::24 who knew

504 87 1
                                    

«Joy si preoccupa troppo per me» esordii, sedendomi su quella poltrona mentre la dottoressa si sedette sulla sua sciatta sedia pieghevole.

«Forse ti dovresti preoccupare di più di stessa» rispose soltanto, prendendo appunti su quel quadernetto nero dove c'era scritto il mio nome. «È solo una seduta, devi solo dirmi come ti senti, cosa provi, sei incinta e magari hai dei dubbi ed è completamente normale»

«Cosa vuole che le dica?» domandai sfacciata sbuffando, sistemandomi meglio.

«Come stai, Skylynn?» chiese di nuovo, incrociando le gambe magre fasciate da quei pantaloni neri a zampa di elefante. Le righe che si alternavano mi facevano venire mal di testa e cercavo di non osservarle troppo.

«Bene, forse sto tirando un sospiro di sollievo dopo tutto quello che è successo.»

«Joy mi ha detto che hai bruciato delle lettere, hai rimesso a posto la camera di Calum, stai andando avanti, no?»

«Se già lo sa cosa me lo chiede a fare?» incrociai le braccia sotto al petto, guardandola di sbieco.

«Cosa ha scatenato questo cambiamento?» non fece caso alla mia risposta, sfidandomi con la sguardo e battendo il piede ritmicamente.

«È successo. Ho solo realizzato che non potrò stare male per sempre. Lui ormai non c'è e per quanto io lo ami, devo superare questo dolore. La sofferenza mi ha resa una persona che non sono.» spiegai. «Calum mi ha aiutato ad essere la persona più felice del mondo, ha fatto delle promesse che purtroppo sono volate via insieme a lui. Sono precipitate in un mare di ricordi, si sono incendiate fino ad essere sommerse da oceani che si infrangevano contro di esse. Chi avrebbe mai detto che tutto sarebbe finito dopo tre anni? Se qualcuno me l'avesse detto l'avrei preso a pugni» ridacchiai. «E spero in un suo ritorno, ma so che non ci sarà. Non capisco a cosa mi serva uno psicologo quando so fare tutto da sola.» sviai il discorso, mettendomi una mano fra i capelli innervosita.

«Perché tu non sei da sola. Devi capire che esistono altre persone che ti possono aiutare in questo cambiamento che vuoi intraprendere. E sei stata bravissima ad avercela fatta da sola, ma il sentiero è ancora lungo.» mi tranquillizzò, per poi macchiare il suo diario con l'inchiostro nero della sua penna argentata. «Sei molto poetica, lo sai?» domandò sorridendomi.

«Anche lui me lo diceva» mormorai, abbassando la testa.

«Non hai mai pensato di scrivere qualcosa per sfogarti?» chiese sistemando quegli occhiali troppo grandi.

«Scrivere non è per me, lui era lo scrittore» sorrisi amaramente. «Creava mondi con le sue parole, ti faceva innamorare solo leggendo quelle righe piene di parole gentili e tranquille; erano così in contrasto con la sua personalità.» scossi la testa. «Ho letto tante sue lettere indirizzate a me, nascoste. Ma poi mi sono detta "Se non ha mai voluto darmele è perché dovevano rimanere un segreto" e infatti lo rimarranno, per sempre»

«Ti senti bene nonostante tu non le abbia lette?»

«Sì, dovevo chiudere con un capitolo della mia vita. E lo sto chiudendo, devo iniziarne uno nuovo, ma credo che ancora io non abbia trovato la speranza e non so se riuscirò a trovarla fino alla fine. Lui era tutto quello che mi aiutava ad andare avanti, la mia ragione per cui mi svegliavo la mattina. E adesso invece... Mi sveglio senza uno scopo se non per le nausee mattutine.»

«Nonostante tu stia andando avanti rimarrà con te ogni giorno per ricordarti che c'è stato, lo sai vero?»

«Lo so. Infatti spero di rincontrarlo un giorno. Lo terrò nel mio cuore con i suoi pensieri profondi nella testa. È successo tutto così in fretta che ancora adesso lo sto elaborando e ce la devo fare, lo devo a mio figlio. Ci sono troppe persone che mi hanno detto che non ce la potrò fare... invece devo andare avanti per far capire a quelle persone che non sanno nulla di me.» dissi sicura di me stessa.

«Ce la farai se terrai ancora questo atteggiamento.» sorrise sorniona.

E l'avrei mantenuto sino alla fine, ero così determinata a sentirmi meglio con me stessa che non avrei fatto altro che continuare ad essere quella ragazza sfacciata che stavo diventando per colpa di quella situazione così complicata. Tutto mi faceva sentire così lontana dal mondo, ma stavo combattendo per rientrare e appropriarmi della vita che mi era stata rubata.

"Speranza, speranza, sei nascosta? Prima o poi ti troverò"

E non smisi neanche un secondo di cercarla. Forse sarebbe stato più facile arrendermi e aspettare che lei mi trovasse, persa senza luce.


Sehnsucht »calum.☀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora