Capitolo 20

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     - Intendi quel video? - Del sgrana gli occhi, annuisco con aria cupa. Siamo sedute sul pavimento della mia stanza con le gambe incrociate e cuscini colorati stretti al petto, una nostra abitudine sin da quando eravamo piccole.

- Cosa intendi fare? – nel modo in cui me lo domanda colgo una certa apprensione.

- Non lo so - non posso permettere che venga portato alla luce, mi trovo con le mani legate - tu sei l'unica che sa dell'episodio e del fatto che mi sta ancora col fiato sul collo, ad Arthur non posso dire nulla altrimenti ne verrei fuori distrutta –

Non è per niente una bella situazione, credevo di aver distrutto quel maledetto filmato tanto tempo fa ma evidentemente, senza nemmeno saperlo, tutto era stato salvato in cloud e, chissà come, ha scoperto come recuperarlo. Non ricordo che Mike fosse ferrato con la tecnologia, gli avevo dovuto addirittura spiegare cosa fosse una memoria espandibile... no, deve averlo recuperato in qualche altro modo o semplicemente sta bluffando ma, anche se fosse, non me la sento di rischiare tanto.

Quel pomeriggio prende forma nella mia mente, nitido come se fosse accaduto ieri. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso; ricordo ancora il disgusto e l'umiliazione che avevo provato. Avevo capito che Mike non era un tipo raccomandabile, uno di quelli che si vendono bene ma si rivelano un imbroglio ma, nonostante ciò, aveva quel qualcosa che mi faceva tornare da lui perdonandogli tutti i suoi sbagli. Era bravo con le parole, bisogna riconoscerlo, riusciva sempre ad ammaliarmi, a farmi credere che sarebbe cambiato o, addirittura, a convincermi che ero io la causa dei suoi sbalzi d'umore per via dei miei comportamenti. Ne avevo sopportate tante: la gelosia, le scenate, le frasi velenose pronunciate con il solo scopo di ferirmi, e ne avevo perdonate anche di più. Mi ricordo la prima volta che mi aveva messo le mani addosso, quel pomeriggio era passato a prendermi in ritardo, io avevo un mucchio di compiti da fare e avevo perso la pazienza, avevo continuato a chiamarlo per sapere dove fosse finito ma senza esito. A metà pomeriggio si era presentato a casa mia e aveva iniziato a suonare insistentemente il clacson per esortarmi a uscire, per fortuna i miei genitori erano a lavoro. Mi ero avvicinata alla sua auto malconcia con i nervi a fior di pelle, avevo aperto la portiera e una zaffata di alcool mi aveva colpita in piena faccia.

- Forza sali, che aspetti? - stava biascicando.

- Hai bevuto? - gli avevo chiesto con aria disgustata pur conoscendo già la risposta.

- Solo qualche bicchiere ma sono in perfetta forma - no, non lo era invece, i suoi occhi erano rossi e completamente spenti, non aveva un bell'aspetto. - Muoviti non ho tutto il giorno - aveva tuonato.

- Io non salgo in macchina se sei ubriaco –

- Non sono ubriaco maledizione! – aveva urlato battendo entrambe le mani sul volante - sali o ti prendo di peso e ti carico a forza - devo ammetterlo, avevo paura ma non volevo che facesse una scenata e si mettesse a urlare davanti a tutto il vicinato. Avevo preso un bel respiro e malvolentieri mi ero seduta sul sedile del passeggero.

- Dove andiamo? –

- A casa mia. I miei sono fuori e mio fratello è via per il week end - non volevo andarci perché questo avrebbe significato solo una cosa: sesso, e io non me la sentivo, non se lui era in quello stato perciò gli avevo proposto di fare un giro nel parco, dopotutto era una bella giornata. Mike mi aveva guardata di traverso, le sue intenzioni erano altre e non ammetteva repliche. Il cuore aveva iniziato a battermi più forte nel petto per l'agitazione.

- Ma dai c'è un bel sole, sarebbe un peccato sprecare il pomeriggio chiusi tra quattro mura - avevo ritentato. Si era girato di scatto verso di me e con occhi di fuoco mi aveva urlato che saremmo andati a casa sua, fine della discussione e, dopo un attimo di silenzio, aveva aggiunto: "o sei già soddisfatta?". A quelle parole ero inorridita, ma come si permetteva? Io non ero come le puttanelle che si portava a casa prima di mettersi con me.

US - storia di noi due (#wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora