Chapter 10

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Capitolo dieci

  Dicembre giunse con il solito gelo che aveva sempre caratterizzato la cara, vecchia Londra. Il Natale era ormai alle porte e a testimoniarlo v'era una sorta di elettricità nell'aria che rendeva tutti inspiegabilmente più rilassati ed euforici.
  I sorrisi, la neve candida che imbiancava le strade gremite di persone infagottate nei loro cappotti, le decorazioni e le luci accecanti ad ogni angolo della città. I regali sotto agli abeti addobbati, le case agghindante di rosso, oro e argento, i canti e gli jingle natalizi alla radio. L'affetto dei propri cari, l'insensata felicità che sembrava assalire ogni singola persona, persino la più burbera, e gli assistenti di Santa Claus che giravano per le strade augurando un felice Natale a chiunque gli passasse accanto.
  Harry amava il Natale. Sin piccolo aveva sempre atteso quel periodo dell'anno con una certa trepidazione, tentando di comportarsi da bravo bambino e mangiando sempre tutte le verdure che sua madre gli rifilava perché, come era solita ricordargli ogni anno, "Santa Claus non porta regali ai bambini che non mangiano i broccoli, Harry".
  La sua parte preferita - così come quella di tutti i bambini, d'altronde - era il momento dello scarto dei regali. Seduto sul pavimento di fianco a Gemma, adorava scartocciare quei pacchi che, con sua grande gioia, trovava sempre sotto il loro albero di Natale, per scoprire se il caro e vecchio Santa gli avesse consegnato il gioco richiesto nella solita lettera che, ogni anno, era spedita dritta al Polo Nord assieme a milioni di altre provenienti da ogni dove.
  Quando poi sua sorella, all'età di otto anni, gli aveva rivelato che Santa Claus non fosse altro che frutto di una leggenda pagana e che fosse, invece, Anne a comprare loro i regali ogni anno, Harry s'era sentito terribilmente preso in giro e aveva pianto per giorni, finché sua madre non gli aveva preparato i suoi muffin preferiti. In ogni caso non aveva permesso a quel piccolo dettaglio - per quanto devastante - di rovinargli il divertimento.
  Era entusiasmante addobbare l'albero e la casa assieme a sua madre e sua sorella, canticchiando le tradizionali canzoni natalizie e preparando i consueti dolci per la cena della Vigilia. Era una sorta di tradizione la loro, la quale era perdurata fieramente nel tempo.
Beh almeno fino a qualche anno prima.
  Da quando s'era trasferito con Ben le cose erano drasticamente cambiate. Certo, il Natale non aveva smesso di essere il suo periodo dell'anno preferito, ma.
  Se proprio doveva essere sincero, erano anni che non lo festeggiava per davvero con qualcuno. Ben lo lasciava sempre da solo per più di una settimana per poi ripresentarsi qualche giorno dopo capodanno con un sorriso sereno e riprendere la loro solita routine come se niente fosse. Harry non sapeva neanche dove andasse, né aveva mai avuto il coraggio di chiederglielo, troppo spaventato dalle eventuali conseguenze che si sarebbero potute ripercuotere su di lui, ma poteva affermare che l'unica nota positiva fosse proprio quella poiché 
per un po' di tempo poteva vivere senza la costante paura di combinare un disastro e ricevere la giusta punizione con la solita dose di lividi e ferite - fisiche e non - da parte del proprio fidanzato. Certo, quest'ultimo lo chiamava almeno due volte ogni singolo giorno per assicurarsi che lui restasse a casa e non avesse troppi contatti con i suoi migliori amici, ma era decisamente meglio che averlo intorno.
Lui ormai c'era abituato e aveva smesso di restarci troppo male, tentando di godere appieno di quella libertà che solitamente Ben, per chissà quale assurdo motivo, gli lasciava in quel periodo. Durante quelle festività se ne stava rintanato in casa con un buon libro tra le mani, chiamava periodicamente sua madre e Gemma e addobbava un piccolo alberello che aveva acquistato dal Tesco all'angolo senza dire nulla a Ben perché quest'ultimo, ormai, non gli permetteva più neanche di tenere in casa un dannatissimo albero di Natale.
La sera della Vigilia guardava il suo film preferito - Love Actually, ovviamente - rannicchiato sul divano del salotto con una pesante coperta sulle spalle. Il giorno di Natale passeggiava sugli stretti sentieri di Hyde Park, mentre all'anno nuovo si limitava ad osservare gli usuali fuochi d'artificio dal balcone del loro appartamento con una tazza di cioccolata calda a fargli compagnia. E a Los Angeles quelle abitudini, a parte per i luoghi, non erano cambiate per niente.
Mancavano un paio di giorni alla Vigilia di Natale e, anche quell'anno, Harry s'era già rassegnato all'idea di dover trascorrere per l'ennesima volta quelle vacanze da solo. O, almeno, questo era ciò che aveva immaginato quel martedì sera subito dopo la partenza di Ben.
Il giorno seguente, però, non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi nel suo appartamento i suoi due migliori amici che, senza alcun preavviso, l'avevano costretto a vestirsi rapidamente per poi trascinarlo all'appartamento di Eleanor, ignorando  le sue domande con una risata e una certa nonchalance. Non aveva dovuto attendere molto, comunque, per ricevere una risposta a quei quesiti.
  - Era ora che arrivaste! - li accolse la modella, un sorriso brillante e le mani posizionate sui fianchi magri.
Negli ultimi tempi Harry s'era ritrovato ad osservare il fisico slanciato e praticamente perfetto della ragazza, pensando sempre più spesso a quanto gli sarebbe piaciuto poter riuscire a raggiungere una forma fisica simile. Insomma, Ben desiderava avere accanto a sé qualcuno con la bellezza di Eleanor e Gwendolyn ne era la dimostrazione vivente. Avrebbe dato oro pur di trovarsi al posto della modella, davvero. Ci stava provando con tutto se stesso a cambiare per il suo ragazzo, ma niente sembrava funzionare e lui era solo così stanco.
  - Non guardare me! - Zayn interruppe quelle sue improvvise congetture, alzando le braccia e avviandosi in salotto.
  - Colpa sua! - l'irlandese indicò il riccio con fare divertito, prima di seguire il pachistano ed evitare l'occhiataccia di Harry.
  - Non preoccuparti, Harry! L'importante è che siate qui ora. Abbiamo del lavoro da fare.
  Eleanor lo spinse gentilmente verso il salotto, nel quale era riuniti tutti i loro amici. Allyson e Liam gli rivolsero un saluto appena accennato, mentre Louis si fiondò ad abbracciarlo calorosamente. Quando il più grande lo lasciò andare, il riccio cominciò a scrutare l'ambiente attorno a sé. Un abete spoglio di dimensioni esorbitanti svettava nel bel mezzo del grande salotto, degli scatoloni sigillati erano sparsi un po' ovunque e una canzone natalizia faceva da docile sottofondo.
  - Si può sapere che cosa sta succedendo? - chiese, il sopracciglio appena inarcato e un'espressione curiosa sul viso.
  - Ogni anno scegliamo un appartamento e addobbiamo l'albero di Natale tutti insieme. Quest'anno è toccato a quello di El. E' una sorta di tradizione che abbiamo dal nostro primo Natale assieme. - gli spiegò Ally, battendo le mani con fare eccitato. - Ed, Stan, Andy e il ragazzo sanguisuga di El non ci sono oggi, ma nessuno sente la loro mancanza. A parte quella di Ed, ovviamente.
  - Ehi. - la modella le schiaffeggiò la spalla con un piccolo broncio. - Max non è una sanguisuga!
  - Se lo dici tu.
  Harry non poté fare a meno di sorridere raggiante, mostrando le fossette e guardando con una certa eccitazione l'albero che avrebbero decorato di lì a poco. Dio, non stava più nella pelle. Era così felice di poter fare di nuovo una cosa simile assieme ai suoi amici.  Prima che il suo ragazzo cambiasse, Harry era solito occuparsi di tutti i tradizionali preparativi con Zayn e Niall, festeggiando poi assieme e scambiando i regali allo scoccare della mezzanotte.
Gli mancavano terribilmente quel tipo di cose. Una piccola parte di lui sperò di poter cambiare la situazione almeno per quell'anno. Harry non chiedeva molto. Gli sarebbe bastato anche solo trascorrere la Vigilia assieme ai suoi amici, niente di più. Sapeva, però, che probabilmente sarebbe andata a finire come al solito. In fondo, chi mai avrebbe desiderato per davvero passare del tempo con un disastro come lui?
  - Okay. - Liam si schiarì rumorosamente la gola. - Se voi due avete finito...grazie. Ora  diamoci da fare!
  - Esatto! - esclamò Allyson, scostandosi una ciocca color indaco dal viso. Incrociò le braccia al petto, salì su una delle poltrone con un'agile balzo e poi batté nuovamente le mani con foga. - El e Niall si occupano dell'apertura degli scatoloni e delle luci. Zayn e Liam sono gli addetti alla parte inferiore dell'albero mentre Louis ed Harry a quella superiore. Tutto chiaro?
  La maggior parte dei presenti grugnì, senza comunque poter nascondere il sorrisetto divertito sulle labbra.
  - E tu? - le chiese il riccio, divertito.
  - Io do le direttive, naturalmente. - Ally si strinse nelle spalle. - E metto la stella in cima.
  - Ma non è giusto. - si lamentò Louis, roteando gli occhi. - Noi facciamo tutto il lavoro sporco e tu, come al solito, ti prendi il merito solo per aver messo la stella. La tirannia della strega malvagia deve finire. Io mi oppongo.
  - Andiamo, Lou. - lo riprese Liam con una risata. - Lo sai che ogni volta è sempre la stessa storia. Diamoci una mossa e decoriamo quest'albero!
  Il liscio sbuffò, si lisciò il ciuffo color caramello con una mano e borbottò qualcosa di incomprensibile.
  - Non è giusto.
  - Si, si. - Allyson lo liquidò con un rapido gesto della mano. -  Al lavoro!
Molte ore più tardi Harry poteva affermare con certezza di non essersi mai divertito così tanto. C'avevano messo un secolo per addobbare quell'albero di dimensioni astronomiche.
Tutti assieme avevano cantato a squarciagola canti natalizi, aggiungendo palline e luci colorate ai rami dell'abete tra risate divertite e sguardi spensierati. Louis e Liam avevano continuato a farsi battaglia per tutto il tempo fino a che Allyson non s'era intromessa, solo per diventare poi la vittima dei due ragazzi che, a loro volta, erano poi scappati via dalla furia color indaco che minacciava di soffocarli. Il più grande s'era poi rifugiato tra le braccia del riccio mentre Ally si fiondava su Liam con l'intenzione di fargli il solletico. Il pachistano era rimasto a guardare quella scena con la sua solita, finta aria annoiata, reprimendo a stento un sorriso quando l'irlandese era corso in aiuto del castano. Alla fine Eleanor aveva intimato a tutti di ritornare a lavoro con uno sguardo decisamente spaventoso. Cinque minuti più tardi, in ogni caso, avevano ripreso a ridere e a scherzare come se niente fosse.
  Ora erano tutti intenti ad osservare il loro lavoro. Un'esplosione di luci colorate, palline rosse e dorate, finte stecche di caramelle, visi paffuti del vecchio Santa Claus e, infine, una delicata e luminosa stella - che Allyson aveva posizionato con l'ausilio di una scala e, probabilmente, si sarebbe anche spezzata l'osso del collo se non fosse stato per la prontezza di Niall nell'afferrarla giusto in tempo - svettava sulla cima.
  In sostanza, era venuto fuori un bell'albero. Potevano  ritenersi davvero soddisfatti di quel risultato. Harry lo era di sicuro, in ogni caso.
  - Che ne pensate? - fu Liam a rompere il silenzio dopo una manciata di minuti.
  - Credo che sia decisamente migliore di quello dell'anno scorso. - commentò Eleanor.
  - Ehi. - Allyson mise su un piccolo broncio, sbuffando rumorosamente. - Lo dici solo perché a te non piacevano le decorazioni a tema Harry Potter.
  - Si beh era orribile, Ally. 
- Vecchia Babbana.
  - Non era così male. - Niall circondò le spalle della venticinquenne un braccio. - Dico sul serio. Io l'ho adorato.
  - Si, esatto. - fece il pachistano, continuando ad osservare con aria critica l'albero di Natale che avevano davanti. - Anche questo è molto bello, comunque.
  - Mi piace moltissimo. - disse il riccio con un tono quasi estasiato.
  - Davvero?
  Il riccio sobbalzò leggermente, ancora perso nei propri pensieri, e sollevò gli angoli delle labbra in un sorriso prima di annuire energicamente.
  - E tu Lou? Che ne pensi? - chiese la modella con uno sguardo curioso.
  - Io penso che questo sia il migliore di tutti perché...- esitò per qualche istante, lanciando un'occhiata di sottecchi al riccio di fianco a lui. - ...perché Harry è qui con noi, no?
  Harry arrossì, schiuse leggermente le labbra e prese a fissare il più grande con un'espressione del tutto sorpresa. Lo pensava sul serio?
- Louis ha ragione. - proruppe il biondo, stringendo in uno dei suoi calorosi abbracci il migliore amico. Quest'ultimo s'irrigidì inconsapevolmente. Niall non si sarebbe mai permesso di alzare un dito su di lui, di questo n'era più che certo, ma quella reazione era divenuta per lui un riflesso del tutto spontaneo, ormai, e non riusciva ad evitarlo. - A me e a Zayn sei mancato così tanto, Hazza.
- Siamo tutti davvero felici che tu sia qui con noi, H. - fece Allyson sorridendogli.
  Il più piccolo guardò Zayn e i suoi occhi si fecero improvvisamente più lucidi. La sua attenzione si spostò sugli altri presenti e si sorprese di trovare espressioni sorridenti sui loro volti. Affondò il viso nella spalla dell'amico, rilassandosi finalmente in quella stretta. Strinse maggiormente le braccia attorno al collo dell'irlandese, inspirando lentamente, consapevole di trovarsi ad un passo dallo scoppiare in lacrime a causa dell'intensità di quel momento.
Da quanto non si sentiva così dannatamente amato?
Tanto, forse anche troppo tempo.
  - Tutto a posto, Haz? - gli sussurrò il biondo, il volto premuto nell'incavo del suo collo.
  - Adesso si.
  E se Liam notò lo sguardo carico di tenerezza che il suo migliore amico stava rivolgendo a quel riccio, nessuno avrebbe dovuto necessariamente saperlo.

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