Chapter 19

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Capitolo diciannove

Three years later


- Dunque abbiamo ancora... - la dottoressa lanciò un'occhiata al suo orologio da polso, prima di spostare nuovamente la propria attenzione sul paziente dinanzi a lei. - ...una decina di minuti. Ti va di raccontarmi di ieri sera?
Nel ripensare alla sera precedente le labbra di Harry si stirarono inconsapevolmente in un sorriso, le guance leggermente arrossate e lo sguardo felice. Lui e tutti gli altri erano usciti per festeggiare la pubblicazione del romanzo che Allyson aveva scritto con grande impegno durante l'ultimo anno. Harry ricordava ancora perfettamente il giorno in cui l'amica s'era messa in testa di diventare una scrittrice, rispolverando il suo vecchio sogno, quello che non era riuscita mai a realizzare. Sino a quel momento, almeno.
Era stata una cena allegra, seguita da una partita a bowling alquanto divertente - vedere Niall, Louis, Liam ed Ally comportarsi come dei bambini al parco giochi era stato davvero esilarante - ed Harry, come accadeva da un po' di tempo a questa parte, era riuscito a godersi quell'uscita senza essere terrorizzato all'idea che lui potesse sbucare all'improvviso e fargli del male. Non doveva più preoccuparsi di lui, il quale, dopo il lungo ed estenuante processo che avevano affrontato, si trovava finalmente dietro le sbarre per scontare la propria pena dopo tutto il dolore, fisico e psicologico, che gli aveva causato.
Molte cose erano camnbiate negli ultimi tre anni, ed Harry non poteva che esserne grato.
Liam e Niall erano diventati ufficialmente dei produttori, con la loro casa discografica - la Horan&Payne - che contava già un paio di giovani talenti diventati discretamente popolari negli ultimi tempi grazie all'uscita del loro primo album. Ed e Louis, invece, aveva finalmente firmato un contratto con la Horan&Payn e presto avrebbero cominciato ad incidere il loro primo disco. La popolarità di El era cresciuta a dismisura e adesso, oltre al lavoro di modella, aveva anche creato una linea di cosmetici a suo nome. Programmava di crearne anche una di abiti molto presto
Harry, invece, s'era iscritto alla facoltà di Lettere, continuando a lavorare con Ally alla Road House. Inoltre aveva fatto dei progressi enormi. Grazie all'aiuto professionale della dottoressa Janis - e, naturalmente, al supporto dei propri amici e familiari - era riuscito a superare quasi del tutto quel trauma, sebbene avesse ancora degli incubi che ritornavano a tormentarlo di tanto in tanto. Ma di quelli se ne occupava sempre Louis.
Il riccio affondò gli incisivi nel proprio labbro inferiore al pensiero di quella persona, nel tentativo di nascondere il sorriso spontaneo che nasceva ogni qualvolta la sua mente si soffermava a pensarlo, a ricordare le sue parole, i gesti, gli sguardi.
Una strana sensazione attanagliò improvvisamente il suo stomaco e si costrinse a rivolgere la propria attenzione alla donna di fronte a lui, la quale attendeva pazientemente la sua risposta, un sorriso d'incoraggiamento sulle labbra e lo sguardo sinceramente curioso.
- E' andata bene. - le disse. - Abbiamo cenato al ristorante preferito di Ally e poi siamo andati al bowling. Era da quando avevo sedici anni che non andavo a giocare a bowling, sai? E' stato come se fossi ritornato adolescente per qualche ora.
- Sono felice che tu ti sia divertito. - la dottoressa fece una pausa, giocando distrattamente con una ciocca di capelli biondo scuro. - Non è accaduto niente di particolare di cui vorresti parlarmi?
E a quella domanda - Harry immaginava che sarebbe arrivata, prima o poi, conoscendo l'approccio della dottoressa Janis - arrossì, imbarazzato, tossicchiando con il pugno davanti alla bocca. Janis si limitò a guardarlo con un sopracciglio leggermente sollevato, nascondendo il proprio divertimento perché, sebbene fosse arrivata a considerare Harry un amico dopo tutto quel tempo, durante le loro sedute aveva sempre il dovere di mantenere una certa professionalità.
- Uhm. Tutti erano decisamente ubriachi, eccetto me e Liam, e...come accade di solito quando tutti sono sbronzi, siamo andati a casa di El per la notte. Niente di nuovo, giusto? - il riccio si fece scappare una risatina nervosa. - Io non riuscivo a dormire e mi sono alzato con l'intenzione di preparare del thè e ho notato che Lou fosse fuori. L'ho raggiunto sul balcone e abbiamo condiviso una coperta. Lui sembrava aver smaltito la sbornia e ad un certo punto ha cominciato a sonnecchiare sulla mia spalla e poi...poi ha confessato di amarmi. Di nuovo. E' stata...è stata la prima volta dopo tanto tempo.
- E tu come ti sei sentito?
- Felice. - sussurrò automaticamente, senza doverci neanche riflettere. - Mi sono sentito bene, amato per davvero. Louis è così diverso da...Ben.
- E tu, invece? Cosa provi per Louis?
Harry inspirò rumorosamente, prendendo ad intrecciare le proprie dita con un certo nervosismo. S'era posto quella domanda più di una volta e la risposta era sempre stata chiara e concisa: l'amava. Era inevitabile che avesse finito per ricambiare appieno i suoi sentimenti. Louis era stato colui che l'aveva salvato, che era riuscito a tirarlo fuori dal baratro in cui s'era ritrovato a causa di Ben e della sua follia. Era la sua luce personale, il suo rimedio contro gli incubi e il dolore, la sua fonte di speranza. Louis aveva letteralmente rimesso assieme i pezzi della sua anima, aggiustando il suo cuore difettoso a forza di sorrisi e sguardi carichi d'amore. Harry era certo che, senza di lui, le cose sarebbero andare in maniera del tutto differente e forse in quel momento si ritroverebbe ancora tra le grinfie del suo ex.
Il riccio, per cui, non aveva il minimo dubbio riguardo ai propri sentimenti.
Il problema era la sua del tutto sensata paura di ricominciare, di intraprendere nuovamente una relazione con qualcuno, di non essere all'altezza di quel qualcuno, di essere fin troppo incasinato per sperare in qualcosa di meglio. Sapeva che Louis non gli avrebbe mai fatto del male - gli aveva mostrato a sufficienza che potesse fidarsi di lui - eppure v'era qualcosa che lo bloccava. Harry avrebbe davvero voluto provarci, dare ufficialmente inizio ad un nuovo capitolo della sua vita, ma.
Non poteva fare a meno di essere terrorizzato.
- Io sono certo di amarlo, Janis, ma non riesco...- Harry si lasciò scappare un verso frustrato, passandosi le mani sul viso. - ...non capisco per quale motivo non riesca a lasciarmi andare. Voglio stare con lui. Voglio ricominciare da zero e avere una relazione decente con una persona che mi ami davvero. Sono convinto di questo, ma perché ogni volta che vorrei aprire l'argomento c'è qualcosa che mi blocca?
- Cos'è che ti spaventa?
- E se non fossi abbastanza? Se non fossi ancora pronto per una cosa simile? - Harry sospirò con una certa stanchezza, scuotendo appena il capo e abbassando lo sguardo sulle proprie mani intrecciate in grembo. - Sono incasinato, Janis. Non so come comportarmi, non so come...e se Louis si stancasse di me? Se capisse improvvisamente di aver perso solamente tempo ad aspettare qualcuno come me? Ho una maledetta paura di rovinare tutto.
Janis si alzò e andò a sedersi accanto al ragazzo, posandogli una mano sulla spalla.
- Permettimi di parlarti d'amica per un momento. - cominciò, attendendo una conferma dal riccio. Quest'ultimo annuì semplicemente, abbozzando ad un mezzo sorriso. - Essere spaventati è perfettamente normale, Harry. Tutti abbiamo paura di rovinare ogni cosa. Ma, come ti ho già detto in passato, abbiamo bisogno di affrontare ciò che ci spaventa. Non possiamo permettere alle nostre paure di paralizzarci. Tu hai fatto dei progressi incredibili e sei riuscito a superare molte delle tue paure, soprattutto grazie alla forza che possiedi.
- Non sono così forte, Janis.
- Invece si. Sei forte, Harry. Sei abbastanza forte per affrontare e superare tutti gli ostacoli che ti si presenteranno davanti durante la vita.
- Tu credi? - fece lui, gli occhi lucidi e la voce lievemente tremante. Janis gli offrì un sorriso, annuendo con convinzione. - E' solo che...non voglio rovinare ciò che io e Louis abbiamo, capisci?
- Ed è comprensibile, okay? Se pensi di avere bisogno di altro tempo per pensarci, non affrettare le cose. Ma se la tua è paura, Harry, affrontala e vedrai che andrà tutto per il meglio.
Harry sospirò ed annuì, riflettendo sulle parole della donna.
Quest'ultima aveva pienamente ragione, si disse. Doveva affrontare le proprie paure e smetterla di scappare. Sarebbe stato difficile e, probabilmente, terribilmente azzardato, ma Harry si ritrovò a pensare che per Louis avrebbe decisamente corso il rischio senza ombra di dubbio.

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