Annabeth nascose il volto sotto al piumone pesante, quello che avevano comprato a una svendita da Macy's qualche mese prima.
"è ora di cambiarlo, Testa d'Alghe! E questo color panna starà molto meglio con le pareti della nostra stanza".
"Si, ma l'altro era blu!"
Si strinse più vicino al fianco nudo di Percy e sorrise, sollevando il volto e osservando la sua espressione rilassata, la bocca schiusa mentre ancora dormiva, tenendo un braccio posato naturalmente attorno ai suoi fianchi.
Si sistemò meglio sul cuscino, per osservarlo ancora un po'. Per godersi quell'espressione rilassata che, ormai da anni, vedeva sul bel volto finalmente cresciuto. Sul bel volto di un ventiduenne con i tratti marcati, segnati dal dolore e dal tempo che era passato. Segnati da quel po' di barba scura che le piaceva tanto.
Si prese altri istanti per studiarlo dolcemente, per osservare i muscoli sviluppati, snelli, che si tendevano spledidamente quando la stringeva, mentre facevano l'amore.
Quei muscoli sviluppati che prima si tendevano per picchiare ed uccidere.
I've got an heart and I've got a soul.
Believe me, I use them both
I capelli erano ancora quelli di quando avevano diciotto anni. Erano ancora disordinati, arruffati per le mani che ci passava continuamente in mezzo, e per quelle di Annabeth che li stringevano ogni volta che poteva.
E gli occhi. Anche gli occhi erano sempre quelli di diciotto anni fa, forse con una sfumatura più triste, più matura. Forse, con una sfumatura più consapevole che riportava un'infanzia distrutta e un'adolescenza passata a combattere. Ma quegli occhi erano ancora gli stessi che, quattro anni fa, la scrutavano in silenzio, quelli che la studiavano per capire le sue mosse, quelli che la capivano con talmente tanta facilità da farle anche un po' paura.
Erano quattro anni che non combattevano più. Quattro anni che avevano lasciato il Campo Mezzosangue, che erano usciti dal programma protezione testimoni consapevoli che, la minaccia l'avesse uccisa Annabeth, con un coltello dritto nel cuore. Consapevoli di avere le mani troppo sporche di sangue perché potessero continuare ancora.
Erano andati via, portandosi un peso troppo grande addosso perché potessero permettersi il lusso di non condividerlo.
Erano andati via e adesso stavano bene. Forse un po' ammaccati, ma felici.
Annabeth guardò Percy, sorrise mentre gli passava una mano tra i capelli arruffati, scostandoglieli dalla fronte chiara. Poi si sporse verso di lui, baciandogli un angolo delle labbra.
Lo vide muoversi contro di lei, mugugnare e poi aprire quegli occhi verdi che le piacevano tanto, ancora assonnati, ma luminosi.
- Lo so che ami guardarmi, ma rischi di sciuparmi – disse con la voce ancora impastata e con un sorriso sardonico che gli stirava le labbra rosee.
Annabeth lo smorfiò senza neanche preoccuparsi di trattenere un sorriso divertito, sporgendosi verso di lui ancora una volta, cercando le labbra piene e premendoci sopra le sue.
Percy sorrise contro di lei, voltandosi con un fruscio di coperte per poterla abbracciare un po' meglio, per poterla stringere un po' di più contro il corpo nudo, ancora testimone delle loro carezze.
E chi l'avrebbe mai detto che sarebbero finiti proprio così? A baciarsi nell'appartamento sulla Upper West Side che avevano scelto assieme. Quell'appartamento che avevano comprato lavorando un po' di più. Quello che avevano arredato una mattina di maggio, spostando i mobili e aprendo il terrazzo che dava su Central Park.
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Angel with a shotgun
Fanfiction* QUI E SU EFP, DOVE HO LE STESSO NOME AUTORE, SONO GLI UNICI FORUM IN CUI TROVERETE LE MIE STORIE. SE DOVESTE TROVARE UNA MIA STORIA SU QUALCHE ALTRO PROFILO, SEGNALATE. È UN PLAGIO * Scattò verso la porta, sbattendo il fianco contro il mobile app...