Capitolo 11

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Per i giorni a seguire decido di prendere una pausa dalle lezioni e chiedo a Trish se posso fare qualche ora in più al negozio. Ovviamente acconsente con entusiasmo, una persona in più è sempre un grande aiuto. Lance mi sta evitando, non risponde più ai miei messaggi e io, per il momento, non me la sento di confrontarmi con lui, non dopo quello che mi ha detto Del. Investo tutte le mie energie sul lavoro e passo così le mie giornate a fare pacchetti, sistemare i libri negli appositi scaffali, catalogare i nuovi arrivi e aiutare i clienti nella scelta dei titoli più adatti ai loro gusti letterari. Sono molto indaffarata ma, nonostante ciò, mi ritrovo spesso con la mente altrove. Dopo aver ricevuto il messaggio di Del in cui mi diceva che dovevamo parlare e, non essendomi fatta viva a seguito del casino che era scoppiato con Lance, il mattino seguente ricevo una sua telefonata e solo all'ennesimo squillo riesco a risponderle.

- Ma dove eri finita? - domanda allarmata.

- Scusa, sono ancora a letto. Questa mattina non mi sento affatto bene - sbadiglio - ho passato una brutta nottata -

- Mi sono preoccupata! Non hai nemmeno risposto al mio sms -

- Lo so, scusami - dico con la voce ancora impastata dal sonno.

- Da quando sei andata via con Lance sei sparita e questa mattina ti avrò chiamato almeno quindici volte -

- Calma Del, è tutto a posto - o almeno credo. Ripenso per un attimo alla ferocia con cui l'auto di Lance si era allontanata dal vialetto - avevo il telefono in modalità silenziosa, per questo non ho risposto prima. Adesso mi dici di cosa dobbiamo parlare? Credevo avessimo risolto tutti ieri sera -

- Sì infatti non è per quello. Volevo dirti che quando Arthur mi ha riaccompagnata a casa mi ha raccontato tutto; quando ti ha visto per la prima volta in stazione, come ti cercava tra la gente nella speranza di vederti e la sorpresa che ha provato quando quella mattina vi siete rivolti la parola per la prima volta - possibile che per mesi anche lui provava le stesse cose che provavo io? Vorrei urlare dalla gioia ma mi trattengo e con noncuranza butto lì un: "quindi?".

- Ti rendi conto di cosa significa Gin? Lui ha sempre avuto in testa un'unica persona, te. Ieri, quando ti ha vista con Lance, non ha capito più nulla e nel momento in cui sono rimasti da soli gli ha detto senza giri di parole di starti lontano -

- Ma come si permette? - questa invadenza mi da abbastanza fastidio ma d'altra parte provo anche una certa soddisfazione, è come un cavaliere che fa di tutto pur di non farsi portar via la propria dama.

- Gin a lui piaci sul serio - taglia corto.

- Ho capito ma sai già come la penso -

- Sapevo avresti risposto così e per questo motivo mi sono permessa di intercedere per te -

- Cosa intendi esattamente? - un piccolo senso di panico, per ciò che sta per dirmi, si fa strada dentro me.

- Gli ho fatto la fatidica domanda. Ovviamente sapevo già cosa mi avrebbe detto ma volevo esserne sicura al cento per cento prima di dargli il tuo numero -

- Cosa hai fatto? - mi tiro immediatamente a sedere sul letto e scosto il piumone per il caldo improvviso che sento divampare in tutto il corpo nonostante sia novembre.

- Non ti fa piacere? -

- No, sì ma credevo che Arthur interessasse a te - sono confusa. La sera prima a momenti poniamo fine alla nostra amicizia per causa sua e il mattino dopo scopro che la mia amica è diventata Cupido.

- Non c'è la stessa affinità che vedo tra voi due e mi dispiace ancora per la stupida scenata di ieri sera -

- Quindi se io frequentassi Arthur non ti darebbe fastidio? - sono davvero sveglia o sto sognando?

US - storia di noi due (#wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora