Mi trovavo stesa sul divano della sala spoglia dell'appartamento del mio ragazzo. La mia testa era poggiata sulle gambe di Calum, mentre mi toccava dolcemente i miei capelli morbidi. Le sue dita intrecciavano le ciocche dando vita ad una treccia ambigua che non si formò mai. Slegava e intersecava i nodi uno fra l'altro, mentre io mi rilassavo al suo contatto.
«Adesso che ci penso, a scuola quando hai cantato hai detto una cosa in tedesco» riflettei, chiudendo gli occhi.
«Diciamo che ho usato il traduttore» cercò di dire una scusa.
«La struttura grammaticale era perfetta, è strano che un traduttore l'abbia fatta così bene» mormorai, alzando gli occhi verso il suo volto.
«Non ci pensare» proferì, dandomi un bacio a stampo. «Che cosa volevi dirmi al telefono prima di venire qui?» domandò.
Mi alzai dalla comoda posizione e lo guardai negli occhi. «Perché non andiamo al ballo di primavera?»«È una puttanata, Sky» si lamentò. «Mi ci vedi in giacca e cravatta? È troppo per me, non mi sento a mio agio, non sono mica uno di quei bambini alla moda che fanno finta di divertirsi con quella musica commerciale che odio» borbottò.
«Perché no? È per provare anche qualcosa di nuovo» dissi. «Dovresti rilassarti e rompere gli schemi qualche volta» mi avvicinai di più al suo vito imbronciato, stampandogli un bacio sulle sue labbra bagnate. «Dai, accompagnami»
«No, Sky» sbuffò, incrociando le braccia. «Mi sentirei un totale coglione. Non sono fatto per quelle cose sfarzose. Mi ci vedi a bere punch e ballare il lento?» alzò un sopracciglio.
«Saresti totalmente adorabile» mugugnai, sorridendo alla fine.
«Io, adorabile?» chiese, ancora con il sopracciglio alzato, venendomi incontro e facendo sì che retreggiassi sul divano, stendendo la schiena su di esso. I suoi occhi erano fissi sui miei, mentre un formicolio allo stomaco si estese piano piano fino al mio cuore che batteva velocemente. «Sono ancora adorabile?» domandò con la voce un po' più roca, mantenendosi con le sue mani, che sprofondarono nella coperta che copriva il divano.
Titubai, balbettando qualche sillaba che non riuscì mai a diventare parola a causa del bacio appassionato che ci demmo poco dopo. Il suo corpo non pesava sul mio eppure lo sentivo più vicino di quanto non fosse. La sua postura tetra e contratta si rilassò quando ricambiai il bacio ancora una volta.
Le sue grandi mani vagarono fino a togliermi la maglia, ma lo fermai quando sbottonò il bottone dei miei jeans. Subito il suo sguardo incontrò il mio, volendo capire cosa avesse sbagliato.
«N-non possiamo» mormorai. «Ho il ciclo» soffiai piano sulle sue labbra che si allontanarono piano insieme alla sua sagoma. Si sedette sul divano sussurrando uno "scusa" imbarazzato, scompigliandosi i capelli.
Non so perché gli mentii. Quel momento non sembrava essere il migliore per la mia prima volta e la paura ancora faceva parte di me. Non mi sentivo pronta e mi dispiaceva dirglielo, avevo paura di essere giudicata. Ancora non comprendevo che lui non l'avrebbe mai fatto.«Andiamo al ballo allora?» dissi schietta, baciando la sua guancia. «Voglio vedere quanto sarai sexy in camicia.» Per tutta risposta, roteò gli occhi non volevo discutere e questo mi faceva ridere, sapeva che prima o poi l'avrei avuta vinta.
Mi chiamò la sera del ballo, in ritardo come sempre. Non riusciva a mettersi la cravatta e diceva che sembrava un pinguino con quell'indumento troppo bianco per i suoi gusti. Spazientita, mia madre mi accompagnò a casa sua e il ricordo più vivido di quella sera fu quando entrai a casa sua sbottando e lui solamente si meravigliò guardandomi vestita in quel modo troppo insolito.
Era a bocca aperta, fermò la mia parlantina baciandomi e facendomi fare un giro su me stessa, come una principessa, complimentandosi per quanto fossi bella. Sicuramente lo fece per non sentirmi ancora parlare, o forse solamente perché amava vedermi vestita in quel modo per un evento che dovevo passare con lui.Presi la cravatta dalla scrivania, passandola per il suo collo e facendo un nodo, sistemandola alla perfezione, come facevo spesso con mio padre. Lui solamente era imbarazzato per come era vestito, ma lo tranquillizzai dicendo che era davvero adorabile. Mi schernì con la sua risata e il suo broncio che mi facevano venir voglia di baciarlo ancora di più.
Arrivammo dopo un'ora, mano per la mano, non importandoci dei giudizi altrui.
"L'emo vestito da uomo per la prima volta accompagnato da quella pazza scatenata della migliore amica"
"Skylynn è ingrossata, sicuramente Calum l'ha messa incinta"
"Calum sembra un ricchione con quei vestiti"
Le persone parlavano, blateravano cose senza senso. Noi andavamo a testa alta, con le mani intrecciate e i cuori palpitanti. Stavamo mostrando ai bambini alla moda che anche i bambini diversi potevano fare le stesse cose. Ed eravamo stanchi di essere giudicati, per quello sigillammo una volta per tutte il nostro amore con un bacio sotto le luci soffuse e la canzone più adatte a noi, rompendo quello schema in cui la nostra generazione era intrappolata.
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Sehnsucht »calum.☀
RomanceIo e Calum eravamo solo amici, spinti dalla voglia irrefrenabile di salvarci a vicenda. Salvare lui dal baratro e salvare me dal fuoco con cui potevo scottarmi. Io e lui, nessun altro contava quando eravamo insieme. Avvicinandoci ci rovinammo entram...