bussò alla porta e Toby arricciò il naso, infastidito.
Senza esitare, la persona dietro alla porta la aprì e si avvicinò a noi, facendomi chiudere istintivamente gli occhi.
- Ehy, Toby – iniziò a scuoterlo impazientemente per un braccio, poi sbuffò.
Toby, per tutta risposta, mugolò qualcosa e mi strinse a sé ancora di più, come se fossi un peluche.
- TOBIAS ERIN ROGERS – urlò poi facendolo svegliare di sbotto e quasi cadere dal letto.
Toby si sedette e assottigliò gli occhi, guardandolo con disprezzo.
- Ti è dato di volta il cervello, maschera bianca? – sputò acidamente.
- Potrei farti la stessa domanda– rispose l'altro indicandomi.
- Dovevo dormire a terra? –
- Lei deve andarsene –
- Non può, te l'ho già detto – prese la coperta portandosela fino alla testa e si rannicchiò di nuovo al mio fianco, iniziando ad accarezzarmi una guancia – lo so che sei sveglia – sussurrò ridendo divertito.
Aprii gli occhi e li puntai nei suoi, scuri.
- Buongiorno sconosciuta, come va la ferita? –
- Mi chiamo Avery – sussurrai.
- Allora buongiorno Avery – ridacchiò.
Ad un certo punto, il ragazzo di prima tolse le coperte facendole arrivare per terra ai piedi del letto. Il castano sospirò nuovamente infastidito chiudendo gli occhi e poi lo guardò.
- Stavamo conversando –
- Deve andarsene – ripeté di nuovo il moro, prima di uscire dalla camera chiudendo la porta dietro di sè.
Toby si sedette di nuovo e si coprì il volto con le mani sbadigliando, per poi alzarsi e andarsi a vestire.
Dopo una mezz'oretta, tornò da me con del cibo e mi sedetti in mezzo a letto. Lui si accomodò accanto a me, porgendomi la brioche che teneva in mano.
- Non ho fame, grazie – sforzai un sorriso.
- Ma devi pur mangiare qualcosa, sconosciuta –

STAI LEGGENDO
Stockholm Syndrome - Ticci Toby
FanfictionLui, un freddo assassino affetto da amnesia e diversi disturbi mentali che non risparmia nemmeno una delle vittime che gli vengono assegnate. O quasi. Lei, una studentessa di medicina appena trasferitasi a Denver, in Colorado. Il destino li farà...