Chapter 13

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Capitolo tredici

- Tu sei mio, Harry. Mio e di nessun altro.
Ben pressò nuovamente l'estremità ardente della sigaretta sulla pelle di Harry. Quest'ultimo lanciò un grido sofferente, singhiozzando con violenza.
- Scommetto che nessun'altro a parte me potrà mai volerti se ti rendo più disgustoso di quanto tu già sia.
Il riccio gridò ancora, pregando il suo ragazzo di smetterla, il dolore lancinante che lo pervadeva ogni qualvolta la sigaretta affondava su un punto preciso della sua cute.
- 'Sta zitto! - l'uomo lo schiaffeggiò con forza, ghermendogli il collo con una mano e poggiando la sigaretta nel centro esatto del suo labbro inferiore per qualche secondo, provocandogli l'ennesimo grido straziante. - Nessun'altro a parte me vorrà baciare le tue labbra dopo questo.
- Ti prego, basta.
- Appartieni solo a me, lurida puttana. E quando avrò finito nessun'altro vorrà più provarci con te.

Harry strinse i denti e strizzò gli occhi, lasciandosi scappare un mugolio dolorante mentre il getto d'acqua fredda colpiva l'escoriazione sul suo braccio destro. Poco dopo Allyson chiuse di scatto il rubinetto per poi versare dell'acqua ossigenata direttamente sulla sua ferita. Il ragazzo imprecò a denti stretti a causa del bruciore, tentando di prendere dei respiri profondi per riuscire a calmarsi.
- Ecco fatto. - esalò un paio di minuti più tardi la più grande, dopo avergli messo attentamente una garza sulla parte lesa e fasciato accuratamente il braccio. - I segni delle bruciature non andranno via. Lo sai questo, vero?
Harry annuì lentamente per poi mormorare un ringraziamento a malapena udibile. Si scostò un riccio dal viso, abbandonandosi completamente contro lo schienale della sedia e osservando di sottecchi i movimenti scattosi della venticinquenne, la quale stava meticolosamente mettendo in ordine il kit di pronto soccorso.
- E dovrai coprirti quel brutto livido se non vuoi che nessuno faccia domande. - gli ricordò con un tono di voce secco per poi allungargli una tazza ricolma del tè bollente che aveva preparato appena poco prima. Il riccio abbassò lo sguardo sul liquido scuro, sospirando impercettibilmente. - Dimmi un po', H. Che scusa ha usato questa volta?
Allyson non aveva alcuna intenzione di essere così brusca con lui in quel momento, ma.
Sul serio, non era più in grado di stare ferma a guardare. Per l'ennesima volta l'amico s'era presentato a casa sua con un occhio nero, dei nuovi lividi sulla pelle, delle bruciature di sigaretta sulle labbra, sul collo e sul petto e un'escoriazione al braccio dall'aspetto terribilmente doloroso. Non aveva neanche voluto sentire quale scusa avrebbe utilizzato quella volta e s'era occupata di lui esattamente come stava accadendo sempre più spesso negli ultimi tempi.
- Lui...- Harry deglutì, affondò gli incisivi nel labbro inferiore e si lasciò scappare un sospiro tremolante. - ...è stata colpa mia.
- Oh, ma davvero? - fece lei, fingendosi sorpresa. - E cos'hai fatto di sbagliato? Hai bruciato la cena? Oppure hai rotto un bicchiere come l'ultima volta? Oh no, aspetta. Non dirmi che hai osato chiedergli di nuovo dove ha passato la notte?
- Piantala. - farfugliò debolmente lui, evitando volutamente il suo sguardo. Si portò una mano al collo, alla ricerca di una collana che non aveva e s'impose di trattenere le lacrime che minacciavano di sgorgare per l'ennesima volta dai suoi occhi e, alla fine, raccontò cos'era accaduto alla ragazza, la voce ridotta in un mormorio appena poco udibile. - Ben ha visto la collana che Louis mi ha regalato al compleanno. Era convinto che l'avessi tradito con qualcun altro e l'ha rotta prima che riuscissi a dirgli che fosse un regalo di Niall e Zayn.

- Chiudi gli occhi, piccolo.
- Perché?
- Tu fallo e basta. - Louis gli schioccò un bacio leggero sulla guancia, per poi sorridergli con fare eccitato. - Fidati di me.
Harry abbassò le palpebre con una scrollata di spalle, prendendo a mordicchiarsi le labbra e chiedendosi con curiosità quali fossero le intenzioni del più grande. Non dovette attendere molto tempo per scoprirlo. Qualche istante più tardi, infatti, sentì qualcosa di freddo sfiorargli la pelle del collo e un peso lieve cadergli dolcemente sul petto.
- Buon compleanno, Harold.
Il più piccolo aprì gli occhi con cautela e portò automaticamente la propria attenzione sulla collanina che giaceva indisturbata sul maglioncino che indossava. Prese con una certa delicatezza il piccolo ciondolo a forma di aereoplanino di carta nella mano e l'esaminò con cura mentre un piccolo sorriso nasceva spontaneo sulle sue labbra arrossate e un piacevole tepore si sprigionava nel suo petto.
- Non dovevi, Lou.
- Ti piace? - gli chiese Louis, continuando a sorridergli con fare raggiante, sebbene una scintilla di agitazione si celasse all'interno delle sue iridi chiare.
- Lo adoro. E' il più bel regalo che abbia mai ricevuto, dico davvero. - e per la prima volta fu Harry ad abbracciarlo, affondando il viso nella sua spalla e inspirando il suo profumo. - Grazie, Lou.
- E' un piacere, piccolo.

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