Camminammo per il parco tenendoci per mano. Era bello camminare così, insieme.
"È strano stare con te, adesso..." Iniziai a dire "strano in che senso?" Mi guardò curioso.
"Nel senso che è la nostra prima uscita da... Non lo so, forse sono io che mi faccio troppe paranoie" - "fidanzati?" Terminò la frase al posto mio e in un certo senso aveva colto perfettamente cosa volevo dire. "Si, da fidanzati" aggiunsi guardandolo anche negli occhi.
"È una cosa spiacevole?" Me lo chiese fermandomi e girandosi verso di me.
"Niente affatto" affermai per poi dargli un bacio sulle labbra. "Ti avverto, non farlo mai più" - "che cosa?" Scoppiai a ridere, "farmi stare così sulle spine, non lo fare più. Mi farai impazzire"
Si mise a ridere anche lui e scherzandoci ancora un po' su proseguimmo il nostro giro."È quasi il tuo compleanno" mi disse dopo esserci seduti sulla panchina degli innamorati. Era una panchina davvero carina; su di essa erano posizionati due lampioni uno appoggiato all'altro, proprio come se fossero innamorati.
"Oh, ti prego, non me lo ricordare" - "Perché mai, è un evento così bello" - "Cresco di un anno, mi fa sentire più vecchia, più brutta, con le rughe e i capelli bianchi" pensare al futuro troppo spinto non mi piaceva granché, non sapevo cosa mi sarebbe successo il giorno dopo, figuriamoci dopo una vita intera."Anche da vecchia saresti sempre bellissima"
"Che bugiardo che sei, comunque grazie" sorrisi un po' a stento - "perché mai dovrei mentire, sentiamo" rise lui - "non lo so, per abbindolarmi forse?" Inarcai le sopracciglia e lo guardai inclinando la testa - "tu sei tutta matta" sorrise dolcemente "è per questo che mi ami?" Mi avvicinai al suo viso provocandolo "non solo" mi rispose a bassa voce. Io mi allontanai di scatto scoppiando a ridere, volevo troppo vedere la sua faccia ma stavo ridendo troppo.
"Non ti stai forse prendendo gioco di me, vero?" Non se lo aspettava, però iniziò a ridere anche lui. Poi mi alzai dalla panchina e mi allontanai camminando all'indietro "e ora dove vai?" - "prendimi se ci riesci" gli lanciai un'occhiata di sfida e iniziai a correre per il parco. "Se ci riesco? Ora ti prendo" si alzò anche lui dalla panchina e iniziò a rincorrermi, eravamo come due bambini di cinque anni che giocavano a rincorrersi per il parco. Lui, sfortunatamente per me, era più veloce, quindi non passò molto tempo prima che mi riuscisse a prendere per una mano facendomi voltare. "Ti ho presa" - "si, mi hai..." Non riuscii a terminare la frase perché lui mi avvicinò a sé e mi baciò; quella volta per davvero, non glielo impedii per nessun motivo. Avevamo entrambi il fiatone dovuto alla corsa, lui mi cingeva i fianchi mentre io tenevo il suo viso tra le mani. Sentii caldo, e non era solo il calore di quella giornata di primavera il motivo. Sentirlo così vicino a me mi faceva bruciare dentro, sentire le nostre bocche unite mi faceva stare su una montagna russa a tutta velocità. Federico iniziò a parlare tra un bacio e l'altro "io" - continuò - "ti" - "shh" misi un dito sulla sua bocca zittendolo, non volevo dicesse nulla, quel momento era già così bello così. Ci guardammo negli occhi e lui appoggio la sua bocca sulla mia fonte, dandomi un bacio; poi mi abbracciò, poggiando il mento sulla mia nuca. Riuscivo a sentire il battito del suo cuore attraverso la maglietta, era veloce, regolare. Rimanemmo qualche istante così, fermi, a sentirci, poi ci allontanammo.Ci incamminammo verso casa, tenendoci per mano e rimanendo in silenzio, guardandoci di tanto in tanto. "Ti va se andiamo a vedere un negozio dell'8 Gallery mentre torniamo verso casa?" Ruppe lui il silenzio facendomi la proposta, "ma certo, cosa devi guardare?" - "nulla di importante, una cosa per mia zia" mi disse evitando il mio sguardo - "d'accordo dai, andiamo".
Dopo aver preso l'autobus del ritorno, iniziammo a camminare su quello che era il centro commerciale del Lingotto.
Parlammo del più e del meno, nulla di importante, finché non mi soffermai davanti a una vetrina vedendo un peluche a forma di lupo, enorme.
"Non mi dire che ci stiamo fermando per davvero" disse Federico ridendo. "È stupendo". Quanto adoravo i peluche e quanto amavo i lupi. Il lupo era il mio animale preferito: forte e determinato, lavorava bene sia in branco che solitario, ma non dipendeva da niente e nessuno.
"Ma è un peluche!" Ribadì Fede - "per me è bellissimo" Continuai a dire dopo aver messo le mani sul vetro come una bambina di 5 anni.
Lui si mise a ridere ancora di più forte "dai bimba andiamo via su" - "oh no dai!" Mentre mi spingeva via io mi girai a guardare ancora una volta quel peluche. "Sei proprio una cattiva persona sai?" Feci un finto broncio con il labbro. "Sai che l'ho fatto solo per il tuo bene si? Il tuo portafoglio ringrazierà fidati di me" - "beh si, forse hai ragione. Però hai visto quanto era bello?" Lo guardai in cerca di approvazione "si Jess, era bellissimo" - "ma non mi prendere in giro Fede!" - "io prenderti in giro? Non mi permetterei mai!" Scoppiò a ridere.
STAI LEGGENDO
Just Me & You
Chick-Lit⚠️In aggiornamento⚠️ Una vita perfetta. Degli amici perfetti. E poi? E poi in una notte cambiò tutto. Ora, dopo 10 mesi, Jessica non è ancora riuscita a dimenticare il passato. E poi un ragazzo: Federico. Vivevano distanti fino a qualche tempo fa. J...