CAPITOLO 7

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Finalmente Thor è potuto tornare sulla Terra, dopo poco più di una manciata di giorni di assenza.
Il Padre degli Dei doveva parlargli di questioni molto importanti. Pare che fra i Nove Regni si mormori qualcosa di losco, e giustamente Odino ha ritenuto opportuno avvisare il figlio, per tenerlo pronto in caso di un eventuale insurrezione. Anche se ha deciso di rinunciare al trono, Asgard resterà sempre casa sua e sarà pronto a difenderla con la sua vita, se c'è ne sarà bisogno. Inoltre Thor aveva bisogno di trovare tutte le informazioni disponibili riguardo le Gemme dell'Infinito, dopo che la Gemma della Mente è apparsa sulla Terra e l'unico posto dove avrebbe potuto trovare ciò che cercava era ovviamente Asgard.

Ora si trova alla nuovo quartier generale degli Avegngers -o di quel che ne rimane- e dello S.H.I.E.L.D. -dopo la sua rinascita-, spostatosi a nord di New York dopo lo sciogliomento dei primi Avengers, dovuto ai loro pareri discordanti riguardo gli Accordi di Sokovia e tutto ciò che ne è derivato. Di questo al Dio non è stata ancora data una spiegazione completa ma di certo ora sapere ciò che hanno combinato i suoi ex compagni di battaglia è l'ultimo dei suoi pensieri.

Sta aspettando di poter avere un colloquio con Fury, per parlare della ragazza, come si era ripromesso di fare. Thor ha perso ormai la cognizione, ma è sicuro di star aspettando fuori dall'ufficio di Fury da almeno un ora. Avrebbe già fatto irruzione, ma dato che gli è stato chiesto di non disturbare, poiché la dentro si sta tenendo un importante discussione, non lo ha fatto.

Ora però non ne può più, e mettendo da parte le buone maniere, decide di entrare.
Il Dio non è il tipo a cui piace attendere più di tanto.
Apre la porta della stanza, dopo aver battuto un colpo, per poi ritrovarsi davanti un Fury sorpreso di vederlo.

« Thor! Sei già di ritorno? »
Gli fa cenno di entrare, interrompendo bruscamente la video conferenza, senza badare a congedarsi con il suo interlocutore, ma questo non è un problema del biondo.

« Sì, non era nulla di importante, al contrario di ciò di cui devo parlarti ora... »
Il Dio sbrigativo, va subito al dunque.

La spia si siede e appoggia i gomiti sulla scrivania, tendo le mani congiunte.
« Sentiamo allora. »

« Mi domando se tu abbia mai sentito parlare di una certa Bren... »
Viene interrotto dalla porta che si apre bruscamente, lasciando entrare Coulson.
Sembra ancora scosso.

« Che ti è successo? »
Chiede Fury aggrottando la fronte.

« Sono qui per il rapporto della mia ultima missione... C'è stato un inconveniente alla Royal B. Shell, signore. »

L'uomo ha preferito far passare del tempo prima di presentare il resoconto della sua uscita, in primo luogo per aver il tempo di riprendersi sia mentalmente e sia fisicamente, dopotutto se l'è vista davvero brutta. E poi ha voluto attendere per non presentarsi in uno stato pietoso davanti al suo capo.

« Se n'è accorta? »
Fury ha già intuito cos'è accaduto, dato che era una delle sue ipotesi su cosa sarebbe potuto succedere.

« Figlio di Coul, chiunque ti abbia fatto ciò la pagherà! »
Tuona il biondo, intromettendosi.

Chiunque abbia ridotto così il mio amico se la dovrà vedere con me.

Si promette mentalmente il Dio, con animo da vero combattente.

« Credo che non sia così semplice, Thor... »
Si accomoda su una delle poltrone di fronte a Fury, che lo guarda serio.

« Coulson, cos'è successo? »

« Oh, Nulla di grave. A parte il fatto che si è accorta della telecamera nascosta, che sono stato scaraventato a terra dal suo scagnozzo e che ora ci detesta più di prima. »
Afferma, con inopportuno sarcasmo, che non fa altro che alimentare la frustrazione del capo.

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