Chapter 8

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Capitolo otto

Harry sospirò, frustrato, fissando con esitazione la piccola pastiglia ovale nel palmo della propria mano. Fece per avvicinarsela alle labbra, ma l'attimo seguente si ritrovò a gettarla nel water con una smorfia a pervadergli il viso.
Certo, aveva promesso a Ben che c'avrebbe provato di più a migliorare per lui, ma.
Non era così dannatamente stupido da mettere a repentaglio la sua salute più di quanto già non stesse facendo.
Erano trascorse un paio di settimane da quello pseudo-chiarimento con il suo ragazzo e le cose sembravano essere ritornare al loro posto. Più o meno.
I suoi amici non erano stati molto contenti della debole spiegazione - inventata lì su due piedi - che gli aveva rifilato il giorno seguente, dopo avergli riferito di aver chiarito la situazione con Ben. Zayn, che era stato informato dell'accaduto dall'irlandese, gli aveva dedicato quello sguardo indecifrabile che utilizzava ogni qualvolta si ritrovava a pensarla in una maniera completamente opposta alla tua, consapevole di essere nella ragione. Niall era rimasto in silenzio, reprimendo a stento la frustrazione, mentre Allyson s'era limitata ad evitare il suo sguardo, la mano stretta convulsamente a quella del biondo accanto a lei. Gli aveva stretto la mano così forte, al punto tale da ricevere un'occhiata interrogativa da parte di Niall che però non ricevette alcuna risposta, se non per l'accenno di una smorfia vagamente rassegnata. Persino Louis era sembrato del tutto sfavorevole alla decisione del riccio - ad Harry gli era bastato uno sguardo per capire che fosse anche parecchio infastidito - ma l'aveva ugualmente stretto a sé, lasciandogli un leggero bacio sulla tempia, come a voler dire ci sono. Qualsiasi cosa tu scelga di fare, io ci sono.
E se il suo viso, nascosto nell'incavo del collo del liscio, era andato in escandescenza, nessuno aveva bisogno di saperlo.
Durante quell'ultimo periodo, quindi, aveva cercato di migliorare con tutto l'impegno e la volontà di cui disponesse. Certo, mentiva ancora al suo ragazzo - perché non era assolutamente pronto a lasciare andare nuovamente i suoi amici, la Road House o, peggio ancora, Louis - ma in compenso aveva intensificato le sue sessioni di corsa mattutina e aveva diminuito ancora di più le calorie della sua dieta giornaliera, riuscendo a perdere esattamente tre chili. Era stato fiero di quel traguardo, ma Ben aveva smontato tutta la sua euforia in una frazione di secondo perché "Harry è un inizio, ma hai ancora tanto da lavorare."
Non s'era perso d'animo, comunque. Avrebbe solo dovuto perdere un altro paio di chili. Non sarebbe stato semplice, ma poteva farcela. S'era ridotto a mangiare il minimo indispensabile, compensando con almeno due litri d'acqua giornalieri e aggiungendo qualche chilometro in più al solito itinerario.
In quel modo si sentiva uno schifo, se proprio doveva essere sincero. Non stava affatto bene, ma.
Aveva la possibilità di farsi accettare dal suo fidanzato come una volta e non voleva assolutamente sprecarla. Voleva farsi desiderare nuovamente, in modo che lui non avesse più bisogno di Gwendolyn. In modo che non dovesse più vergognarsi del disastro che si ritrovava come ragazzo, che ritornasse ad essere il dolce e meraviglioso Ben che lo portava a cena fuori e gli regalava una rosa rossa almeno una volta alla settimana.
O, almeno, era ciò che si ripeteva giorno dopo giorno come un mantra, per darsi forza e non cedere sotto il peso delle occhiate rabbiose e deluse dell'uomo che aveva creduto di amare sin da quando era un adolescente in piena crisi ormonale.
Quella notte Ben, dopo essere ritornato a casa, gli riservò il solito trattamento dopo aver scaraventato via il piatto fumante di pasta al formaggio che gli aveva preparato per cena - "Sai che odio quella roba, cazzo. Non riesci mai a combinarne una giusta!" - e lo scopò sul pavimento della cucina, incurante delle sue lacrime e dei gemiti sofferenti che riusciva a stento a contenere.
Harry non seppe per quanto tempo rimase lì a singhiozzare dopo che l'uomo si fu rinchiuso nel bagno per fare una doccia. Non si lamentò comunque, sebbene ogni parte del corpo sembrasse andare a fuoco, poiché la colpa era sua, come al solito.
Si limitò a ripulire rapidamente per poi essere chiamato da Ben che lo costrinse a fargli un pompino. Anche quella volta il ragazzo rimase in silenzio, solo la magra consolazione dell'usuale messaggio di Louis che gli augurava la buonanotte prima di cadere lentamente in un sonno senza sogni.

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