Non mi importava se avesse mentito o meno, in quel momento c'eravamo solo io e lui, nient'altro, e la pioggia cadeva fuori lasciando che i vetri si bagnassero di piccole goccioline che lentamente scorrevano annebbiando la visuale.
Non volevo andarmene, il suo corpo che mi riscaldava invitava la mia mente ad assopirsi facendomi cadere tra le braccia di Morfeo.
Se avessi sognato non avrei immaginato altro che lui ma non fu cosí e nulla riuscí a disturbare il mio sonno quel giorno, nulla se non i caldi baci che Cameron posava sulla mia fronte di tanto in tanto; era come se avesse paura che da un momento all'altro potessi scomparire lasciandolo lí, solo tra quelle coperte a cullare un'illusione."Non te l'ho mai detto", iniziai dopo aver riaperto gli occhi attirando il suo sguardo curioso, "é da un po' che penso ad una cosa e credo sia arrivato il momento di mostrartela, seguimi."
Afferrai li suo braccio e insieme ci alzammo correndo lungo le scale e uscendo all'esterno.
Sollevando gli occhi al cielo notai che le nuvole grigie che prima lo affollavano si stavano lentamente dissolvendo per lasciare spazio ad un tiepido sole che con un timido avanzare lasciava che le ombre degli alberi cominciassero a proiettarsi sul sentiero ghiaioso davanti ai miei piedi.
"Con il sole sará ancora meglio, vedrai."
"Nulla puó essere migliore di ogni cosa quando ci sei tu", si limitó ad affermare proseguendo poi tranquillo lungo la stradina bianca.
Cercai con passi veloci di mantenermi al suo fianco chiedendomi se avesse capito che ero io a doverlo portare in un posto e non lui a guidare me.
Non ci volle molto e ci trovammo davanti ad una grande quercia che gettava attorno alla sua base un'ampia ombra sotto la quale era possibile rifugiarsi per sfuggire al caldo sole estivo.
"Ci siamo", affermai e ricevetti in risposta uno sguardo interrogativo.
"Vieni con me", lo incitai e ci avvicinammo al tronco.
Frugando nelle tasche degli unici pantaloni che avevo trovato nel castello estrassi un coltello con la punta affilata e lo mostrai a Cameron; la lama brillava alla luce e per un istante, nel posare i suoi occhi su di essa, il ragazzo restó abbagliato.
"Mi spieghi a che ti serve?"
"Ma allora sei proprio stupido. Dammi la mano e ripeti con me:
Con la pioggia o con il sole, che ci sia calore o gelo nel mio cuore.""Con...la pioggia o con il sole, che ci sia calore o gelo...nel mio cuore."
"Io questo luogo conserveró, per non dimenticare, ricordarmi di ricordare, per amare ancora, per non lasciarti andare, sempre qui staró a pensare."
"Quello che hai detto tu."
L'espressione offesa sul mio volto gli fece capire che avrebbe dovuto ripetere la frase e non semplicemente dirmi 'quello che hai detto tu'.
"E va bene... Io questo luogo conserveró, per non dimenticare, ricordarmi di ricordare, per amare ancora, per non lasciarti andare, sempre qui staró a pensare.
Adesso continuo io...e che il destino ci separi se ne ha il coraggio, questo albero fiorirá il nostro amore ogni maggio e se un giorno forse vorró mollare, verró qui...per ricordare.""Per ricordare", ripetei.
Con precisione incisi sul tronco un piccolo cuore e, una volta terminato, feci alcuni passi indietro per ammirare il risultato.
"Mi pare carino", affermai e ricevetti una risposta affermativa.
"Ti amo", udii.
"Cosa?"
"Ho detto che ti amo."
"Ripetilo."
"Ti amo."
Una melodia, brividi sulla schiena.
"Ti amo", sussurrai prima di avvicinarmi a lui e cingergli le braccia attorno al collo per poggiare le mie labbra sulle sue; mi sentii sollevare e portare con le spalle contro il tronco prima che le mie gambe fossero avvolte attorno a lui.
"Non lasciarmi mai, promettilo", lo supplicai.
"Mai."
Bacio.
"Mai."
Bacio.
"Mai", continuai.
In un attimo le sue mani si mossero addentrandosi sempre di piú nella loro ricerca della calda pelle.
Il mio sguardo era incantenato al suo, quegli occhi brillanti, vivi, attenti, lussuriosi e i miei: spalancati, ipnotizzati, come se tutto fosse un incantesimo, come se quelle iridi castane riuscissero a confondermi ogni volta, a farmi perdere il senso del tempo.
Una lacrima cominció a scorrere, rigando la guancia."Qualcosa non va?" Mi chiese lui preoccupato spostando subito le mani ed accarezzandomi la guancia mentre lentamente la maglia tornava al suo posto.
"Va tutto bene", sorrisi, "é solo che mi pare troppo bello per poter essere vero."
"Ti dico di piú, non é solo vero, é per sempre."
Un bacio, un altro e la testa inizió a girare ma c'era lui a sostenermi, lui che con i baci sul collo scandiva ogni secondo, lui che con lo sguardo mi dava la forza, lui che mi stringeva i fianchi per non lasciarmi scappare, lui che mi aveva promesso amore; io, che l'avevo ricambiato.
Erano passate ore dal primo momento in cui quella quercia si era stagliata all'orizzonte davanti a noi e ormai il sole era sul punto di tramontare lanciando bagliori rossastri sui nostri corpi vicini per illuminarci con il colore della passione, quello che non svanisce, quello che non puó essere cancellato.
Alzai lo sguardo notando le prime stelle tra cui la piú brillante che indicava il nord.
"Si sta facendo buio, non vorrei uscissero i lupi", affermó Cameron ed io rabbrividii al solo pensiero di trovarmi di fronte ad una di quelle creature affamate.
"Ma stai tranquilla, ci sono io. Ora é meglio se ti metti la maglia e poi la mia casacca sopra; fa davvero freddo."
Raccolse la mia camicetta da terra e mi aiutó ad infilarla prima di darmi un bacio e prendermi la mano per ricondurmi a casa.
Stavamo camminando lungo il sentierino ghiaioso mano nella mano quando un gruppo di guardie reali ci vennero incontro scatenandomi brividi costanti quando le vidi fermarsi davanti a noi.
"Buonasera signori", disse una delle due con rispetto.
"Buonasera", rispose Cameron stringendomi la mano e portandomi piú vicina a lui.
"Lei é il signor Dallas?"
"Sono io."
"Signore, Lei é in arresto per l'omicidio del signor Caniff."
In un attimo le guardie gli furono addosso e gli legarono i polsi con delle spesse corde ignorando le sue richieste di spiegazioni e continuando con il proprio lavoro.
"Non potete portarmelo via! Cameron che succede?" Piansi disperata.
"Signorina, l'altra sera abbiamo trovato Taylor Caniff morto in un bosco con evidenti segni che ci portano a credere che qualcuno l'abbia affrontato e gravemente colpito. Alcuni testimoni ci hanno riferito che il signor Dallas sia il colpevole."
Ripensai a ció che era accaduto in quel giorno e a come Cameron mi avesse difesa picchiando Taylor. Non parlai, sapevo che avevano ragione, anche se l'aveva fatto per una giusta causa era comunque colpa sua.
"Il processo si terrá domani pomeriggio."
Non riuscivo a parlare e caddi a terra singhiozzando disperatamente pregandoli di liberarlo.
"Ce la faremo Juliet, ricordati cosa ci siamo promessi: per sempre. Ti amo."
"Ti amo", riuscii a dire prima che lui venisse portato via.
N/A
Buonasera ♥
A grande richiesta ecco il nuovo capitolo!
Grazie a tutti quelli che supportano questa storia ♥Dreamingyoursmile
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Trapped. |Cameron Dallas|
Fanfic"É solo un libro." Quante volte ti sei ripetuto questa frase cercando disperatamente di crederci? Se vuoi una prova del contrario questa fan fiction te la dará, perché non é piú "solo un libro" quando ci rimani intrappolato.