- Chapter 28 - Epilogue

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Un ragazzo se ne stava appollaiato sul ramo di un albero, in attesa della prossima vittima.

I capelli castani erano cresciuti velocemente e gli ricadevano disordinati sul viso pallido e marcato da profonde occhiaie a contornargli gli occhi, e diverse cicatrici sulle guance.

L'abbigliamento era il solito di quando cacciava: indossava una felpa sbiadita dal tempo e dai lavaggi e un paio di jeans usurati che avevano fatto la stessa fine. Sul viso portava una mascherina da cannibale e un paio di occhiali dalla lente gialla, per via della cataratta.

Era sera inoltrata, ma essendo piena estate il cielo non si era ancora oscurato. Al contrario era tinto di mille sfumature che andavano dal giallo tenue al rosato.

Il ragazzo guardò verso il cielo, attraverso le foglie mosse dalla lieve brezza estiva.

Quei colori lo rimandavano a qualcosa, ma non riusciva a ricordare cosa.

Un momento della sua vita precedente all'incontro con Slenderman? Successiva alla cosa?

Forse gli ricordava semplicemente la sorella. Già, l'unica cosa che rimembrava era il fatto di avere una sorella di nome Lyra.

Non aveva nemmeno presente come fosse fatta, nonostante sentiva un tuffo al cuore ogni volta che quel nome gli tornava alla mente. Ma non era l'unico nome che gli girava per la testa e che lo faceva sentire più depresso di quanto già non fosse.

Avery, questo era l'altro nome. Proprio non sapeva dove l'avesse già sentito, ma sentiva che una persona con quel nome era stata molto importante nella sua vita.

Con un agile balzo saltò giù dal ramo, quasi atterrando sulla strada vicina. Per poco non venne investito dalle macchine che passavano a tutta velocità, ma riuscì a schivarle velocemente senza problemi.

Si guardò intorno: quella strada era provinciale, quindi non c'erano molti edifici. Venne, però, attirato da una tavola calda di fronte a dove si trovava.

Qualcosa nella sua mente malata, che era addirittura peggiorata da quando l'Operatore l'aveva ripreso con sé, sia per l'interruzione brusca della terapia che per l'allontanamento dall'amata, gli diceva che doveva entrare a tutti i costi in quel locale.

Dopo qualche momento di esitazione, si decise ad attraversare la strada e ad entrarvici.

Il locale era caldo e accogliente e presentava diversi tavoli contornati da divanetti, tutti appoggiati alle vetrate che affacciavano su quella strada. Dall'altra parte del piccolo locale, invece, vi era un bancone con una ragazza dietro.

Il posto non era molto affollato, probabilmente per l'ora, quindi al suo interno vi erano solo la ragazza dietro al bancone Toby e un paio di clienti seduti in fondo alla sala.

- Buonasera, desidera ord...- la ragazza si bloccò appena vide il viso di Toby, sgranando lievemente gli occhi.

- E' tutto okay? – chiese lui, leggermente preoccupato.

Non sentiva l'esigenza di ucciderla, quella voglia insana e inumana che lo apparteneva ogni qualvolta si trovasse vicino ad un qualsiasi essere umano.

Sentiva una sensazione calorosa all'interno di sé stesso, e un senso di protezione verso la sconosciuta che non si riusciva a spiegare.

Sconosciuta.

Quella parola in particolare gli riportò alla mente delle cose.

- Il mio nome è Avery –

- Ma io preferisco chiamarti 'sconosciuta' –

Si portò una mano alla testa.

- I-io sto bene...- sussurrò lei, senza sapere cos'altro dire – tu piuttosto? –

- Non p-preoccuparti per me, è n-normale. Ci s-sono abituato – le rispose abbozzando un sorriso, mentre il corpo era scosso da lievi contrazioni.

- Tieni, prendi questo – Avery si affrettò a prendere un bicchiere d'acqua fresco e ad offrirlo al ragazzo, facendolo poi sedere.

Toby accettò, si abbassò la mascherina e tracannò il contenuto del bicchiere. Quando finì di bere, appoggiò l'oggetto di vetro sul tavolo davanti a lui, per poi guardarsi le mani appoggiate sulle cosce.

- Meglio? –

- Si, grazie... -

- Scusami, ma per caso ci conosciamo? Mi sembra di averti già visto...-

Avery si decise finalmente a porgli quella domanda che le frullava nella mente da quando il ragazzo era entrato nel locale, rompendo la tensione creatasi in quei pochi secondi di silenzio.

- Ho avuto la stessa sensazione, ma... non riesco a ricordare –

- Toby...-

La ragazza sussurrò quel nome, come se non aspettasse altro da tempo.

Era l'unico nome che aveva in testa da quando si era risvegliata in ospedale dopo un incidente nei boschi: non ricordava altro che quel nome da allora.

- Si? –

- Il tuo.. Il tuo nome è Toby? – sgranò gli occhi, sedendosi retta sulla sedia.

- Avery...- sussurrò a sua volta il ragazzo, sgranando anch'egli gli occhi color nocciola – s-sei tu... Sei sempre stata tu – sorrise – ora... ora ricordo – le si avvicinò e le prese il viso tra le mani, baciandola delicatamente, timoroso che lei non ricambiasse.

Invece, la ragazza contraccambiò.

Non vedeva l'ora di poter riassaporare quelle labbra che le portarono alla mente milioni di sensazioni positive, nonostante non ricordasse di averle possedute prima di allora.

- Ti amo... - sussurrò il castano sulle labbra della donna.

- Anche... Io, Toby – sussurrò a sua volta, sicura di sé nonostante tutto.

'L'amore può causare miracoli, ma anche tristezza. E l'amore tra i due che hanno vissuto con una maledizione ha causato il più alto livello di contraddizioni. Più uno ama, più toglierà all'altro...'

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SALVE :D

Finalmente ho pubblicato l'ultimo capitolo, è la prima storia che finisco ever *si asciuga una lacrimuccia*

Se riconoscete la citazione finale, vi regalo un biscotto(?).

Comunque, se siete fan di Fairy Tail, vi invito a seguirmi perché ho in mente delle cose heheheh. Inoltre ho già pubblicato una one shot su Gray e Natsu dal titolo 'The Last Fight || Fairy Tail' e se passaste a leggerla mi fareste un favore c:

Volevo pubblicare un ulteriore capitolo di ringraziamenti, ma non mi piacciono i numeri dispari(?), quindi ne approfitto: ringrazio TUTTI coloro che hanno visualizzato, letto, messo tra i preferiti, commentato, messo in elenco di lettura etc. questa storia che è molto importante per me, poiché la prima storia a capitoli che ho finito e che ho mai pubblicato da qualche parte.

Inoltre vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuta, anche solo complimentandosi con me o chiedendomi di continuare, perché davvero mi avete spronata a finire questa storia che sennò sarebbe finita nel dimenticatoio con le altre hahah. Grazie, grazie, grazie ancora a tutti.

Alla prossima storia ;)

- Michela xx

Stockholm Syndrome - Ticci TobyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora