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Se non fosse per te
Bugie

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Finalmente respiro. A quasi tre settimane dal mio arrivo a Minori, finalmente respiro a polmoni aperti. E non perché sia stata messa in moto una nuova strategia ambientale per migliorare la qualità dell'aria salernitana. Dopo svariati tentennamenti, ho scovato la pace. Con me stessa e con il mondo che mi circonda. Mi sono trasferita qui per salvarmi dopo il grave lutto ed ho trovato ad accogliermi a braccia tese un'amica incinta, un nipotino bellissimo, un mare fantastico e un cugino desideroso di portarmi a letto.

A proposito dell'ultimo punto, ho optato per una pratica e decisa soluzione. L'indomani ho dato appuntamento a Michele sul lungomare e gli ho dichiarato apertamente i miei sentimenti: gli voglio un gran bene, un affetto e una gratitudine incommensurabile, ma non posso dargli di più. E soprattutto non voglio mai più ritrovarmi nella situazione di giorni fa, sul terrazzo, con quella rivelazione inaspettata.

Si è scusato, rendendosi conto del peso delle sue parole. Ma di certo so che alla base c'è qualcosa di profondo. Qualcosa che non si può cancellare. Spero solo che la mia risolutezza faccia effetto. Non voglio che soffra e non voglio soffrire.

Quanto è complicata la vita. Quanti ostacoli indesiderati ci pone lungo il cammino. Mai avrei immaginato che Michele potesse avere dei pensieri su di noi, dopo così tanto tempo. Non nego di pensarci talvolta al passato, ma ciò non vuol dire trasformarlo in un ipotetico presente.

Ho discusso a proposito di quella notte con la mia amica Titì. Ha apprezzato la mia sincerità, sebbene gesti come la consegna dell'album mi abbiano indotta a credere che anche lei un po' ci sperava in un ritorno di fiamma.

Ma si sa, ognuno è artefice del proprio destino. E le ambizioni altrui le lascio ben dove sono. Ascolto attentamente, ma agisco da sola quando si tratta di cuore. È il momento di crescere e di silenziare i grilli parlanti. Almeno per un po'!

Rassetto la libreria. Tra mezz'ora abbasserò la saracinesca e me ne tornerò a casa. Un po' come sto facendo da una settimana circa. Dopo la nascita di Costas, con conseguente exploit di mio cugino, ho pensato bene di dedicarmi unicamente a me stessa, limitando il più possibile i contatti con tutto e tutti. Mi occorreva tempo e riflessione. Tempo e meditazione. Tempo e niente guai. Niente ronzii nella testa. Niente cervello a mò di macchina con ingranaggi usurati. Non ho bisogno di olio nero e denso per ripartire, necessito di sacrosanta calma. L'aria e respirare.

Ultimamente il fattorino è di casa qui. Siamo arrivati al punto di sentirci telefonicamente per la consegna dei pacchi. A quanto pare la letteratura italiana e straniera sono in fermento. Le pubblicazioni si susseguono come pane appena sfornato. Un macello, se si tiene conto che il locale non è grandissimo. Ormai sono un abile sfruttatrice di spazi, ogni buco va occupato, soprattutto con le guide della città in tutte le lingue del mondo. C'è, per fortuna, una grande abbondanza di turisti.

Squilla il telefono sul bancone. Alzo la cornetta e rispondo, facendo slalom tra i volumi momentaneamente adagiati a terra. La leggiadria di una ballerina, il bello di non indossare i tacchi.

"Gioia, sono Athina che allatta!"

Scoppio in una fragorosa risata-"ciao Titì, grazie per la delucidazione. Dimmi tutto, non prima di aver dato un bacio al mio figlioccio"- la mia amica mi ha chiesto di fare da madrina di battesimo al suo piccolo.

"Il tuo figlioccio succhia peggio di tutti i vampiri di Twilight messi assieme!"- esclama, anche se c'è poca ironia nella sua battuta, visto i problemi che sta avendo con l'allattamento- "ti ho chiamata per il compleanno di Michele".

Se non fosse per te-BugieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora