Just kiss me and forget.

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Inspiro quell'aria gelata che mi entra nei polmoni, che mi rinfresca la mente con la speranza che qualcosa di nuovo possa nascere tra i miei pensieri, un'idea forse, sí, é proprio quello che cerco, una scintilla che nasce quieta in mezzo al vuoto dei pensieri e che mi possa aiutare a capire cosa succede a Cameron e perché sembri cosí strano in questi giorni.

Alzo lo sguardo verso la finestra della sua camera e lo vedo lí, mentre contempla il vuoto con una penna in mano pronto per abbassare nuovamente la testa e continuare a scrivere. Mi incuriosisce quello che sta facendo, non é tipo che si mette seduto a pensare invece in questo momento lo fa come se fosse la cosa piú naturale del mondo, come se quella poltrona non fosse nata se non per essere sede delle sue riflessioni e quella penna per renderle reali.

Mi concentro sul suo sguardo fin troppo malinconico, lo stesso con cui mi guarda da qualche giorno e mi chiedo se sono io la causa della sua tristezza, un senso di vuoto mi invade e lentamente si fa strada nella mia testa un'idea: devo capire.

Progetto in pochi secondi il piano: entreró nella sua stanza mentre lui é a lezione di equitazione e cercheró il foglio che era tanto concentrato a scrivere.

Mi siedo sulla panchina piú vicina e chiudo gli occhi ripensando a ció che era successo quella mattina.

"Dai Cam!"

"Mi sei mancata troppo", mi aveva sussurrato prima di spingermi sul letto e stendersi a fianco a me.

"Anche tu."

Mi ero avvicinata e l'avevo baciato dolcemente mente le sue mani esploravano il mio corpo attirandomi sempre piú vicina. Le dita erano intrecciate con le mie e il suo respiro caldó inizió a scontrarsi con le mie labbra quando si fermó per riprendere fiato.

Percorsi con le punte delle dita il suo braccio fino ad arrivare al polso che strinsi portandolo verso la mia bocca per baciare le nocche delle sue dita.

"Questo coso scotta!" Urlai all'improvviso dopo essermi resa conto che la temperatura del suo bracciale era cresciuta a dismisura dopo che l'avevo toccato.
"Fammi vedere, forse c'é scritto qualcos-"

"Zitta e continua", mi aveva ammonita spingendomi verso il cuscino e fiondandosi in un bacio disperato che non voleva fermarsi negandomi ogni possibilitá di recuperare fiato.

"C-Cam, lasciami..."

Aprii gli occhi e la sua figura snella si materializzó di fronte spaventandomi.

"Ehm..volevo dirti che vado ad equitazione."

"Si, certo, ci vediamo dopo."

Non perdetti nemmeno un secondo e corsi in casa salendo le scale il piú in fretta possibile per trovarmi a breve davanti alla porta socchiusa della sua camera. Allugai la mano fino a raggiungere il pomello di ottone che spinsi lentamente creandomi lo spazio necessario per poter entrare nella stanza. In pochi attimi trovai il foglio che cercavo, ripiegato ordinatamente sopra la scrivania e lo aprii lasciando che mi miei occhi scorressero le righe leggendo quel corsivo armonioso e perfettamente comprensibile.

Non riesco piú a mentire, i giorni si sono fatti grigi come i suoi occhi mentre mi guarda, quel cuore che batteva forte per me sta rallentando e tutto ció non me lo posso proprio perdonare. A volte penso sia solo una mia impressione il fatto che il suo sguardo si sia fatto piú cupo, che non mi sorrida piú al mattino e non mi sussurri buonanotte la sera e questo pensiero mi fa stare meglio. Forse lei mi ama ancora e non si é accorta di niente, non capisce che non sono sincero, mi crede quello di prima...forse...ma se tutto questo distacco fosse solo frutto della mia immaginazione la situazione sarebbe ancora peggiore, vorrebbe dire che i miei inganni funzionano, che la sto illudendo.
Io non voglio essere cosí, io non sono cosí. A questo punto sarebbe meglio che lei scoprisse tutto, che si rendesse conto che per un atto di egoismo sto mettendo a repentaglio la nostra possibilitá di scappare di qui e che cosí mi lasciasse per sempre, mi insultasse, non mi volesse piú vedere.
I giorni sono grigi e tu non sei con me.

La lettera mi cadde dalle mani e la vista inizió ad annebbiarsi mentre fiumi di lacrime si facevano spazio lungo le mie guance; mi stava mentendo su qualcosa ma non una cosa qualsiasi, quello che mi nascondeva poteva determinare l'insuccesso della nostra fuga dal libro.

Rilessi le parole altre volte cercando di comprendere come meglio potevo il messaggio che contenevano ma le informazioni erano confuse, solo un pensiero era fisso nella mia testa: il bracciale doveva centrare qualcosa con tutto questo, si era sicuramente impressa una nuova scritta sul metallo, qualcosa che andava contro tutti i suoi programmi, qualcosa che, scoperto da me, l'avrebbe ostacolato ma che tenuto nascosto lo sta logorando dall'interno.

"Che ci fai qui?" Chiese una voce alle mie spalle.

Mi girai sicura di sapere chi avrei visto e infatti non mi sbagliavo.

"Mi devi delle spiegazioni."

Iniziai a leggere ad alta voce le sue parole e, ogni volta che alzavo lo sguardo, potevo vedere il suo volto incupirsi finché non mi fermó cominciando a parlare.

"Hai ragione, non puó continuare questa messa in scena. Leggi", affermó portando il polso davanti ai miei occhi in modo che la striscia argentea e l'incisione impressa sopra fossero perfettamente visibili.

Allontanati da lei, il libro non vi vuole insieme.

Ora capivo ogni cosa, aveva paura che avrei rinunciato a lui perché temevo di non poter tornare a casa facendo il contrario. Noi dovevamo seguire la trama.

"E che fine ha fatto la sincerità? Ci eravamo fatti una promessa il primo giorno qui."

"Ho sbagliato, mi dispiace, avevo paura di perderti."
Parló con tanta passione che quasi cedetti ma non potevo, doveva capire.

"Sai quanta paura ho io?" Il suo sguardo si abbassó, "no, non lo sai, sei troppo occupato ad architettare queste cose per solo pensare di chiedermi come sto", gridai fissandolo negli occhi.

"Ma io..."

"Tu niente, sei solo un ipocrita, egoista, inco-"

"Baciami."
Con tale semplicitá quella parola fluí dalle sue labbra, come se queste fossero nate per pronunciarla.

"C-cosa?" Chiesi stordita.

"Baciami ho detto! Non puoi mandare tutto a puttane e poi lasciarmi qui, lo capisci che l'ho fatto per te? Lo capisci che io senza un 'noi' non ce la faccio? E ora non parlare, solo baciami e taci per una buona volta, dimostrami che ho ragione, fammi capire che ho fatto bene a fidarmi di te, a farti diventare il mio mondo."

Mi avvicinai lentamente, come non avevo mai fatto ed intrecciai le mie mani dietro la sua nuca chiudendo gli occhi e facendo combaciare le nostre labbra mentre la realtá diventava sempre piú liquida evaporando in una nuvola di vanitá.

"Non mi stancheró mai di questo", lo sentii sussurrare.

"Shh, solo baciami e dimentica."

"Tutto ma non te."

Trapped. |Cameron Dallas|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora