Leggete lo spazio autrice in fondo, tnx.
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Il castano riaprì gli occhi il giorno seguente, a pomeriggio inoltrato.
- Buonasera, dormiglione – gli sorrise la ragazza, lasciandogli un lieve bacio a fior di labbra – come ti senti? –
Sussurrava quelle parole con voce dolce, come se usare un altro tono potesse recare fastidio al ragazzo.
Avery era riuscita a rimanere sveglia per tutto il tempo, nonostante solitamente fosse una dormigliona. Era determinata ad accudire il ragazzo steso davanti a lei, anche se questo avrebbe comportato perdere ore di sonno o cose simili.
Masky era passato diverse volte a controllare la situazione e a cercare di prendere il suo posto, ma aveva lasciato perdere dopo il quarto tentativo di allontanare la ragazza da quella camera.
- Mh... Bene, credo... Perché? – rispose quasi subito, parlando lentamente e con voce rauca.
- Oh, giusto – ridacchiò la ragazza – beh, ti hanno sparato e io e Jack abbiamo rimosso il proiettile... - portò una mano all'altezza della ferita, sfiorando la benda che era l'unica cosa a coprire il busto di Toby.
Toby guardò verso la mano della ragazza scorgendo la fasciatura, poi gliela strinse e sorrise.
- Mi sei mancata tanto, sconosciuta – chiuse le palpebre appesantite.
- Anche tu. Mi hai fatto preoccupare molto... -
- Oh, io sono forte – ridacchiò per poi tossire.
- Si, vedo – lo assecondò la ragazza, ridendo – comunque Jack ti ha lasciato una fiala da bere appena ti fossi svegliato -
- Vieni qui... - le fece segno di sdraiarsi accanto a lui sul letto, spostandosi lievemente e ignorando le sue parole.
- Hai sentito ciò che ho detto? –
- Ah ah, ma quella roba può aspettare – ridacchiò, continuando ad incitarla.
- Veramente... io... -
- Oh, andiamo piccola. Non sento dolore, potresti anche infilarmi un dito nella ferita per quel che mi riguarda –
La ragazza roteò gli occhi a quel commento e si alzò dalla sedia per poi stendersi accanto a lui, che l'abbracciò stringendola a sé.
Guardava ammaliata il petto marmoreo del ragazzo, che si abbassava e si alzava ritmicamente mentre lui respirava profondamente.
- Hai bisogno di qualcosa? – sussurrò riprendendosi dallo stato catatonico e arrossendo lievemente, sperando che Toby non avesse notato l'aria stralunata.
- Solo di te... - le lasciò un bacio sulla fronte e la guardò – sei l'unica cosa di cui ho bisogno, adesso – le sorrise dolcemente.
Avery arrossì prima di baciarlo.
- Ma tu non eri un assassino psicopatico? – rise tra un bacio e l'altro.
- Sei tu che mi hai ridotto così sconosciuta. Avevo una dignità, una volta – rise di rimando.
- Ma smettila – gli diede un leggero colpo sulla spalla prima di tornare ad affondare il viso sul suo petto, inspirando a lungo il suo odore.
- E comunque... Non mi hai mai visto uccidere. Posso anche essere un 'assassino psicopatico' quando voglio –
- Non ci tengo a vederti togliere la vita a qualcuno...- sussurrò per poi sospirare.
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Stockholm Syndrome - Ticci Toby
FanfictionLui, un freddo assassino affetto da amnesia e diversi disturbi mentali che non risparmia nemmeno una delle vittime che gli vengono assegnate. O quasi. Lei, una studentessa di medicina appena trasferitasi a Denver, in Colorado. Il destino li farà...