Capitolo sette
Harry era sempre stato affascinato dalla preparazione dei dolci.
Da piccolo sua madre lasciava sempre che l'aiutasse quando doveva preparare i suoi famosi biscotti natalizi - quelli con la granella alla nocciola per cui tutti stravedevano - oppure i gustosi muffin alla vaniglia, dei quali aveva una ricetta segreta che aveva permesso solo a lui di vedere. Lavorare nella piccola pasticceria londinese, poi, gli era stato utile per affinare le proprie abilità e gli aveva permesso di imparare i segreti che si celavano dietro quelle ricette che, ad un primo sguardo, sembravano sempre più complicate di quanto lo fossero in realtà.
Ciò che più l'attraeva erano i vari procedimenti che, se eseguiti nel modo corretto, potevano dar vita a straordinarie prelibatezze dall'aspetto differente di volta in volta. E, inoltre, il pensiero che quei dolciumi non fossero altro che il risultato dell'unione di più ingredienti, non poteva far altro che stupirlo ogni volta.
Ad Harry piaceva pensare che dietro, oltre alle reazioni chimiche e alle formule fisiche, vi fosse soprattutto della magia. Un po' come le pozioni che venivano preparate dagli studenti ad Hogwarts. Sul serio, dare vita a quelle leccornie era una delle cose che preferiva di più al mondo. L'aiutava a distrarsi, a non pensare a nient'altro che non fosse l'esecuzione della ricetta.
In qualche assurdo modo preparare dolci riusciva a tranquillizzarlo. Era come se la cucina alla Road House fosse diventata la sua piccola bolla di felicità, resistente a qualsiasi problema o fattore esterno.
Più o meno.
- Oh mio dio. Hai preparato una Red Velvet Cake?
Allyson - all'esatta ora di tutti i giorni - arrancò nella cucina per la pausa pranzo con una smorfia stanca sul viso e non appena vide quella torta dall'aria gustosa strofinò i palmi delle mani tra di loro, esaminando con desiderio crescente il dolce che Harry aveva appena finito di decorare. Aveva dei delicati batuffoli vermigli di crema lungo il suo perimetro e delle piccole rose rosse di glassa nel centro.
- Quella è per i clienti, Allyson. - le ricordò il riccio, ponendo la torta nel frigorifero e tirandone fuori una seconda identica alla prima, solo di dimensioni più piccole e con una differente decorazione. - Questa, invece, puoi mangiarla.
- Mi stai dicendo di averne preparata un'altra solo per me? - esclamò la ragazza, un sorriso enorme sulle labbra. - Sarei disposta a diventare un uomo solo per sposarti, H.
- E Niall, poi? Rimarrebbe senza la sua ragazza! Inammissibile. - la canzonò lui mentre s'accingeva a tagliare una grossa fetta di torta per la giovane. Quest'ultima arrossì, borbottando qualcosa che riuscì a malapena a comprendere - "di quale ragazza stai parlando, idiota" - e poi recuperò una forchetta. Ringraziò l'amico con un mormorio, saltò sul banco come al solito e cominciò a mangiare la torta con un certo entusiasmo.
- Dico davvero, Harry. Se tu non fossi già occupato, probabilmente cercherei di farti passare al lato oscuro. I tuoi dolci stanno seducendo il mio stomaco.
Harry scoppiò a ridere, incrociò le braccia al petto e sollevò leggermente un sopracciglio. Quella ragazza le ricordava Niall così dannatamente tanto da avere quasi l'impressione di trovarsi dinanzi alla sua versione femminile.
- Davvero? E come riusciresti a farmi passare al lato oscuro, sentiamo.
La venticinquenne mandò giù un altro pezzetto di Red Velvet Cake, assumendo un'espressione pensierosa.
- Prometterei di essere la madre dei tuoi dodici figli. - proruppe infine, divertita. - E non mentirmi perché lo so che tu vuoi una montagna di bambini.
- Okay, mi hai beccato. - il ragazzo non poté fare a meno di ridere ancora una volta. - E' un bel piano, comunque.
- In ogni caso, oggi chiudiamo alle 15. El ha una sfilata importante questa sera e vuole che dopo l'accompagni anche ad una sottospecie di afterparty o qualcosa del genere. - lo informò subito dopo Allyson, facendo oscillare distrattamente le gambe incrociate. - A dire la verità ho smesso di ascoltarla dopo averla sentita nominare Emma Watson. Se le voci sono vere ci sarà anche lei lì e io, molto probabilmente, morirò di infarto precoce.
- E poi chi manderà avanti la baracca? - fece il ricco, fingendosi preoccupato.
- Nel mio testamento c'è scritto il tuo nome a lettere cubitali, H. Sono sicura che farai un buon lavoro.
Ally gli assestò una pacca sulla spalla, ridacchiando sommessamente. Il più piccolo si morse il labbro inferiore con forza, imponendosi di non lasciar trasparire il dolore che la ragazza gli aveva inconsapevolmente inflitto. Aveva centrato l'esatto punto della spalla che aveva battuto violentemente sulla spalliera del letto la notte precedente. Ben - come se fosse una novità - non era stato molto gentile durante la solita scopata e lui aveva dolori e lividi un po' ovunque.
Naturalmente questo Allyson non doveva saperlo, per cui nascondere la propria sofferenza e sopportare in silenzio era il minimo che potesse fare se non voleva che lei cominciasse a fare domande davvero fin troppo scomode. Lei, però, doveva aver notato la smorfia sofferente che gli era apparsa sul viso per quella frazione di secondo, poiché mise su un'espressione confusa e lo guardò con preoccupazione palese.
- Che succede?
- Nulla! - sbottò lui, sfuggendo alla sua presa con un sorriso nervoso.
La ragazza posò il piattino, ormai vuoto, sulla superficie del banco accanto a lei e socchiuse gli occhi, osservandolo con sospetto.
- Non mentirmi.
- Uhm...mi sono fatto male...di nuovo. - fece il più piccolo, distogliendo lo sguardo dagli occhi scuri di lei. - Sono andato a finire contro la spalliera del letto mentre io e Ben...lo sai, no? Niente di cui preoccuparsi.
Il che non era una vera e propria bugia, per cui, tecnicamente, non le stava mentendo. Aveva solamente omesso una parte della verità, ecco tutto.
- Guardami, Harry. - fece lei, il tono di voce improvvisamente austero.
Harry deglutì a vuoto, osservandola a sua volta per dei brevi istanti. Non l'aveva mai vista con quell'espressione così seria in volto e sperò con tutto il cuore che niente di quello che stava per dire riguardasse ciò che v'era dietro i suoi lividi.
- Non voglio credere a ciò che penso, ma ho bisogno di risposte. - iniziò lei con lentezza, scegliendo attentamente le parole da utilizzare, come se avesse il timore che lui potesse scappare da un momento all'altro. - Non è stato Ben a farti intenzionalmente quello, vero?
Harry spalancò gli occhi, indietreggiò di qualche passo e deglutì rumorosamente.
Non stava succedendo sul serio. Allyson non glielo stava chiedendo per davvero.
- Cosa? - mormorò, schiarendosi appena la voce. - Lui mi ama. Ben non oserebbe mai fare una cosa del genere.
- E' la verità, Harry?
- C-certo! - balbettò lui. - Come puoi anche solo pensare ad una cosa simile? Lo sai che mi faccio continuamente male perché sono un fottuto disastro ambulante! Sono fortunato ad avere una persona come lui al mio fianco e...e anche se qualche volta non è gentile con me, lo fa solo per il mio bene! Mi ama e vuole che io impari la lezione per essere un fidanzato migliore!
Sia Allyson che il riccio spalancarono gli occhi all'unisono, la sorpresa dipinta sui loro volti. Lei non riusciva a credere a ciò che aveva appena udito. Lui non riusciva a spiegarsi come diavolo avesse potuto farsi scappare quelle parole decisamente di troppo.
- Che significa? - domandò lei con voce ferma, sebbene fosse terrorizzata da quel che avrebbe potuto scoprire.
- Non è come pensi. - in quel momento Harry stava letteralmente tremando, imprecando silenziosamente e dandosi dell'idiota per averle detto una cosa simile.
- Che significa, dannazione? - ripeté lei, balzando giù dal banco e avvicinandosi maggiormente al ragazzo. Quest'ultimo deglutì, le spalle al muro e il cuore che batteva rapidissimo nella cassa toracica.
- Io...
Il suono delicato dei campanelli che cozzavano leggeri tra di loro, seguito da un paio di risate familiari, interruppe qualsiasi cosa stesse per dirle in quel momento.
- Ragazzi, sto morendo di fame. Ho bisogno dei magici cupcake del mio migliore amico! - la voce allegra dell'irlandese sembrò risuonare nell'intera sala da tè.
Allyson guardò il ragazzo con uno sguardo indecifrabile, mentre lui la supplicava con gli occhi di non dire nulla. Alla fine la giovane sospirò rumorosamente e gli sussurrò un rapido "non finisce qui", prima di lasciarlo solo. Harry tirò un sospiro di sollievo mentre tentava di tranquillizzarsi.
Dio, era un tale disastro.
Ally stava per scoprire ogni cosa e lui non poteva assolutamente permettere che qualcosa del genere potesse accadere di nuovo. Se non voleva che la situazione peggiorasse, da quel momento in poi avrebbe dovuto fare più attenzione a ciò che diceva.
Si stampò un finto sorriso sulle labbra arrossate e seguì la giovane in sala, portandosi dietro la torta e un paio di posate e piattini puliti. Salutò Niall e Zayn con quello che sperò sembrasse un "ehi" abbastanza allegro e posizionò la torta al centro del tavolo dov'erano seduti. Tagliò un paio di fette per loro e poi si sedette sulla sedia accanto al pachistano, fingendo di essere tranquillo mentre s'aggregava alla conversazione che la ragazza aveva messo su, chiedendo della loro giornata.
-E' tutto a posto? - gli domandò a voce bassa Zayn, stringendogli delicatamente la gamba con la mano tatuata.
- Certo, Zay. Non preoccuparti. Va tutto alla grande.

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Don't let me go
Roman pour Adolescents[Harry/Louis, accenni Niall/OC] [Abused!Harry, Musician!Louis] [Minimal Text!AU] [Abusive Relationship, Sexual/Physical Abuse, Emotional/Psychological Abuse, Panic Attacks] [Avvertenze: Angst, Hurt/Comfort] [Note: Scene di sesso tra M/M, Louis!Top]...