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Ci stringemmo la mano e mi sorrise. Dovevo ammettere che aveva un sorriso davvero stupendo, quasi perfetto, anzi, senza il quasi. No, Jessica, hai detto che quest'anno avresti lasciato perdere i ragazzi. Ti devi concentrare sulla scuola. Nessuna cotta, lo studio è più importante, ne va della tua vita!

"È la prima volta che vieni a Torino? I professori ci hanno detto che vieni dalla Toscana, giusto?" Gli chiesi, speravo solo di non essere sembrata garbata.

"Giusto,  sono di Firenze" disse "Sto cercando di conoscere il quartiere in cui abito ma Torino sembra tutta uguale, ovunque ti giri trovi gli stessi palazzi, le vie perfettamente identiche e.. basta ci rinuncio." disse sbuffando e con gli occhi al cielo. 
Poverino, sembrava disperato e pensandoci ancora ora mi viene da ridere.

"Sai, non è proprio vero che è tutta uguale, è che non la conosci, a me piace molto. Mi immagino io in giro per Firenze a non capire nulla". "Si, hai ragione, ognuno conosce la propria città. giustamente. È sempre difficile ambientarsi in una città nuova". 

"Che ne dici di partire dalle basi? Iniziare a conoscere la scuola ad esempio, dopo ti ci faccio fare un giro, ti va?" 
 
"Mi piacerebbe sai? Almeno evito di perdermi ed entrare in una classe per un'altra, prima è successo" disse strofinandosi un sopracciglio con la mano. "Sono entrato convinto che fosse l'aula di informatica mentre si trattava di quella di italiano, fuori dalla porta c'era scritto 'I', sono entrato e la professoressa mi guardava un po' attonita, dovevi vedere la sua faccia sorpresa!" Mi misi a ridere immaginando la professoressa di italiano interrompere la lezione per l'ingresso senza un'apparente buona ragione. 

"Giuro, dovevi vedere la sua faccia, era un insieme di confuso e arrabbiato". Disse anche lui sogghignando. "Me la immagino benissimo infatti, per questo rido!"

Mi sentii chiamare e subito ci zittimmo entrambi. Era la professoressa: "De Angelis? Sai che non siamo alle elementari dove il primo giorno si parla delle vacanze vero?" 

Sapeva che almeno le presentazioni con i compagni nuovi si dovevano fare? Si chiama buona educazione a casa mia, ma a quanto pare veniva da un altro paese. 

Scambiai lo sguardo con il mio compagno di banco. "Si, scusi prof." Dissi cercando di respingere l'istinto di alzarmi e andarle a tirare i suoi orribili capelli bianchi. Certo che le tinte non costano così tanto, pensai, poteva sicuramente permettersene una.

Era la  professoressa di diritto, quella materia per cui pur di non seguirla sarei andata ad aiutare a raccogliere le angurie. Io odiavo diritto.

La lezione finì dopo 2 interminabili ore in cui anche se era la prima lezione dell'anno io mi stavo già per addormentare. Suonò la campanella, ciò significava che era ora di pranzo. Quella mattinata era volata. Il tempo vola quando ci si diverte, dicevano. O almeno era volata la prima parte della mattinata, dove parlare con quel nuovo ragazzo era stato un vero piacere. Il resto no. Salutai Federico che doveva andare a chiedere delle informazioni in segreteria e andai da Jade. Non appena mi sorrise dissi: "Ei amica! Mi sei mancata" abbracciandola.

"Anche tu".  Ricambiò l'abbraccio, indossava un bel maglioncino color senape morbidissimo.  Non ci vedevamo da quasi una settimana. Per noi era davvero tanto, troppo. La lasciai andare e nel mentre vidi Lorenzo, mio fratello, così gli corsi incontro. "Ei ei, calma - si mise a ridere - non ci vediamo da... fammi pensare, ieri sera" disse con una faccia stupita. 

"Lo so, ma posso volere un tuo abbraccio?." Era più alto di me quindi gli misi le braccia intorno al collo.

Spesso le persone mi chiedevano se era una cosa normale trattare così il proprio fratello. Io risposi che no, non siamo come in quei film dove i due fratello e sorella si amano e il loro è un amore proibito, semplicemente io e lui ci vogliamo un bene dell'anima, ci siamo sempre trattati così.

"Hai visto i ragazzi nuovi?" chiese distaccandosi. 

Quanti ragazzi avrei dovuto conoscere? "Non mi metto sicuramente a parlare con tutti gli sconosciuti in giro per i corridoi". Mi guardò inclinando la testa. "In realtà ne ho conosciuto uno, frequenta il mio stesso corso, perché?" Chiesi incuriosita sorridendogli.

"Così, ne ho visto uno che potrebbe piacerti e pensavo già a quando mi farai una testa tanta per i tuoi film romantici con lui". allargò le braccia mentre rappresentava il suo "testa tanta" per farmi capire che gli avrei fatto venire mal di testa. 

"Io farmi film romantici con qualcuno? Che fratello ingrato che mi ritrovo. Guarda che io quest'anno ho detto la parola <no> alle cotte per i ragazzi, devo riuscire a a finire l'anno con ottimi voti, o almeno discreti dai." Si mise a ridere.

"Staremo a vedere allora, lo spero. Ci si vede in giro sorellina" Se ne andò lasciandomi li, vicino ai miei amici che non rivedevo da tempo. Davvero mi credeva una persona capace di fare una cosa del genere? Io? Ma non scherziamo dai. I film mentali erano l'ultima delle mie ambizioni, più o meno.

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