Chapter 4

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Capitolo Quattro

Harry era terribilmente in ritardo quella mattina e sperò con tutto se stesso che Allyson evitasse di compiere un omicidio non appena sarebbe giunto alla Road House.
A sua discolpa, però, poteva affermare con sicurezza di non averlo fatto di proposito.
Ben c'era andato piuttosto pesante la sera prima e lui non era riuscito a svegliarsi al solito orario. Inoltre aveva perso molto tempo nel tentare di ricoprire quel brutto livido scuro sulla mascella che il suo fidanzato gli aveva provocato. Non aveva fatto un buon come al solito - l'ematoma era davvero molto violaceo e se avesse utilizzato il fondotinta di una tonalità più scura, si sarebbe notato maggiormente il contrasto con il colore della sua pelle e chiunque se ne sarebbe potuto accorgere - ed era sicuro che la ragazza avrebbe notato qualcosa, ma.
Harry era diventato piuttosto abile nell'inventare scuse facendo della sua innata goffaggine un'arma a proprio vantaggio.
Il riccio si strinse nella giacca, aumentando il passo mentre risaliva le scale della fermata della metropolitana. L'aria novembrina sferzò il suo viso non appena approdò in strada e rabbrividì leggermente. Cinque minuti più tardi arrivò alla sala da tè e imprecò a denti stretti quando vide, attraverso la vetrata, che v'era praticamente il pienone anche quel giorno.
Entrò dalla porta sul retro e sgusciò silenziosamente nella cucina dove trovò un Allyson alquanto disperata che imprecava a denti stretti mentre poggiava una teglia bollente di pasticcini bruciacchiati sul marmo del banco, tentando di non bruciarsi.
- Tu! - esclamò lei non appena vide il ragazzo. - Datti una mossa.
- Scusa, scusa, scusa. - borbottò il riccio, sfilandosi rapidamente la giacca per poi indossare il solito grembiule.
- Dopo facciamo i conti. - sbottò lei prima di sollevarsi sulle punte e posargli un bacio leggero sulla guancia. - Mi servono urgentemente cupcake e pasticcini.
- Agli ordini!
- Occupati tu di questi che ho sfornato. Non credo siano molto...uhm buoni. - continuò lei, sciogliendosi i capelli per poi raccoglierli nuovamente in una crocchia dall'aria più ordinata.
Sospirò e prima di tornare in sala aggiunse in un borbottio qualcosa che assomigliava vagamente a "Ma questa è tutta colpa tua." Harry si limitò a ridacchiare sommessamente.
Quando anche l'ultimo cliente di quella mattinata infernale venne soddisfatto, Allyson tirò un sospiro di sollievo nel voltare il cartello della pausa pranzo sulla porta. Mise rapidamente in ordine le ultime cose dietro al bancone e poi raggiunse il riccio in cucina. Quest'ultimo aveva appena sfornato l'ultima teglia di dolcetti al mirtillo e ora stava ripulendo gli utensili utilizzati. La ragazza saltò abilmente sul banco e rubò un pasticcino con un sorriso del tutto innocente.
- Quelli sono per i clienti.
- Dettagli. - lo liquidò lei con un rapido gesto della mano. - Sto morendo di fame.
- Come se fosse una novità. Comunque dammi un paio di minuti e poi andiamo a prendere qualcosa, mh? - disse Harry, il tono del tutto distratto, mentre s'apprestava ad asciugare con precisione una delle fruste.
- Non ce n'è bisogno. Sta arrivando El con i rifornimenti. Probabilmente con lei ci sarà anche...- si bloccò improvvisamente, osservando il suo viso con una certa attenzione. - Che cosa diamine ti sei fatto lì?
- Cosa? - finse di non comprendere a cosa si stesse riferendo la giovane.
- Lì, sulla mascella. - Allyson saltò giù dal banco e gli si avvicinò. Gli afferrò il viso con entrambe le mani e lo costrinse a girare la testa verso sinistra. Spalancò gli occhi alla vista del livido violaceo nascosto malamente dal fondotinta. - Che cos'hai combinato?
Harry sfuggì alla sua presa, ridacchiò quasi istericamente e le diede le spalle mentre tentava di dissimulare il proprio nervosismo. Prese ad asciugare una ciotola, deglutendo a vuoto.
- Sono caduto. - sussurrò. - Non dovresti esserne sorpresa. Sono una delle persone più sbadate al mondo, lo sai.
La ragazza continuò a guardarlo con sospetto, inarcando un sopracciglio e mettendo su un'espressione scettica.
- Ti aiuto io a coprirlo. - annunciò dopo qualche istante di silenzio. Sospirò, andò a recuperare una piccola trousse e poi lo costrinse a sedersi su una delle sedie lì presenti. - Sei fortunato che oggi El mi abbia lasciato la sua borsa prima di andare a fare quel dannato servizio fotografico per...non ricordo nemmeno cosa. Verrà a riprendersela più tardi.
Harry si limitò a restare in silenzio, torturandosi il labbro inferiore con gli incisivi e stringendo le mani tra di loro mentre Ally s'apprestava a togliergli il fondotinta che aveva già tentato di mettere quella stessa mattina. Sulla parte lesa gli spalmò una crema che aveva l'odore di un misto di erbe - uno di quei cosmetici naturali che, probabilmente, costavano più di quanto avrebbe mai potuto permettersi in una vita intera - poi gli applicò un correttore, facendo attenzione a non premere troppo, e infine usò un fondotinta di una marca straniera di cui Harry non conosceva nemmeno l'esistenza.
- Ora dovrebbe andare. Non sono riuscita a coprirlo del tutto, ma si nota solo se guardi con una certa attenzione. - mormorò, studiandolo pensierosa. - Devi spiegarmi come diavolo hai fatto a cadere, comunque.
- Sinceramente non lo so neanche io. - mentì il ragazzo, palesemente agitato. - Per questo ho fatto tardi sta mattina.
- Eri da solo?
- No. Ben era lì e mi ha aiutato anche a coprire il livido, ma come vedi non abbiamo fatto un buon.
Allyson si raddrizzò per poi posare la trousse nella borsa di Eleanor, la sua migliore amica. Harry l'aveva conosciuta nel corso di quell'ultimo mese. C'aveva parlato un paio di volte - era molto occupata a causa del suo, ma ogni tanto sembrava trovare un po' di tempo per fare colazione lì e vedere la sua migliore amica - e lui l'aveva trovata davvero adorabile. La venticinquenne incrociò le braccia al petto e s'appoggiò al muro, continuando ad osservarlo con sguardo dubbioso.
- Voleva portarmi all'ospedale. - continuò a mentire lui, senza riuscire a guardarla direttamente negli occhi. - Io però gli ho detto di no perché è solo uno stupido livido.
- Uhm. Per fortuna c'era anche quell'idio...volevo dire il tuo ragazzo. - si corresse all'ultimo secondo lei, fingendo un sorriso.
"Deve aver capito che sto sparando cazzate. Dannazione."
Pensò Harry, mordendo con forza il labbro e deglutendo per l'ennesima volta.
- Non mi stai mentendo, vero?
- Certo che no. - sbottò con il tono di voce più alto di un'ottava.
Allyson fece per replicare, ma il tintinnare del campanello la interruppe sul nascere. Gli lanciò un'occhiata come a voler dire "non finisce qui" e il più piccolo tirò un sospiro di sollievo non appena la vide recarsi in sala. S'appoggiò allo schienale della sedia e soffocò un urlo, dandosi dell'idiota.
Avrebbe dovuto fare più attenzione dal quel momento in avanti.
Conosceva perfettamente quella ragazza e sapeva che avrebbe cominciato a sospettare qualcosa anche con un segnale occasionale come quello. Per non parlare di Niall e Zayn, poi. Se lei gliel'avesse riferito, quei due sarebbero riusciti persino a farlo confessare con una sola occhiata, molto probabilmente. E non poteva assolutamente permetterlo.
- Harry vieni qui.
La voce dell'amica lo riscosse dai propri pensieri. Si mise in piedi, lasciò il grembiule sulla sedia e aprì la porta, facendo per raggiungere la sala anche lui quando una voce spaventosamente familiare lo fece bloccare sul posto. Sbarrò gli occhi, sorpreso, perché quella voce lui l'avrebbe riconosciuta tra mille.
Che diavolo ci faceva Louis lì?!
Anche se il tutto si svolse in maniera piuttosto rapida, ad Harry sembrò che quel momento durasse in eterno. Vide un ragazzo bassino, i capelli color caramello, la pelle leggermente colorita, dei tatuaggi che s'intravedevano dalle maniche dal maglioncino tirate su fino al gomito e un sorriso mozzafiato.
Furono i suoi occhi, però, a travolgerlo come un uragano.
Azzurri. Blu. Ghiaccio.
Harry non seppe dare una definizione al colore che scorse in quelle iridi. L'unica cosa certa era che lo catturarono all'istante, sebbene non avessero ancora posato lo sguardo su di lui.
Rimase quasi incantato, la bocca semiaperta e lo stupore disegnato sul volto.
Aveva Louis - il suo Louis - proprio davanti a sè e, davvero, sapeva con certezza di non essersi sbagliato perché era lui. Ne era dannatamente sicuro.
Al suo fianco v'era una ragazza che il riccio aveva già visto precedentemente e che riconobbe come la migliore amica di Allyson. Eleanor Calder era una modella dalle gambe lunghe e il corpo snello, aveva un paio di occhi da cerbiatta e una determinazione che aveva visto pochissime volte nella sua breve vita. L'unica persona al mondo che fosse in grado di mettere a tacere Ally. Oltre a Niall, ovviamente, - lei non l'avebbre mai ammesso,neanche tra un milione di anni - al quale era sufficiente trovarsi nella sua stessa stanza per zittirla completamente.
- Eccoti. - Allyson riuscì a rompere quell'incantesimo e nel giro di un millesimo di secondo lui era a terra, nascosto dietro al bancone con il cuore che gli batteva forte nel petto.
Sapeva perfettamente che Louis non l'aveva mai visto, nemmeno in foto, ma era convinto che anche il ragazzo sarebbe stato in grado di riconoscerlo dalla sua voce.
E poi non era pronto per farsi vedere.
Non lo era affatto.
- Emh...scusalo, Lou. E' un po' timido. - lo giustificò Eleanor, ridacchiando.
- Non importa. - fece il liscio con fare decisamente divertito. Poi si rivolse a lui. - Guarda che non mangio, curly.
Harry deglutì e arrossì di botto. L'aveva appena chiamato curly?
S'accorse della presenza di Allyson, seduta in terra accanto lui, solamente quando lei gli picchiettò docilmente la spalla.
- Stai bene, tesoro?
Il riccio scosse la testa.
- Puoi dirmi che succede?
- Non posso parlare con Lou. - imprecò mentalmente perché aveva utilizzato il suo nomignolo senza neanche rendersene conto.
Lei lo guardò con espressione confusa. Harry sbuffò e incastrò il labbro tra i denti, esitante. Poteva fidarsi di Ally, lo sapeva. E forse era arrivato il momento di parlare a qualcuno di Louis perché stava impazzendo. Letteralmente.
Così si fece coraggio e recuperò il proprio cellulare dalla tasca dei jeans.

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