If love is what you need, a soldier I will be

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Annabeth raccolse le gambe contro al proprio petto, stringendosi un po' di più contro Percy che rafforzò la presa sulla sua schiena. Si erano divertiti la sera prima a ballare sotto la pioggia, ma adesso ne pagavano entrambi le conseguenze.

Annabeth starnutì, seppellendo poi il volto nel petto di Percy e tentando di non tremare più così tanto per il vento freddo che tirava forte e che non contribuiva ad asciugare i loro vestiti e i capelli bagnati.

Il mal di testa era peggiorato e anche se quella notte avevano dormito entrambi, Percy con la schiena poggiata all'albero e Annabeth contro al suo petto, non era servito a nulla per prevenire il naso tappato e i brividi di freddo che li scuotevano.

- Annabeth, ci sei? - le domandò Percy e la ragazza annuì un paio di volte, tremando ancora e raggomitolandosi contro al suo petto ancora di più, ignorando i brontolii dello stomaco per la fame e concentrandosi su Percy per non dare troppo peso al dolore. - Merda - imprecò, abbandonando la testa contro il tronco umido.

Annabeth sollevò il volto verso il suo collo, sistemando la testa sulla sua spalla e respirando contro la sua pelle fredda, giusto per sentirlo un po' più vicino.

Percy tremò, scosso da un brivido di freddo e poi tossì un paio di volte, gemendo subito dopo.

Annabeth sfregò il naso contro la sua pelle e il ragazzo sorrise, voltandosi verso di lei e baciandole la fronte, esitando con le labbra su di lei, sorridendoci contro. - Mi dispiace - gli disse con gli occhi chiusi, tremando per il freddo e sperando che quel vento gelido la smettesse di tirare così forte.

Percy si irrigidì sotto di lei e mosse la spalla, spingendola a sollevare stancamente la testa. - Di cosa ti dispiace? - ringhiò, ma Annabeth era certa che lui avesse capito benissimo a che si riferiva. - Apri gli occhi, Annabeth - ordinò appena lei li richiuse, un po' per la stanchezza e un po' perché -cavolo- non ce l'avrebbe mai fatta ad affrontare quelli di Percy. - Apri gli occhi e guardami, che cazzo - sibilò tra i denti.

Quando Annabeth aprì gli occhi, affondando le iridi grigie in quelle verdi di Percy, quasi si sorprese di quanto fossero fredde, arrabbiate, spaventate. Così tanto, che pareva quasi che quello sguardo non appartenesse al guerriero forte e temerario che tutti conoscevano. Sembrava che gli occhi avessero deciso di dissociarsi dal tono autoritario della voce, mostrandole come si sentiva in quel momento, mostrandole quando bisogno aveva di lei, quando bisogno aveva che lei rimanesse forte, per bilanciare quel peso enorme sulle loro spalle.

Le afferrò il mento tra le dita e Annabeth sbarrò gli occhi, incapace di muoversi perché, si -forse- le labbra di Percy così vicine alle sue le piacevano anche troppo. - Non osare scusarti per tutta questa merda perché non è colpa tua, chiaro? Non osare scusarti per avere acceso il cellulare o perché hai sentito il bisogno di vedere la tua migliore amica. Non ci provare neanche, Annabeth - disse minaccioso, continuando ad osservarla negli occhi confusi. - Scusati piuttosto per non aver pensato di portare più armi, un cambio di vestiti e un kit di pronto soccorso. Scusati per non esserti messa la cintura dopo che ti hanno sparato, ma non scusarti per aver desiderato di vedere Piper, chiaro? - Strinse il mento di Annabeth un po' di più, sollevandole il volto verso il proprio e respirandole sulle labbra. - Chiaro? - ripeté con voce più flebile ma sempre decisa. - Perché preferirei vederti così, felice tra le braccia di Piper centinaia di volte, piuttosto di sentirmi così inutile perché non posso fare niente per alleviare il tuo dolore. - Le accarezzò il volto, concentrandosi sugli zigomi e sul labbro inferiore dove Annabeth era certa ci fossero dei lividi per lo scontro del giorno prima.

Non smise mai di guardarla negli occhi mentre lo faceva. Era quasi impossibilitato a distogliere lo sguardo dalle sue iridi grigie.

Era incapace di farlo e il cuore di Annabeth sussultò alla possibilità che Percy non volesse farlo, che non volesse staccare le sue iridi dalle proprie.

Angel with a shotgunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora