Come d'accordo io e Del ci sentiamo per organizzare il fine settimana nonché la famosa uscita al Flowers. Decidiamo di mangiare qualcosa insieme a casa sua e di prepararci direttamente lì visto che, cito testuali parole, "ha un bisogno disperato del mio aiuto per decidere cosa indossare". Io opto per qualcosa di semplice, infilo i miei jeans preferiti, un maglioncino nero non troppo pesante con scollo a v e degli stivaletti con tacco alto. Anche il trucco è leggero, un po' di mascara e fard per dare un tocco di colore alla mia pelle cadaverica. Del invece sta letteralmente svuotando l'armadio e continua a piagnucolare perché a suo dire "non ha nulla da mettere". Cerco di farle notare che ha tanti vestiti bellissimi e che non deve indossare chissà che cosa perché lei risulterebbe bella e originale anche con indosso un sacco della spazzatura ma, come previsto, mi guarda storto e riprende ad azzuffarsi con il guardaroba.
Un'ora dopo siamo pronte per uscire, decidiamo di andare con l'auto di Del, ci avviamo verso il locale e ovviamente non posso fare a meno di farle il terzo grado con domande del tipo: "L'hai sentito?"; "Vi siete scritti dall'ultima volta?"; "Gli hai detto che ci sono anche io?"; "L'hai avvisato che stiamo già andando al Flowers?" e via discorrendo.
- Sì Gin tranquilla gliel'ho scritto - mi risponde con tono esasperato - sembra che l'appuntamento l'abbia tu anziché io, sei così ansiosa - sbuffa - e comunque mi ha detto che lui esce quasi sempre lì con i suoi amici quindi in qualsiasi caso non ti sentiresti in nessun modo il terzo incomodo -
- Lo spero, sai non mi piace troppo fare la parte del reggi moccolo –
- Lo so, lo so e non lo farai, garantito. Quello di stasera è un incontro amichevole, non mi ci devo mica fidanzare - dice rosicchiandosi le unghie e ho come l'impressione che in realtà lei sia più nervosa di quanto voglia far vedere.
- Cosa ne sai, magari vi guardate negli occhi e bum, amore a prima vista – la prendo in giro.
- Leggi troppi romanzi d'amore Gin, la vita reale purtroppo non è così romantica -
"Questo lo so bene" penso, ma preferisco tenere quest'osservazione per me.
Parcheggiamo l'auto ed entriamo nel locale, dal nome mi aspettavo di vedere fiori appesi ovunque invece devo ammettere che è un posto carino, non troppo grande, con tavolini in legno e pareti decorate da vari murales e fotografie. Ci accomodiamo vicino a un muretto con mattoni a vista e alzando lo sguardo verso il soffitto noto degli originali lampadari a forma di tulipani che emanano una luce soffusa. Una giovane cameriera con i capelli raccolti in una crocchia ci saluta porgendoci i menu.
- Cosa prendi? - domando a Del sfogliando le pagine zeppe di nomi di cocktail di cui non ho mai sentito parlare.
- Mmh non saprei, c'è così tanta roba... tu hai già deciso? -
- Sì credo di sì. Berrò un bel cosmopolitan - annuncio sorridendo mentre Del mi guarda con un'espressione che sta a significare "prevedibile".
E' più forte di me ma da quando l'estate scorsa ho provato per la prima volta questo cocktail mentre ero in vacanza con i miei genitori in Italia, di preciso all'isola d'Elba, non sono più riuscita a smettere. Un cosmopolitan così buono, dolce e servito nel classico bicchiere a coppa, non l'ho mai più trovato e per questo motivo, ogni volta che vado in un nuovo locale, come prima cosa ordino questo drink nella speranza di trovarne uno che almeno gli si avvicini un po'.
Constato subito che nemmeno qui lo servono nel bicchiere giusto, peccato un po' ci speravo. Do un primo sorso e un sapore dolciastro con un retrogusto di lime mi invade la bocca, accidenti devo ammettere che non è affatto male.
- Del dovresti provarlo è decisamente buono forse anche meglio di quello che ho bevuto in
Italia –
- Davvero? Finalmente sei riuscita a trovarlo? - mi chiede spalancando gli occhi.
- Sììì - batto le mani contenta - peccato solo per il bicchiere, altrimenti sarebbe stato un dieci pieno - ridacchio.
- Beh io comunque mi accontento del mio gin lemon, lo sai che la vodka non mi fa impazzire -
- Hai sentito Arthur? - mi guardo intorno per cercarlo ma poi mi rendo conto che non ho la minima idea di come sia fatto.
- No ancora no, gli ho scritto un messaggio ma non ha risposto -
- Evidentemente non l'ha ancora visto. Per che ora dovevate incontrarvi? –
- Per le dieci - risponde attorcigliando i capelli tra le dita.
- Sono solo le dieci e un quarto, sarà un po' in ritardo - dico cercando di tirarla su.
- Sì .... - risponde in tono poco convinto - ma parliamo un po' di te Ginevra - e sfodera un sorriso a trentadue denti. Quando mi chiama così vuol dire che andrà a toccare argomenti che mi mettono a disagio e infatti ...
- Raccontami di Lance, vi siete già baciati? –
- Che?! Cosa?! NO!- la mia voce è un po' troppo alta e involontariamente attiro l'attenzione di un gruppo di ragazzi seduto a un tavolo poco distante dal nostro. Lancio un'occhiataccia alla mia amica e prendo un altro sorso dal mio bicchiere.
- Come ti scaldi! - ghigna - Sembra che qui a qualcuno piaccia un ragazzo – cantilena.
- Sì e quel qualcuno sei tu cara - alzo il bicchiere a mo' di brindisi.
- A parte gli scherzi raccontami di lui, questa settimana non parlavi d'altro –
- Non è vero - rispondo sulla difensiva - semplicemente è l'unica persona che ho conosciuto in università, per ora, e seguiamo tre corsi insieme quindi è normale che parli anche di lui -
Alla fine le racconto ancora del nostro primo incontro, delle lezioni, del pomeriggio passato in biblioteca e dello scambio di numeri di telefono.
- Wow, mi sa tanto che gli piaci Gin - esclama contenta.
- Io non direi, semplicemente gli sto simpatica e anche lui non ha ancora amici quindi ... - ho parlato fin troppo di Lance e inizio a infastidirmi perciò le chiedo per la decima volta se Arthur si è fatto sentire.
- No, ma credo che comunque non verrà è quasi mezzanotte - sospira e un velo di tristezza le oscura per un attimo il volto ma si riprende subito e con il solito atteggiamento strafottente mi dice che alla fine non le interessa ma io so che ci è rimasta male e giuro a me stessa che, se un giorno incontrerò questo idiota, lo prenderò a calci nel sedere.
- Visto che è ancora presto che ne dici di fare un altro giro? - propongo - questa volta offro io - Brindiamo ai ragazzi che tirano il bidone e non sanno cosa si perdono e tra una risata e l'altra tiriamo le due. Quando torno a casa barcollo dal sonno e senza neanche svestirmi mi tuffo sul letto.
La domenica la passo a studiare e faccio una piccola pausa solo quando non riesco più a tenerla e corro in bagno a fare pipì. Controllo il cellulare e trovo un sacco di messaggi di Del che mi chiede dove sono finita e mi informa che Arthur le ha scritto questa mattina per chiederle scusa di non essersi presentato ma, purtroppo, si era addormentato sul divano. Bella scusa del cavolo. Scorro la posta e trovo anche un messaggio di Lance.
'Ciao Gin come stai? Volevo chiederti se un giorno in settimana ti andrebbe di accompagnarmi a fare un po' di shopping, sai qui inizia a fare un po' freddo e ho bisogno di vestiti più pesanti. Fammi sapere, buona giornata'.
Mi rendo conto di avere un sorrisetto ebete quando la mamma, entrando in camera mia per vedere se sono ancora viva o sono stata risucchiata dai libri, mi chiede per quale motivo ho quel "visino contento". Mi riscuoto e le rispondo che è Del, precisando che non sono contenta ma divertita da quanto mi ha scritto.
- Ok ... comunque ti ho preparato un sandwich - e posa il piatto sulla scrivania sommersa da fogli e libri.
- Grazie mamma - le dico sorridendo e tra un morso e l'altro rispondo a Lance. Sì mi piacerebbe molto passare un pomeriggio con lui a fare shopping.
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US - storia di noi due (#wattys2017)
RomanceGinevra ha vent'anni, una nuova vita davanti a sé e un segreto che ogni notte continua a torturarla sotto forma di terribili incubi. L'amore è stato bandito per sempre dalla sua vita, o almeno così crede, perché quando conoscerà Arthur, il misterios...