Quando il lunedì successivo raggiungo la lezione di arte contemporanea, noto che Lance è seduto come sempre in seconda fila ma questa volta è intento a conversare amabilmente con una ragazza dai capelli corvini. Appena mi vede fa finta di nulla e rivolge nuovamente l'attenzione verso la sua nuova amica. Incasso il colpo e indispettita proseguo alla ricerca di un posto libero. So perfettamente di essermi comportata male ma a mia discolpa posso dire che io e Lance uscivamo insieme e basta, come amici. Le occasioni in cui sarebbe potuto scappare un bacio ci sono state, anche più di una, ma immancabilmente c'era sempre qualcosa che ci impediva di andare fino in fondo. Era un segno, lo so, e ora come ora dico meno male, altrimenti mi sarei sentita peggio di adesso. Continuo a lanciare occhiate alla nuova coppia posta poche file più avanti, lei è una bella ragazza dai tratti fini, labbra rosse, pelle candida e un ammasso di capelli neri troppo ricci per i miei gusti. Lance le sta parlando sottovoce in un orecchio mentre lei si porta una mano alla bocca per soffocare un risolino. Sono talmente distratta da quei due che per tutta la lezione non prendo nemmeno un appunto, a dire il vero, non ho nemmeno ben capito di quale artista il professore stia parlando. Alzo uno sguardo assente verso le slide proiettate sul muro e a malavoglia scrivo due righe giusto per non sentirmi in colpa.
Una volta terminata la lezione mi precipito fuori dall'aula, devo parlare con Lance. Mi guardo attorno ma di lui, o della riccia, non c'è nessuna traccia. Sbuffo e a passo deciso attraverso il cortile centrale con l'intenzione di andare a studiare un po' in biblioteca ma, appena sorpasso il porticato di pietra, un volto familiare attira la mia attenzione, eccolo lì, a ridere in compagnia della sua amichetta. Rimango a spiarli imbambolata poi, senza pensarci, scatto in avanti e li raggiungo ponendomi di fronte a Lance e ignorando completamente la riccia.
- Dobbiamo parlare - sbotto. Ha l'aria sorpresa, non si aspettava un affronto diretto. "Non sai quanto possa diventare testarda" penso guardandolo dritto negli occhi.
- Io non ho proprio nulla da dirti – e, tornando a ignorarmi, si gira dalla ragazza scusandosi per il mio comportamento.
- Beh si da il caso che io invece abbia qualcosa da dire – sollevo il mento con aria di sfida e volto completamente le spalle alla sua amica frapponendomi tra loro.
- Ah sì? E cosa dovresti dirmi? Che adesso stai con Arthur? Beh tanti auguri. Ora lasciami in pace, avrei da fare - fa per girarsi ma io lo blocco.
- E con chi? Con quella che stai usando per evitare me? -
- Non parlare così di Sandy! –
- E tu non trattarmi come se fossi merda! – urlo senza badare agli studenti che ci sfilano accanto lanciando occhiate divertite - so di aver sbagliato e mi dispiace, ma posso spiegarti? - riprendo in tono più calmo.
- Senti, non c'è nulla da spiegare. Lasciami in pace - guarda l'ora poi sposta lo sguardo su Sandy, che nel frattempo ha assistito alla mia scenata con evidente imbarazzo, e se ne va, lasciandomi lì, mentre lacrime amare mi rigano il viso.
Torno a casa che ormai è buio, è stata una giornata difficile e, per concludere in bellezza, ho anche perso il treno così mi è toccato aspettare quello successivo. Lance ha continuato ad evitarmi per tutto il tempo, ogni volta che mi incrociava girava al largo come se avessi la lebbra. Cammino verso casa immersa nei miei pensieri, mi sento completamente giù di morale e mi viene l'ansia perché so che domani si ripeteranno sicuramente le stesse identiche cose. Arthur non mi ha più contattata, ad essere sinceri mi è sembrato di averlo visto all'uscita della stazione poco fa ma non ne sono sicura. Prendo a calci un piccolo sassolino sul marciapiede e svolto nella via di casa con il solo desiderio di concedermi un bagno bollente; un'auto sbuca dal nulla facendomi sobbalzare, procede troppo piano e la paura che possa essere Mike, di nuovo, mi fa accelerare il passo. Come la volta scorsa non riesco a vederla bene ma qualcosa mi dice che non è la stessa, me la ricordavo più grande mentre questa sembra essere più compatta. Sto diventando paranoica, lo so, ma il fatto che sia riapparso e sparito in così poco tempo mi fa stare sempre sul chi va là, ho sinceramente paura che stia tramando qualcosa e che al momento opportuno uscirà dall'ombra per mettere in pratica il suo oscuro piano, qualunque esso sia.
- Ciao - saluto appena varco la soglia.
- Ben tornata tesoro - ribatte mamma dalla cucina. Abbandono le scarpe nell'ingresso e mi siedo a tavola con i miei genitori.
- Torni sempre così tardi? - domanda mio padre preoccupato.
- No, oggi mi sono fermata in biblioteca a studiare e non mi sono resa conto di che ore fossero, perciò ho perso il primo treno - mangio con gusto le lasagne rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossi affamata. Tutta la stanchezza della giornata inizia a farsi sentire e, dopo essermi ingozzata con il dessert, annuncio la mia ritirata augurando la buona notte. Corro su per le scale, non mi reggo più in piedi e per di più mi è venuto anche un lieve mal di testa. Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei jeans, è spento, come al solito la batteria è scarica e non me ne sono nemmeno accorta. Lo collego subito all'alimentatore lasciandolo in camera mentre io mi rilasso con un bel bagno; quando torno vedo lo schermo illuminarsi per l'arrivo di un messaggio, anzi due. Il primo è di Del vuole sapere se sono riuscita a parlare con Lance, mentre il secondo è, rullo di tamburi, da parte di Arthur. Inizio a saltellare come una stupida per tutta la stanza senza nemmeno sapere cosa ci sia scritto, con le mani un po' tremanti clicco "apri" e sorrido.
'Ciao Ginevra, tutto bene?'
'Sì grazie, solo un po' stanca. Tu?'. Digito velocemente sulla tastiera.
'Idem, sono k.o questa sera. Sembrerò vecchio ma sono già sotto le coperte. Giornata pesante anche per te?'
'Abbastanza... allora siamo in due, anche io sono già pronta per dormire'
'Ahahah Bene. Volevo chiederti se ti andrebbe di uscire questo fine settimana, io e i miei amici ci incontriamo al Flowers , mi piacerebbe farteli conoscere. Dillo anche a Del, è la benvenuta'.
Perché mai vorrebbe farmi conoscere i suoi amici? A momenti non ci conosciamo noi due. Ha bisogno del loro parere per continuare a frequentarmi? Spero proprio di no.
'Va bene ma ti darò conferma nei prossimi giorni così lo chiedo anche a Del'. Rispondo anche se devo ammettere che mi scoccia in questo momento un'uscita di gruppo.
'Perfetto. Sogni d'oro Ginevra, spero che questa notte entrerai nei miei sogni'.
Fisso lo schermo incredula, l'ha scritto davvero? Sì è proprio qui sotto ai miei occhi. Dai, alla fine, non sarà un male incontrarli.
'Buona notte Arthur, cercherò di accontentarti ;-)'
Sorrido, appoggio nuovamente il telefono sul comodino e con il cuore sereno crollo in un sonno profondo.
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US - storia di noi due (#wattys2017)
RomansaGinevra ha vent'anni, una nuova vita davanti a sé e un segreto che ogni notte continua a torturarla sotto forma di terribili incubi. L'amore è stato bandito per sempre dalla sua vita, o almeno così crede, perché quando conoscerà Arthur, il misterios...