Era ormai così tardi, eppure i miei occhi non si volevano chiudere per lasciarmi dormire dopo la noiosa giornata che avevo passato.
Scocciata, presi il telefono dal comodino vicino al mio letto matrimoniale. L'orologio digitale indicava le tre passate di mattina e non avevo ricevuto messaggi da nessuno.
Mi rigirai nel letto, rannicchiandomi cercando calore, quando l'illuminarsi del telefono catturò la mia attenzione. Aprii il messaggio e apparse la mia chat con Calum. Ero così confusa e vuota, non lo vedevo da giorni eppure non capivo cosa fosse il nostro rapporto.
"Posso venirti a prendere?"
"Sono le tre di mattina, coglione" risposi ridacchiando, con il cuore che batteva per ricevere una sua risposta.
"Lo so, ma non riesco a dormire. Ti va di perderci per la città?"
"Sei pazzo"
"Fra cinque minuti sono da te, inventa qualche scusa con tua madre"
"Entra dalla porta sul retro, ho paura... la strada è troppo buia"
"Fifona. Sto partendo da casa"
Sapevo che diceva sul serio, il mio sorriso non si staccava dal mio viso e ridacchiavo fra me e me mentre sceglievo cosa indossare senza accendere la luce e fare rumore. Scesi in cucina camminando con il buio che mi circondava, lasciando un biglietto sulla credenza della cucina dove dicevo che Calum aveva bisogno di una mano a studiare e per questo mi ero alzata prima ed ero andata a scuola. Sarebbe stata una scusa fattibile se mia madre si fosse alzata alle sette per svegliarmi, ma lei era in piedi difronte a me, mentre mi squadrava con il suo sguardo indagatore e le sue braccia conserte.
«Wohin gehst du?*» domandò con il suo accento tedesco terribilmente forte.
«Taylor ha appena litigato con il ragazzo, devo andare a casa sua, sta davvero male, sta passando a prendermi» inventai una scusa su due piedi, appallottolando il biglietto fra le mani.
«A quest'ora?»
«Ho sedici anni e mezzo, mamma. E lo sai, è importante per lei. Giuro che ti chiamo.» mi lagnai, facendola annuire. Le diedi un bacio e uscì da casa mia dal retro mentre la macchina di Calum si avvicinava sempre più. Piano piano, stringendomi nel mio cappotto, aprì la portella, circondandomi dal caldo che proveniva dalla macchina.
«Ci mancava poco che lo scoprisse» brontolai, mettendomi la cintura e lasciando cadere sulle mie gambe il biglietto che avevo ancora fra le mani. Calum lo prese prontamente e leggendone il contenuto e guardandomi di sbieco.
«Che diavolo hai scritto? Si capisce solo il mio nome. Te l'ho mai detto quanto odio il tedesco?»
«Non importa, parti» gli intimai, appoggiando la testa sul sedile e canticchiando la canzone dei Simple Plan che davano alla radio.
Lui disse che ci saremmo persi nella città e così facemmo, scappammo dalla realtà finendo sempre nello stesso bar in cui ci conoscemmo la prima volta. L'odore di salsedine impregnava le narici, mentre il mare si agitava in lontananza. Il blu scuro ricopriva la volta celeste mentre le nostri battute inondavano quelle strade.
Il chioschetto era chiuso, allora mi prese per mano facendomi arrossire e portandomi sulle scogliere vicino al posto che più preferivo al mondo. Il vento era impetuoso, ma i lampioni illuminavano tutto quello che mi serviva per rilassarmi.
Dal suo portabagagli prese delle coperte, avvolgendo i nostri corpi infreddoliti e stretti dalla stessa presa di attrazione che avevamo l'uno per l'altra.
«Mi mancavano queste cose da migliori amici» confessò lui, stringendomi ancora.
«Cosa siamo, Calum?» mi azzardai a chiedere mentre dentro di me tutto ribolliva dalla voglia di sapere di più sul nostro rapporto travagliato.
«Perché dobbiamo mettere una targhetta a tutto? Possiamo essere ciò che vogliamo, Sky. L'amore non ha bisogno di essere spiegato, viene e basta e solo questo dobbiamo sapere.» soffiò sul mio orecchio piano, mentre un'onda si infrangeva sulla roccia. E poi lo guardai, mentre il mio cuore batteva a mille osservando quel mento sporgente e quegli zigomi marcati. Ogni volta che lo scrutavo senza accorgermene capivo quanto volevo stare con lui ogni giorno perché tutto sembrava andare bene e avevo bisogno di averlo accanto sempre per sentirmi viva. Quindi lo baciai piano, unendo le nostre bocche e sorridendo, mentre le sue braccia mi stringevano i fianchi.
La mia schiena era schiacciata sul suo petto saldo e sentivo la protezione di cui avevo bisogno, mi sento a salvo ogni volta che mi stringeva a sé.
«Ho paura di provare qualcosa di nuovo»
«Anche io» confessai. «Ho paura che tutto questa ci distrugga. Lo sai meglio di me che nessuno dei due sta stare senza l'altro, ma non fa altro che provocare del male alle persone vicino»
«Non andartene via, perché l'unica cosa di cui avrei bisogno sarebbe stare con te e non trovarti mi ucciderebbe»
«La mia anima morirebbe insieme alla tua se io me ne andassi.» lo rassicurai.
«Ogni volta che guardo i tuoi occhi celesti mi ricordi il mondo in cui vorrei vivere. Mi stanzierò lì per essere sicuro di rimanere per sempre»
E c'è rimasto.
(*) significa "dove vai?" in tedesco.
Spero vi sia piaciuto! Fatemelo sapere fra i commenti, mi redono davvero felice c: Voglio chiarire che questa NON è una traduzione, la sto scrivendo io... molti la credono tale, ma quello che scrivo è tutta invenzione mia.
Un bacio e al prossimo aggiornamento,
Vany c:
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Sehnsucht »calum.☀
RomanceIo e Calum eravamo solo amici, spinti dalla voglia irrefrenabile di salvarci a vicenda. Salvare lui dal baratro e salvare me dal fuoco con cui potevo scottarmi. Io e lui, nessun altro contava quando eravamo insieme. Avvicinandoci ci rovinammo entram...