Era stato difficile spiegare ad Albert cos'era successo nel bosco e il motivo di tutta la fuliggine che ricopriva i nostri vestiti, ma vedere la sua espressione sconvolta ad ogni parola mi fece sorridere: lo stavamo facendo esasperare.
"Ma com'é possibile?" Ripeteva insistentemente a se stesso scompigliando con la mano i pochi capelli che gli rimanevano.
"Non era mai successo, mai una volta e voi...sareste potuti morire", ripeteva con tono ansioso contagiando anche me.
"Ti prego Albert, chiudiamola qui, siamo vivi e vegeti."
"Ha ragione signorina e per festeggiare ho organizzato per domani una battuta di caccia alla volpe."
"Cosa?" Chiesi incredula.
"No no, la caccia alla volpe é per gli uomini, le donne rimarranno a bere il té delle cinque nella veranda. Ho appena inviato i messaggeri alle residenze delle sue amiche per invitarle signorina."
"Grazie Albert", cercai di dire non facendo minimamente trasparire i mille dubbi che mi occupavano la mente: chi erano esattamente le mie amiche? E, per ultimo, da quando la caccia alla volpe era legale?
In breve Albert ci congedó ed uscí dalla porta lasciando me e Cameron soli in quella stanza con mille dubbi nella mente ma, nonostante tutto, il silenzio sembrava al momento la cosa migliore.
Guardai verso di lui, lo vidi spostare lo sguardo, prima rivolto nella mia direzione e a quel punto non potei piú trattenermi dal parlare esternando la domanda che piú mi rendeva inquieta:
"Quel 'ti amo' lo pensavi davvero?"
Per un attimo giocó con le parole cercando un modo di eludere la domanda ma, una volta capito che ormai non c'era speranza, si avvicinó e rispose con tono sommesso.
"Non lo so...io, io avevo paura di morire all'inizio ma quando ti ho vista cadere e ho pensato che non ti saresti piú rialzata, in quel momento non mi importava piú cosa ne sarebbe stato di me, avrei dato tutto, compreso me stesso purché tu non fossi morta; mi sarei sacrificato per permetterti di salvarti ma forse chiamarlo amore é sbagliato, forse dire 'ti amo' é sbagliato. Quelle due parole si pronunciano in un secondo, senza darli peso, sono solo aria che fuoriesce dai polmoni, niente di piú; vuoi mettere cosa sia l'amore confrontato con quelle tre sillabe? Si puó davvero mettere a confronto il battito accelerato, le farfalle nello stomaco, la disperazione, la felicitá che l'amore provoca con due misere parole?"
Riflettei su quello che mi stava dicendo e mi sentii una stupida per avergli fatto quella domanda.
"Tu per me sei molto di piú di quelle misere frasette ma mi sento un idiota ogni volta che ci rifletto, insomma, ci conosciamo da cosí poco che chiamarlo amore sarebbe un'assurditá."
E aveva ragione anche sta volta, non ha alcun senso chiamare amore qualcosa che non si é vissuto allo stesso modo per cui non ha senso chiamare avventura un banale viaggio o definire felicitá un semplice sorriso.
"E quindi come mi devo comportare con te?"
Non mi resi neanche conto di stare esternando uno dei miei dubbi."Proviamo ad amarci per vedere se tutto questo puó essere definito amore o a scelta proviamo ad odiarci per capire se ci amiamo, cosa preferisci?" Chiese prima di allontanarsi riflettendo sulle sue stesse parole soddisfatto che un discorso tanto intelligente fosse stato concepito nella sua mente.
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Trapped. |Cameron Dallas|
Fanfic"É solo un libro." Quante volte ti sei ripetuto questa frase cercando disperatamente di crederci? Se vuoi una prova del contrario questa fan fiction te la dará, perché non é piú "solo un libro" quando ci rimani intrappolato.