Chapter 9

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Capitolo nove

Harry si strinse maggiormente nella felpa scura mentre pigiava il pulsante del quarto piano, lasciandosi scappare un piccolo gemito non appena si poggiò fiaccamente alla parete dell'ascensore. Cominciò a pentirsi di essersi recato lì, alla ricerca d'aiuto, non appena bussò debolmente alla porta dell'appartamento 4D e la figura familiare di Allyson - capelli neri raccolti in una crocchia disordinata, un paio di occhiali da vista squadrati lievemente storti sul naso, un plaid verde scuro a coprirle le spalle e l'espressione assonata sul volto - si materializzò davanti a lui dopo qualche istante.
- Harry! E tu che...- le parole le morirono in gola. Spalancò gli occhi e si coprì la bocca con entrambe le mani alla vista delle condizioni del riccio. - Che cazzo è successo?
Il ragazzo non le rispose, cercando di celare ancora di più il viso tumefatto nel cappuccio della grossa felpa che copriva interamente anche una buona parte delle sue cosce, le quali erano fasciate da un paio di vecchi skinny jeans. Lei sospirò bruscamente e si spostò, invitandolo ad entrare. Gli ordinò di sedersi sul divano del salotto prima di mollare il plaid in un angolo del pavimento e andare a recuperare il kit di pronto soccorso che aveva nell'armadietto del bagno per ogni evenienza. Non l'aveva mai utilizzato, o almeno sino a quel momento, e non avrebbe mai immaginato, neanche lontanamente, che le sarebbe potuto essere utile per una situazione simile. Quando ritornò indietro vide il ragazzo ancora in piedi, le mani strette in una morsa tremante nascoste nelle grosse tasche della felpa, mentre si guardava nervosamente attorno.
- Coraggio, H. Voglio solo aiutarti. - mormorò tendendogli una mano che lui afferrò dopo pochi istanti con fare incerto. Si sedettero sul sofà blu scuro, l'una di fronte all'altro. Allyson deglutì un paio di volte e prese un grosso respiro. Non aveva la più pallida idea su come avrebbe dovuto comportarsi, né su cosa avrebbe dovuto fare, ma la ciò che importava di più in quell'istante era mantenere la calma. Harry aveva bisogno di aiuto. Era quella la sua priorità adesso e non poteva assolutamente permettersi di impazzire dinanzi a lui. Avrebbe potuto tranquillamente rimandare quel momento a più tardi. - Puoi togliere la felpa, sweetie?
- Puoi aiutarmi? - le chiese in un fievole sussurro. Lei annuì e gli offrì un sorriso, nascondendo l'agitazione e sperando di riuscire a rassicurarlo almeno un po', sebbene lei stesse davvero rischiando di farsi venire una crisi isterica. L'aiutò a sfilarsi la felpa e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva quando poté osservarlo completamente. Il suo petto presentava dei lividi scuri in più punti, sui polsi e sul collo v'erano dei segni rossastri. Lo zigomo destro era notevolmente rigonfio mentre il sopracciglio sinistro e l'angolo delle labbra erano spaccati. Il sangue fuoriusciva lentamente da quelle piccole ferite, andando a formare una scia al lato del suo volto e sul mento che copriva quella precedente ormai già rinsecchita. I suoi occhi erano lucidi e rossi, come se avesse appena finito di piangere, e il suo sguardo era colmo di sordo terrore. Allyson dovette trattenere a stento le lacrime mentre apriva la scatola del kit con le dita che le tremavano impercettibilmente, tentando con tutta se stessa di non perdere la calma.
Harry non riusciva nemmeno a guardare l'amica negli occhi. Si sentiva così in colpa per essersi recato proprio lì perché non aveva alcun diritto di coinvolgerla nei suoi stupidi problemi, ma.
Era l'unica persona che aveva capito tutto della sua situazione e sapeva benissimo che, se gliel'avesse chiesto, lei sarebbe rimasta in silenzio. O, almeno, lo sperava.
Se adesso si ritrovava in quelle condizioni era solamente a causa sua. Come sempre.
Non era stato abbastanza cauto e Ben l'aveva colto in flagrante mentre gettava via una delle pillole dimagranti al posto di prenderla. La sua reazione era stata a dir poco terrificante. Gli aveva urlato contro, l'aveva picchiato e poi l'aveva costretto ad ingurgitare una delle compresse. In seguito l'uomo se n'era andato, promettendogli che non appena sarebbe ritornato a casa dopo il lavoro avrebbero indubbiamente continuato quella discussione.
Non appena i singhiozzi s'erano placati e l'attacco di panico era scemato, non aveva perso un minuto di più e, quasi senza neanche pensarci, s'era diretto lì.
Sapeva perfettamente che avrebbe dovuto restare a casa come al solito, ma aveva una terribile confusione in testa e l'istintivo e disperato bisogno di aiuto l'aveva guidato dall'amica, anche se, in verità, l'unica persona che avrebbe voluto avere accanto in quel momento era Louis, ma.
Non si sarebbe mai fatto vedere da lui in quelle condizioni.
In ogni modo Harry se l'era aspettato, dopotutto. Quel momento l'aveva quasi visto arrivare perché le cose stavano procedendo fin troppo bene per i suoi standard in quel periodo per cui qualcosa, ad un certo punto, sarebbe dovuta per forza andare storta.
Sussultò leggermente e soffocò un gemito quando la ragazza pressò con delicatezza del cotone imbevuto d'acqua ossigenata sul taglietto all'angolo delle labbra. Ripeté la stessa operazione con quello all'altezza del sopracciglio e gli ripulì il viso dal sangue secco. Applicò una pomata per lividi su quelli più grandi e violacei e poi gli diede un bicchiere d'acqua e un antidolorifico che lui prese senza fiatare, desideroso di far cessare quel dolore sordo che lo pervadeva completamente.
- Dovrei avere un vecchio maglione di Liam da qualche parte. - mormorò Ally a se stessa, quasi sovrappensiero, dopo aver notato alcune macchie di sangue sulla felpa che aveva indossato il riccio per raggiungere il suo appartamento. S'alzò e sparì nella sua camera da letto per qualche minuto, per poi ritornare con un maglioncino grigio nelle mani e aiutare il ragazzo ad indossarlo.
Harry mormorò un debole ringraziamento, abbandonandosi sullo schienale del divano, gli occhi socchiusi e una smorfia sofferente impressa sul viso.
- Dobbiamo parlare, Harry. - decretò Allyson con decisione dopo una decina di minuti di completo e straziante silenzio. - Chi è stato a farti questo?
Lui si limitò a guardarla brevemente prima di distogliere lo sguardo dal suo.
- Cristo. E' stato Ben, non è vero? - continuò lei, la rabbia e l'apprensione a deformarle il volto.
- E' stata colpa mia. - sbottò Harry, con una risatina nervosa. - Non ho mai preso le pillole dimagranti che mi ha detto di prendere e lui l'ha scoperto. Gli ho mentito e io...
- Pillole dimagranti? - proruppe lei sconcertata. - Di cosa cazzo stai parlando, Harry? Da quand'è che hai bisogno di prendere quella merda?
- Ben non vuole avere un fidanzato in sovrappeso.
- In sovrappeso? Ma che diavolo...ecco perché sei dimagrito così tanto nelle ultime settimane! Per l'amor del cielo, Harry, tu non sei in sovrappeso. - Ally gli si avvicinò, prendendogli gentilmente il viso nelle mani e costringendolo a guardarla. - Da quando tempo va avanti questa storia?
- Io...
- Harry.
Il riccio deglutì rumorosamente, mordicchiò il labbro inferiore con gli incisivi per qualche istante e poi emise un grosso sospiro.
- Tre anni.
- Per favore dimmi che stai scherzando. - lo pregò lei, gli occhi scuri lucidi e spalancati. L'espressione del riccio però le fece intuire che tutto quello non fosse affatto uno scherzo. - Tu non metterai più piede in quella casa, Harry. Te lo giuro. Ora chiamo i ragazzi e...
- No! Lui mi ama e lo fa solo perché vuole che migliori! - il riccio s'aggrappò alle spalle della venticinquenne, le lacrime in procinto di invadere le sue guance e l'orrore dipinto nella sua espressione. - Nessuno deve saperlo, Allyson.
- Mi dispiace, ma non posso lasciare che lui continui a farti del male. - dichiarò lei alzando leggermente il tono della propria voce. - Non sei al sicuro lì con lui, Harry! La situazione potrebbe degenerare e Ben...
- Ti prego. - la supplicò lui, sull'orlo della disperazione. Ben sarebbe stato capace di ucciderlo a quel punto. Non poteva permettere a nessun'altro di venire a conoscenza di quella faccenda o il suo ragazzo l'avrebbe ammazzato sul serio questa volta. - Se Ben scopre che te l'ho detto lui potrebbe...non dirlo a nessuno. Per favore.
- Harry io non posso...
Allyson era letteralmente divisa in due. Aveva il dovere di aiutare il suo amico perché, diavolo, si ritrovava a convivere con un fottuto bastardo che abusava psicologicamente e fisicamente di lui da tre dannatissimi anni. Non poteva semplicemente chiudere la bocca e ignorare quella faccenda, ma.
Era anche ben consapevole del fatto che quella fosse una situazione estremamente delicata e non poteva neanche essere trattata con superficialità. E in più lo sguardo disperato di Harry le stava stringendo il cuore in una morsa spiacevole. Alla fine sospirò e scosse appena il capo. Si sarebbe pentita di quella decisione, lo sapeva. Non era assolutamente ciò che avrebbe dovuto fare.
- Ti scongiuro, Allyson.
- Va bene. - acconsentì infine, riluttante.
- Promettilo. - esclamò lui. - Promettilo.
- Va bene. Lo prometto. Ma ti concedo solo un altro po' di tempo, Harry. Semmai la situazione dovesse peggiorare, non avrò altra scelta che dirlo ai ragazzi e portarti via da lui. Al sicuro.
Il riccio scoppiò a piangere il secondo successivo e la ragazza lo strinse a sé, attenta a non fargli troppo male, passandogli una mano tra i ricci e mormorandogli parole gentili nel tentativo di calmarlo.
- Mi dispiace. - singhiozzò lui, intensificando la presa sulle sue spalle.
- Per cosa?
- Non avrei dovuto coinvolgerti, Ally. - balbettò tra un singulto e l'altro. - Ben non è sempre così, lo giuro. Lui mi ama. Lo fa solo per me.
- Tesoro questo non è amore.
- Si, invece. Sono fortunato che lui mi voglia ancora accanto. Nessun altro potrebbe mai amare un completo disastro come me, capisci? Se lui mi abbandonasse io...non voglio rimanere solo, Ally. Non voglio.
Allyson tentò di contenere la propria ira mentre lo stringeva maggiormente a sé. Che cosa diavolo gli aveva detto quel bastardo per farlo arrivare ad una conclusione simile? Era totalmente disgustata da quell'uomo. Come poteva anche solo pensare di poter trattare in quel modo Harry, una delle persone migliori che esistessero a quel mondo?
- No, no. - gli prese nuovamente il viso tra le mani, guardandolo con una certa serietà. - Perché pensi questo?
- Perché è la verità. Ben...lui è arrivato persino a presentare la donna era con lui da Nando's come sua fidanzata al mio posto perché si vergogna di me. Si vergogna del suo stesso fidanzato! Ed è tutta colpa mia, capisci? Non riesco mai a combinarne una giusta, Ally. Mai. Non sono abbastanza per nessuno. Lui cerca di aiutarmi e tutto quello che io...
- No. - lo interruppe, scuotendo energicamente la testa. - Harry tu sei fottutamente meraviglioso, okay? E' lui a non essere abbastanza per te. Tu sei perfetto.
- Non mentirmi. - singhiozzò di nuovo il riccio, tremando. - Non farlo.
- Io non ti sto mentendo affatto. Questa è la verità, te l'assicuro. Il modo in cui Ben ti tratta, tutte le cose che ti dice...questo non è amare qualcuno, Harry. Questo non è amore. Non lo è.
- Basta. - Harry non riusciva a credere a quelle parole. Lui era un fottuto disastro. L'amica stava solamente tentando di tirargli su il morale, questo lo capiva, ma non voleva ascoltare niente di più. Era solo così stanco. Così dannatamente stanco. - Voglio solo dormire ora. Ti prego.
Lei annuì, anche se avrebbe voluto continuare quella conversazione perché voleva far comprendere al riccio quanto tutto quello fosse sbagliato. Decise però che c'avrebbe pensato dopo a quello. Almeno per il momento Harry aveva un disperato bisogno di riposare e lei in quell'istante non poteva insistere. Lo tirò su e lo condusse nella sua camera da letto, aiutandolo a togliersi le scarpe. Gli rimboccò le coperte non appena il riccio si distese stancamente sul letto e fece per ritornare in salotto, già pronta a dare di matto, ma lui, con le lacrime che ancora sgorgavano dai suoi occhi verdi e spenti, le afferrò debolmente il polso con una mano.
- Resti finché non mi addormento? - Allyson gli sorrise appena e acconsentì a quella richiesta, sistemandosi anche lei sotto le coperte.
- Avvicinati. - gli disse con fare materno, mentre lui chiudeva gli occhi e posava con titubanza il capo sul suo petto.
- So...so che ti sto chiedendo molto, Ally e ti ringrazio. Per tutto. - sussurrò lui, tirando su col naso. - Ti voglio bene.
La giovane riuscì a trattenere a stento il singhiozzo che le nacque dal petto nell'udire quelle parole. Si limitò a scompigliargli debolmente i ricci, mormorandogli un "anch'io" a malapena udibile, tentando di nascondere la voce spezzata.
- Mi svegli tra un'ora? Devo ritornare a casa per preparare la cena a Ben.
- Va bene, ma ora dormi.

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