CAPITOLO 20

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Bridget sobbalza quando Bright le afferra l'avambraccio, scuotendola leggermente, dopo che la madre non ha risposto ai suoi ripetuti richiami.
Finalmente la donna è riuscita a risvegliarsi dallo stato di trance in cui era piombata, che la teneva incatenata alle ombre di quei momenti già vissuti, ai quali assisteva però in terza persona, come una spettatrice esterna ai fatti che vedeva succedersi gli eventi davanti agli occhi.

« Mamma, davvero, sei sicura di volerlo fare? Non ti ho mai vista così... »
Parla Bright, guardando seriamente preoccupata la madre.

« Si... Scusami Bright, ma questi luoghi sono carichi di ricordi per me e, seppur all'apparenza sia tutto così diverso da allora, ogni singola cosa qui riesce ancora a trasmettermi qualcosa... »
Bridget parla lentamente e pacata, continuando a scrutare ciò che le sta attorno.

« Lo so, le avverto anche io... queste vibrazioni. Sembra come se queste macerie volessero parlare... »

A queste parole della biondina, la donna le rivolge un sorriso sornione, accarezzandole i capelli.

Non riesco ancora a crederci... la mia bambina finalmente ha scoperto i suoi poteri!
Gioisce mentalmente Bridget, contenta del fatto che anche la figlia inizi ad avere percezioni sensoriali fuori dal comune.

« Continuiamo, ti va? »
Domanda poi, prendendo per mano Bright che annuisce in risposta.

Le due riprendono a camminare per quella, ormai, città fantasma, fermandosi di tanto in tanto per dar modo a Bridget di raccontare alla figlia la storia dietro quelle rovine.

« Guarda amore, quella era la mia vecchia scuola! >

La mora indica l'edificio oltre un cancello arrugginito, che fungeva da passaggio in mezzo alla recinzione in mattoni.

Quanti ricordi qui... Quando ci venivo con la mia sorellina, mano nella mano percorrevamo il vialetto alberato insieme fino ad arrivare dentro, nell'atrio, dove ci dovevamo separare per andare a lezione...

Il ricordo della sorella minore riapre nell'animo di Bridget delle ferite che in realtà non si sono mai risanate.

Spero con tutta me stessa che le parole di Thor non siano solo fumo...

La notizia del probabile ritrovamento della sorella la tormenta ancora nel profondo, essendo divisa tra il credere e sperare nelle affermazioni del Dio del Tuono e il diffidare da ciò che le è stato detto perché potrebbe essere solo un escamotage dello S.H.I.E.L.D. per ottenere la loro alleanza militare.

« E quello cos'è, mamma? »
Domanda d'un tratto la biondina, puntando a qualcosa di massiccio che si eregge verso l'alto, poco più in là rispetto a dove si trovano loro.

« Vieni ti faccio vedere. »

Le due si avvicinano a quella che era una maestosa statua placcata in bronzo e rifinita in oro, ora ovviamente usurata dal tempo e anche deturpata.

La ragazzina si accovaccia vicino alla base in pietra levigata della statua, ammirando dal basso la sua maestosità.

« Lascia... libera... »
Sradica poi le erbacce e le piante rampicanti che coprono una scritta incisa, per riuscire a leggerla.
« "Lasciate che la libertà regni. Il sole non tramonterà mai su una così gloriosa conquista e chi vive nella libertà ha un buon motivo per vivere, combattere e morire." »
Legge ad alta voce quelle parole indelebilmente impresse, che le trasmettono un inspiegabile senso di pace e potenza, derivante dal libero arbitrio.

« Vivere, combattere, morire... »
Ripete con un soffio di voce, come a voler memorizzare ogni singola parola di quella così importante frase.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 18, 2019 ⏰

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