"Va tutto bene", risposi con un sorriso rassicurante, "stavo solo pensando."
"Dai, vieni qui", disse Cameron facendomi segno di andare a sedermi sul letto accanto a lui.
"Sei cosí bella."
Arrossii a quell'affermazione nascondendo il viso contro il suo petto e spingendo Cameron a stendersi accanto a me.
"Dormiamo dai, sono successe fin troppe cose oggi", affermai dolcemente avvolgendo un braccio attorno al suo bacino e sollevando la coperta fino a coprirci.
A quel punto chiusi gli occhi cercando di liberare la mente da ogni pensiero e concentrandomi solo sul profumo di fiori d'arancio che la pelle calda del mio ragazzo emanava.Era circa mezzanotte quando un grido rauco mi fece svegliare di soprassalto. Vidi Cameron seduto mentre mi rivolgeva la schiena; mi sporsi di piú verso di lui fino a notare che piccoli rivoli di sudore gli rigavano il petto.
"Cos'é successo?", domandai notanto il suo sguardo sconvolto.
"Un sogno", si limitó a ribattere.
"Racconta, dai", continuai avvolgendogli le spalle con le braccia e mi avvicinai al suo viso per stampargli un bacio.
"Non é nulla", farfuglió ma, vedendo la determinazione nei miei occhi, si decise ad ammettere la veritá.
"Ho sognato Jacob."
Il mio cuore fece un balzo al sentire pronunciare quel nome e non esitai a chiedergli di continuare a raccontare.
"Vedi, quando ti aveva rapita e sono venuto a salvarti mi era sembrato strano che, mentre scappavamo, nessuno ci avesse inseguito e una volta che tu sei salita nella carrozza mi sono girato a dare un ultimo sguardo al palazzo, notando Jacob tranquillo e sorridente affacciato alla sua finestra ad osservare la nostra fuga. Questa cosa mi ha sempre turbato, era come se i suoi piani non fossero mai andati in fumo e...beh, questo è quello che ho sognato."
Non potevo mentire dicendo che tutto ció non mi aveva turbato ma cercai di mantenermi calma almeno in quel momento per tentare di raccogliere piú informazioni.
"Perché non me l'hai detto?" Chiesi incredula.
"Io...mi sembravi giá abbastanza sconvolta, non volevo peggiorare la situazione."
"Non so davvero cosa pensare", affermai facendo scorrere una mano tra i capelli, "non é la prima volta che mi nascondi qualcosa. Capiscimi, non riesco piú a capire se mi posso fidare di te."
"Ma come ti viene in mente?" Chiese incredulo, "sai che non ti ferirei mai-"
"L'hai fatto!", lo interruppi e vidi Cameron abbassare la testa.
Avevo bisogno di prendermi del tempo, di pensare, da sola.
"Esco a prendere una boccata d'aria", affermai alzandomi lentamente per poi uscire dalla stanza senza mai incontrare lo sguardo di Cameron.
Scesi le scale ed uscii in giardino dove una delle panche in legno addossate alla parete esterna del palazzo attiró la mia attenzione. Mi lasciai cadere su quella superficie dura sentendo le lacrime rigarmi le guance.
È terribile sapere che chi ami non è sincero, è come una pugnalata al cuore e diventa tutto peggiore quando si ripensa a tutte le volte che ci si è sentiti in colpa per aver dubitato quando tutta quell'incertezza era fondata.
L'aveva fatto per me, tipica scusa banale di chi non vuole prendersi le proprie responsabilitá. I problemi non si risolvono evitando di parlarne, la sofferenza non si cancella nascondendosi. Lui non l'aveva capito e forse non l'avrebbe capito mai.Il sonno si stava impossessando di me e la fresca brezza notturna inizió a cullarmi finchè non caddi in un sonno profondo, appoggiata al poggiolo in legno della panca.
Improvvisamente sentii due braccia sollevarmi e, immaginando di chi fossero, rimasi assopita finchè non sentii il rumore della porticina di una carrozza. Spalancai gli occhi ed iniziai a respirare affannosamente una volta capito che la persona che mi stava trasportando non era Cameron ma un ragazzo incappucciato dagli occhi profondi come l'oceano.
"Cameron!" Provai ad urlare ma fu tutto inutile perchè la mano del ragazzo si posó con forza sulla mia bocca.
"Sará meglio che non parli", affermó con sguardo penetrante adagiandomi sul sedile e facendo segno al cocchiere di partire.
"Dove stiamo andando?" Chiesi vedendolo togliersi il cappuccio ma non ottenni risposta.
Il volto si scoprí e una folta chioma di capelli castani si fece spazio mentre la sua mano li spettinava nervosamente; non era questo peró ció che mi lasció a bocca aperta ma quegli occhi, profondi come l'abisso, intensi come le onde, sfuggenti come il riflesso della luce sulla superficie. Ci si poteva perdere dentro a quel mare e in quel momento ci sarei annegata volentieri.
"Sono Nash", disse improvvisamente porgendomi la mano.
"Piacere, Ju-", ritrassi il braccio ricordandomi che ero stata appena presa in ostaggio da quel Nash.
"Cosa vuoi da me?"
Sorrise ma non disse nulla.Il viaggio continuava e tra una buca e l'altra la spessa tendina della carrozza si spostó facendomi vedere il paesaggio esterno: una pineta che diventava sempre piú fitta.
"Un paesaggio davvero suggestivo", affermó Nash.
Io girai la testa dalla parte opposta per non incrociare il suo sguardo ma la sua mano fermó il movimento costringendomi a guardarlo.
"Non provarci signorina, sono io che comando qui."
"Non ne sarei cosí certo se fossi in te", ribattei.
"Non parlarmi cosí", sussurró avvicinandosi sempre di piú al mio volto. Il profumo di tabacco misto a lampone mi inebrió e chiusi gli occhi per soffermarmici meglio; fu in quel momento che le sue labbra si posarono con forza sulle mie in un gesto talmente repentino che il ragazzo sembrava desiderarlo da tempo.
Le mie labbra si dischiusero quando sentii la sua mano percorrere la lunghezza della mia gamba fino a soffermarsi sulla coscia scoperta.
"Mi fai impazzire ragazzina", affermó e approfondí il bacio sfiorandomi la guancia con la mano.
Mi stavo addentrando in un bel guaio ma piú ci pensavo, piú la voglia di tuffarmici completamente aumentava.
Appoggiai le mani sui lembi della sua maglia ed iniziai a sollevarla.
Ciao a tutti,
Sono tornataaa, so che questa assenza è imperdonabile ma per un periodo non ho piú sentito il bisogno di scrivere, ero felice, qualcuno aveva riempito la mia vita in un tal modo da rendermi contenta giá cosí.
Ovviamente se sono tornata le cose non sono andate proprio come sperato ma io credo tutto succeda per una ragione, il passato è importante e ogni esperienza ci fornisce qualcosa in piú.
Comunque ora sono qui ed è il momento di rimettersi al lavoro
Spero vi sia piaciuti il capitolo.
Baci,
DreamingyoursmilePS: ringrazio tutti per i bellissimi commenti che avete lasciato, è anche per voi che ho deciso di continuare
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Trapped. |Cameron Dallas|
Fanfic"É solo un libro." Quante volte ti sei ripetuto questa frase cercando disperatamente di crederci? Se vuoi una prova del contrario questa fan fiction te la dará, perché non é piú "solo un libro" quando ci rimani intrappolato.