Capitolo 18

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Tutto sembra andare per il meglio, Arthur ha portato una ventata di aria fresca nella mia vita troppo monotona e la Ginevra di un tempo sta timidamente riemergendo; Del è sempre al mio fianco nella buona e nella cattiva sorte, ho fatto finalmente pace con Lance, sono stata bene accolta nella compagnia di quello che posso ormai definire il mio ragazzo e Mad sembra ci tenga davvero a diventare mia amica tant'è che abbiamo deciso di vederci per bere una cioccolata insieme. Ormai io e Arthur ci incontriamo tutti i giorni, anche solo per un'ora, è un bisogno fisiologico come se senza la sua presenza mi mancasse l'ossigeno. Un pomeriggio, mentre stavamo passeggiando mano nella mano, mi ha guardata facendomi notare che non avevamo ancora definito nulla: "vero" gli avevo risposto con un nodo allo stomaco, era una sensazione strana perché da una parte volevo con tutta me stessa diventare la ragazza di Arthur Parker ma dall'altra provavo timore, bisognava prendere un impegno e io ero effettivamente pronta per questo? Erano passati solo pochi mesi da quando avevo posto fine alla mia storia con Mike e avevo giurato a me stessa, ovviamente inutilmente, che non mi sarei legata a nessuno prima del conseguimento della laurea.

Tutti questi pensieri mi affollavano la testa, vecchi flash mi tornavano alla mente in maniera costante facendo affiorare addirittura cose che credevo di aver ormai dimenticato. Ero sicura del fatto che Arthur fosse l'opposto di Mike, l'unica cosa buona è che, essendo stata con lui per un po' di tempo, ero riuscita a sviluppare qualcosa dentro di me che mi permetteva di riconoscere le persone come lui a chilometri di distanza, in questo ero diventata infallibile. Arthur camminava silenziosamente al mio fianco, in attesa, il modo in cui mi stringeva la mano sembrava dicesse non voglio lasciarti andare, dal suo volto non traspariva alcun tipo di emozione, tutto era racchiuso in quella stretta. Mi sono bloccata di scatto, lui mi ha rivolto uno sguardo confuso e cogliendolo di sorpresa gli ho gettato le braccia al collo assaporando le sue dolci labbra.

- Sono qui e ti sto baciando – avevo detto. Non c'era altro da aggiungere.

- Sai mi chiedevo se ti andasse di venire a casa mia - butta li con falsa indifferenza distraendomi dalle mie fantasticherie.

- Cosa? - il té che sto bevendo mi va di traverso bruciandomi il palato e a furia di tossire mi vengono le lacrime agli occhi.

- Scusa non volevo spaventarti -

- No Arthur, è che non me l'aspettavo - dico appena riesco a riprendere fiato.

Siamo seduti nella caffetteria della Tè & Library e io ho appena terminato il turno di lavoro. Arthur è venuto a prendermi per cenare insieme ma prima di capire dove andare abbiamo deciso di fermarci ancora un po' in libreria per bere una tazza di tè nonostante odiasse quegli infusi in quanto, per lui, erano l'equivalente del bere acqua bollente.

- Potremmo mangiare da me - continua - so cucinare - mi rivolge un sorrisetto furbo. Una cena preparata da lui? Wow! Trovare ragazzi che cucinano non è cosi semplice e la proposta sembra allettante ma, nonostante ciò, non mi sento tranquilla al pensiero di andare a casa sua. La mia espressione evidentemente tradisce ciò che sto pensando e Arthur si affretta a precisare che si tratta solo di una cena senza secondi fini. Sorrido imbarazzata, so che non farebbe mai nulla contro la mia volontà e mi sento una stupida ad aver pensato anche solo per un attimo il contrario.

- Accetti il mio invito? Ti cucinerò una cena coi fiocchi –

- Vuoi farmi credere che sei un ottimo chef? – scherzo con sguardo indagatore.

- Certo che sì e te lo dimostrerò - dentro di me si sta svolgendo una lotta interiore, la mia testa mi dice di non andare mentre il mio cuore suggerisce tutt'altro. Se la Ginevra di un tempo deve tornare alla luce bisogna impegnarsi e per questo motivo decido di ascoltare la voce del mio cuore e seguire Arthur a casa sua.

US - storia di noi due (#wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora