Chapter 14

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Capitolo quattordici

- Harry ti prego. Dovrai pur mangiare qualcosa.
Niall lo supplicò ancora per quel che doveva essere la milionesima volta, l'espressione sconcertata e lo sguardo carico di preoccupazione.
Il riccio si limitò a scuotere il capo, continuando a fissare con occhi vuoti e spenti un punto imprecisato dinanzi a sé mentre giocava distrattamente con l'aereoplanino che pendeva dal suo collo. Zayn scambiò un'occhiata con la ragazza al suo fianco, sospirando impercettibilmente e osservando l'aspetto terribile del suo migliore amico.
La pelle più pallida del solito costellata da macchie scure, lividi sbiaditi e non, delle occhiaie profonde e gli occhi verdi perennemente lucidi privi di qualsiasi luce. Nelle ultime due settimane era riuscito a stento a chiudere occhio, evitando di mangiare se non forzato da qualcun altro e vomitando di continuo, spegnendosi sempre di più giorno dopo giorno, quasi come se stesse cercando di annullarsi.
- Puoi dirci almeno cos'è successo, Hazza? - chiese il pachistano con un tono vellutato.
Erano riusciti a capire unicamente che quel suo strano - e decisamente poco sano - comportamento avesse qualcosa a che fare con Louis, ma non erano stati in grado di ricavare alcun dettaglio da nessuno dei due.
Neanche il liscio, poi, sembrava essere molto in sé in quell'ultimo periodo, andando avanti con la sua vita quasi come se fosse un automa.
Sia Harry che Louis avevano smesso di sorridere, di vivere.
Le lacrime invasero nuovamente gli occhi del più piccolo e, nel giro di pochi secondi, si ritrovò a singhiozzare violentemente. Niall lo strinse a sé, tentando di calmarlo, così com'era accaduto negli ultimi giorni.
- Ora basta. - sbottò in un sussurro Zayn, non riuscendo più a sopportare la vista del suo migliore amico in quelle condizioni. - Voi occupatevi di Harry, okay? Io vado a parlare con Louis.
- Dagli un calcio nelle palle da parte mia. - si limitò a bofonchiare Allyson prima che lui recuperasse la propria giacca di pelle e uscisse dall'appartamento senza alcuna esitazione e la determinazione negli occhi.
Raggiunse casa di Louis e Liam nel giro di un quarto d'ora. Bussò energicamente alla porta subito dopo aver finito di fumare una sigaretta. Pochi secondi più tardi, Liam l'accolse con un'espressione sorpresa e un sorriso stanco.
- Ehi.
Lo fece entrare nell'appartamento per poi dargli una veloce bacio a stampo sulle labbra screpolate a causa del freddo, arrossendo leggermente. Zayn avrebbe voluto davvero soffermarsi a baciare il castano come si deve, ma, in quell'istante, le sue priorità erano altre.
- Dov'è Louis?
- Sono giorni che non esce dalla sua stanza se non per andare a lavoro. - Liam s'incupì e sospirò pesantemente. - Non so neanche cosa diavolo sia accaduto.
- Harry sta una merda. - l'informò il pachistano. - E' arrivato il momento prendere a calci in culo quell'idiota.
- Con molto piacere.
Zayn aprì la porta della camera di Louis senza neanche preoccuparsi di bussare, seguito silenziosamente dalla presenza confortante del suo ragazzo. Trovò il liscio seduto sul pavimento, l'aspetto del tutto trasandato, la barba incolta e delle occhiaie non indifferenti. Stringeva la sua vecchia chitarra acustica nelle braccia, un'agenda giaceva aperta davanti a lui e una penna era stretta tra le sue labbra sottili.
- Hai un aspetto fottutamente orribile, amico.
Louis lo ignorò completamente, continuando a strimpellare qualche nota sconosciuta sulle corde della chitarra.
- Dobbiamo parlare. - Zayn s'accucciò davanti a lui, premendo una mano sulle corde dello strumento per costringerlo a guardarlo negli occhi. - Si tratta di Harry.
Louis fece cadere la penna dalla bocca e mise da parte la chitarra con fare arrendevole, sospirando impercettibilmente.
- Cosa?
- Sta malissimo, Louis. Non dorme, non mangia, vomita anche l'anima, piange in continuazione e rischia di avere un fottuto attacco di panico ogni dannata volta che gli chiediamo perché si trova in quello stato.
Il liscio spalancò gli occhi, distogliendo lo sguardo da quello di Zayn, mentre il senso di colpa cominciava rapidamente a pervaderlo più di quanto non avesse già fatto sino a quel momento.
Che cosa stava combinando?
- Io l'ho baciato. - esalò infine dopo qualche istante, guardando i suoi amici con una certa disperazione negli occhi azzurri. - Pensavo che lui non volesse più avere niente a che fare con me e io...ho smesso di parlargli.
- Sei un coglione. - gli disse il pachistano senza mezzi termini.
- A cosa diavolo stavi pensando? - lo rimproverò Liam, le braccia incrociate e lo sguardo esasperato. - Si, non avresti dovuto baciarlo perché lui è fidanzato, macosa cazzo ti è saltato in testa? Da quand'è che scappi, Louis? Da Harry, poi, e non da un completo sconosciuto!
- Ho solo peggiorato le situazione, non è vero? - Louis imprecò sommessamente, nascondendosi il viso nelle mani.
- Ora, però, hai l'occasione di rimediare. - Zayn gli mise una mano sulla spalla, stringendola appena come a volerlo incoraggiare.
- E se adesso lui non volesse davvero più vedermi? Ho mandato tutto a puttane!
- Credimi se ti dico che lui ha un fottuto bisogno di te. Più di quanto ne abbia di noi, Lou.
- Per cui alza quel culo, fatti una cazzo di doccia e poi va a parlare con Harry. - esclamò Liam, incitandolo a darsi una mossa.
Louis annuì e s'alzò di scatto senza protestare, filando dritto nel bagno adiacente alla sua stanza.
- Cazzone. - esalò a mezza voce il suo migliore amico, roteando appena gli occhi.
- Guarda che ti ho sentito, Payne.
Un'ora più tardi Louis prese un grosso sospiro, lisciandosi il ciuffo con una mano e mordicchiandosi con forza l'interno della propria guancia per qualche secondo. Si trovava dinanzi alla porta dell'appartamento di Allyson - poiché Harry si trovava lì assieme a lei e Niall - ed era terribilmente nervoso. Avrebbe preferito evitare quel chiarimento, temporeggiare ancora per qualche giorno, ma.
Stava letteralmente impazzendo senza la presenza costante del riccio al proprio fianco.
Inoltre aveva combinato un disastro, causando così tanta sofferenza al ragazzo di cui s'era perdutamente innamorato, e dunque aveva il dovere di rimediare a quella maledetta situazione.
Si schiarì leggermente la gola e poi, prima che il poco coraggio che l'aveva condotto sin lì se la desse a gambe levate, bussò alla porta con decisione, cominciando a radunare i propri pensieri per mettere assieme un discorso decente che non lo facesse sembrare un completo idiota.
Fu la ragazza ad aprirgli. La venticinquenne lo squadrò con un'aria omicida per almeno una manciata di minuti prima di lasciarlo entrare senza neanche rivolgergli un saluto.
- Ti faccio entrare solamente perché devi risolvere il disastro che hai combinato. - chiarì lei, sbattendo la porta con forza e conducendolo in salotto subito dopo avergli dedicato un'altra occhiata fulminante. Louis si limitò a sospirare pesantemente perché, in fondo, se lo meritava.
Trovò Harry con il capo mollemente posato sulla spalla di Niall, il quale, con un braccio attorno alla sua vita, teneva lo sguardo fisso sull'episodio di The Walking Dead che stavano dando in tv. Allyson si posizionò dinanzi ad Harry e si piegò leggermente sulle gambe per arrivare alla sua altezza e sussurrargli qualcosa con un piccolo sorriso incoraggiante.
Qualche secondo più tardi Harry alzò la testa e si voltò nella direzione del più grande.
- Lou...- emise in un sussurro, incapace di credere a ciò che i suoi occhi stavano vedendo.
Louis era lì. Proprio davanti a lui. Non riusciva a crederci.
Il liscio, d'altro canto, non appena poté osservare con più attenzione il volto dell'altro, ogni suo buon proposito si distrusse nel giro di pochi istanti. Trovarlo in quelle condizioni lo colpì dritto al cuore e si ritrovò a trattenere il respiro, realizzando ancora di più quanto male gli avesse causato.
- Harry io...
Louis non riuscì a concludere quella frase. Il riccio lo travolse - letteralmente - e si ritrovò a battere dolorosamente il fondoschiena sul pavimento, completamente sconvolto dalla reazione dell'altro. Harry affondò il viso nell'incavo del suo collo, singhiozzando violentemente e stringendogli le braccia alla nuca. Il più grande riuscì a fingere un certo contegno, ricambiando quella stretta con tutta la forza che avesse in corpo e prendendo a mormorare parole confortanti all'orecchio del riccio. Restarono in quella scomoda posizione per quel che parvero ore prima che Louis decidesse di prendere il controllo della situazione. Fece per distanziarsi leggermente da Harry, ma quest'ultimo sembrò aumentare l'intensità del suo pianto, cominciando a balbettare parole sconnesse cariche di spavento.
- Non mi lasciare di nuovo, Lou.
Il cuore di Louis emise un crack rumoroso nell'udire quelle parole. Lo strinse nuovamente a sé, pressando le labbra sulla sua fronte.
- Non ti lascio, piccolo. - gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarlo. - Solo...alziamoci da qui, okay?
Harry annuì e si staccò con riluttanza da lui. Una volta in piedi si strinse nuovamente a Louis e quest'ultimo condusse entrambi sul divano, di Niall ed Allyson neanche l'ombra.
Il più piccolo si posizionò sul suo grembo, tirando su col naso e raggomitolandosi il più possibile contro il suo petto, sebbene lui fosse decisamente più alto del liscio.
- Mi dispiace, Hazza. - cominciò Louis dopo qualche istante di incertezza. - Non avrei dovuto ignorarti in quel modo. Avremmo potuto discuterne assieme e tutto sarebbe ritornato come prima. Mi dispiace così tanto.
- Non andare mai più via. - lo pregò il riccio, la voce arrochita a causa del pianto. - Per favore.
- Te lo prometto, Harry.
- Pinky Promise?
- Pinky Promise. - promise solennemente Louis, stringendo con delicatezza il mignolo che l'altro gli aveva porto.
- Mi sei mancato così tanto, Lou. Così tanto.
- Anche tu, piccolo.
- E' stato un inferno. - Harry strinse la maglia del più grande con una mano, ignorando completamente la vocina nella sua testa, la quale aveva cominciato a ripetergli di non avere molto tempo a disposizione poiché Ben sarebbe andato su tutte le furie ancora una volta se non fosse ritornato all'appartamento in tempo per preparargli la cena. - Mi dispiace per tutto. Io non avrei dovuto...lo so di essere un disastro, okay? E ora tu hai finalmente realizzato quanto io sia sbagliato e so che adesso probabilmente non vorresti più avere a che fare con me, ma ti prego...io...non ci riesco...ho bisogno di te. Nel giro di pochi mesi sei diventatofondamentale per me. Io...so di non essere abbastanza per nessuno. Non meriterei neanche di respirare la vostra stessa aria, ma non posso...sei l'unico che riesca a farmi sentire completamente al sicuro da tutto il resto e da lui, io...
Harry non riusciva a fermare quel flusso di parole. Una piccola parte di lui era perfettamente consapevole di ciò che stava dicendo e avrebbe voluto fermarsi, ma.
In quel momento la sua mente era quasi del tutto annebbiata dal bisogno di far capire a Louis quanto importante fosse per lui, di quanto fosse stato difficile sopportare tutto senza la sua presenza e le sue parole rassicuranti.
Sapeva di star esagerando. Sapeva di star fornendo fin troppi dettagli, ma la disperazione che aveva sentito in quell'ultimo periodo era stata devastante e lui non voleva assolutamente fare di nuovo quella fine.
Louis, intanto, lo stava guardando con un'espressione sbalordita, le labbra schiuse e gli occhi spalancati. E se da un lato era felice del fatto che il riccio lo considerasse una persona fondamentale nella sua vita, dall'altra non riusciva a capacitarsi di ciò che gli stava dicendo. Proprio come la volta in cui gli aveva chiesto il motivo per cui non mangiava e lui era scoppiato in lacrime, continuando a ripetere di quanto non fosse abbastanza, di quanto desiderasse poter soddisfare le richieste del suo ragazzo.
Il più grande gli afferrò il viso tra le mani con una certa delicatezza, fece combaciare le loro fronti e poi cominciò ad lavare via le lacrime con i pollici. Interruppe quella fuoriuscita di parole mormorando lievemente il suo nome e guardandolo dritto negli occhi verdi ricolmi di lacrime.
- Al sicuro da chi, Harry? - gli domandò, tentando di trasmettergli tutta la tranquillità possibile.
Il riccio scosse la testa, maledicendosi mentalmente. Rimase in silenzio perché non avrebbe mai ammesso - neanche a se stesso, probabilmente - di essere arrivato al punto di aver paura di rimanere nel suo stesso appartamento, di essere persino terrorizzato del suo stesso fidanzato. Il liscio si limitò a sospirare appena, conscio del fatto che non sarebbe riuscito a ricavare alcuna informazione dall'altro. O, almeno, non in quel momento.
- Dovresti piantarla di pensare certe cose di te, piccolo. Tu sei molto più che abbastanza, dico davvero. - Louis cambiò argomento e dovette reprimere a stento il desiderio pressante di saggiare ancora una volta le invitanti labbra rosse e gonfie del riccio di fronte a lui. - E non hai bisogno di scusarti. E' stata colpa mia.Sono io che ho rovinato tutto con quel bacio, sono io che ti ho fatto del male. Non avrei dovuto sparire in quel modo e mi dispiace moltissimo per questo, Hazza.
- No. - Harry posò a sua volta le mani sul viso dell'altro, avvicinando ancora di più i loro volti. - So che non avevi davvero intenzione di farlo ma io ho risposto a quel bacio e tu hai fatto la cosa giusta perché...
- Che diavolo stai dicendo? - Louis s'allontanò appena, senza lasciare la presa sul suo volto. - Io ti ho baciato perché lo volevo. Tu...tu non hai la minima idea di quanto io desideri farlo. Io...io vorrei baciarti così tanto, Harry, e in ogni momento della giornata. Vorrei farlo anche in questo preciso istante.
- Perché? - gli chiese il riccio in un soffio, il cuore che batteva furiosamente nel petto, le mani che tremavano impercettibilmente e il pensiero di Ben ormai del tutto abbandonato in un angolo remoto del suo cervello.
Louis sospirò ed esitò per qualche istante, indeciso. La cosa giusta sarebbe stata quella di dirgli la verità, e cioè di confessargli tutto ciò che provava nei suoi confronti da quel che erano mesi, ormai. Lui, però, era fidanzato. Con un bastardo che non l'apprezzava e gli faceva credere di non essere abbastanza per nessuno, certo, ma pur sempre fidanzato.
In un istante di poca lucidità, però, mandò al diavolo tutto perché, a quel punto, tirarsi indietro sarebbe stato del tutto inutile.
- Cazzo. Non ho neanche il diritto di dirtelo, ma...Harry io sono innamorato di te.
Quelle parole furono in grado di riscaldargli le viscere e qualcosa dentro di Harry scattò. Senza nemmeno rendersene conto, premette le proprie labbra su quelle sottili del più grande. Un vortice di emozioni lo colpì appieno e si ritrovò ad aggrapparsi alle sue spalle, stringendosi a lui il più possibile. Una volta superata la sorpresa iniziale, Louis rispose al bacio con delicatezza.
Fu un semplice e gentile sfregamento di labbra, proprio come il loro primo bacio.
Qualche istante più tardi, Harry si staccò lentamente, le guance arrossate e gli occhi sgranati. Si chiese cosa diavolo gli fosse venuto in mente perché lui aveva un fottuto fidanzato. Eppure neanche quella volta riuscì a sentirsi in colpa. Per niente.
- Io...- balbettò il riccio, nel tentativo di giustificarsi in qualche assurdo modo, spaventato dal fatto che Louis potesse scappare di nuovo. Il liscio però lo zittì con un altro bacio leggero.
- Non devi sentirti costretto a dover ricambiare i miei sentimenti, piccolo. - Louis abbozzò ad un sorriso. - So perfettamente che tu hai un fidanzato e probabilmente in questo momento sei molto confuso. Voglio solo dirti che ti aspetterò, Harry. Sarai costretto ad avermi attorno per un bel po' perché questa volta non ho nessuna intenzione di scappare come un idiota.
- Lou...- ed Harry avrebbe dovuto dirgli che lui non avrebbe mai potuto lasciare Ben. Avrebbe dovuto dirgli che sarebbe stato meglio se lui si dimenticasse di quei sentimenti perché nonostante avesse cominciato a provare qualcosa per lui, Ben restava ugualmente il suo ragazzo e l'avrebbe ucciso. Avrebbe ucciso sia lui che Louis se solo avesse saputo tutto quello, ma non lo fece. - ...resterai? Qualsiasi cosa succeda?
- Te l'ho promesso anche prima, Hazza. Non ti lascio. - il liscio osò sfregare nuovamente le loro labbra in un lieve bacio e fu sollevato di non trovare alcuna resistenza. - Qualsiasi cosa succeda.

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