Epilogo

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Se non fosse per te

Bugie


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Epilogo


Nella letteratura italiana e straniera, le strade adiacenti alle stazioni ferroviarie venivano descritte come luoghi in cui bivaccavano i derelitti. Prostitute si vendevano per pochi spicci in tuguri sporchi e maleodoranti. Ladri e zingare girovagavano in cerca del signore da derubare. Ricettatori esponevano la refurtiva in compro oro gestiti da uomini di malaffare.
Strade dove tutto era lecito, terra di nessuno, in totale anarchia. Qua e là trasfertisti, lavoratori e viaggiatori camminavano velocemente con sguardo basso, pur di non attrarre l'attenzione dei truffatori.

Acqua oleosa e densa sgorgava in un tombino sotto il marciapiede. Del fumo usciva fuori da una marmitta. Spense il motore, alzò la visiera e scrutò a destra e sinistra. Osservò l'orologio, compiacendosi del fatto di essere in anticipo.
Faceva decisamente caldo, ma mantenne il casco in testa per evitare di esser riconosciuto. Salerno era un grande paese, una città dalle mille attrattive. Ma con la fortuna che aveva, era quasi certo di imbattersi in un conoscente. No, nessuno doveva sapere di lui oggi. Nessuno doveva esser a conoscenza di questo incontro, eccezione fatta per lei, che aveva richiesto la sua presenza in un vicolo alle spalle della stazione. Un luogo trafficato, vespe sfrecciavano senza prestare ben che minima attenzione alla segnaletica stradale. Auto in doppia fila, i parcheggi erano un lusso anche a pagamento.

La buona sorte fu dalla sua parte, dinanzi un gran portone aveva trovato spazio per se e per lei. In sella alla motocicletta, si domandava che viso lei avesse. Se fosse alta, bassa, magra. Se fosse esattamente come l'aveva immaginata solo ascoltandola a telefono: acida e determinata. Le rosse disponevano di un grande fascino, ma gli erano sempre piaciute le more.

La questione che più lo tormentava riguardava il perché di quella richiesta. Venire, incontrarsi qui come due fuggiaschi, ma a pro di cosa? Tutto era proceduto come doveva, o meglio in parte. La conclusione del loro piano, almeno per lui, aveva assunto una piega inaspettata. Ma anche in quel caso, la soluzione era quasi delineata.

Aveva imparato sin da piccolo ad escogitare una risoluzione. Quella vita colma di imprevisti lo aveva aiutato ad aguzzare la vista e l'ingegno. Laddove gli altri si fermavano sconfitti, lui si intestardiva. Come un toro impazzito, sbatteva le corna contro il muro sino a ridurlo in polvere.

All'età di ventitré anni, dopo esser stato preso abbondantemente a calci dal fato, si era posto un obiettivo: conquistare sempre e comunque, a qualsiasi costo.

No, non poteva perdere. Non poteva starsene lì a subire il corso degli eventi. Non poteva permettere a nessuno di togliergli il pane da sotto i denti. Non ora che viveva dignitosamente, non ora che gli mancava solo un dettaglio, il più prezioso, per esser felice.

Da poco gli era guarita la caviglia destra. Nel pieno dell'impeto e della rabbia sorda e cieca, aveva sferrato calci contro qualunque oggetto gli si palesasse dinanzi. Nessuno era riuscito a placarlo, avevano tentato, ma invano. Era pressoché impossibile. Quindi avevano desistito, auspicando che il nervosismo finisse. E così era stato, con la differenza che questa volta non poteva contattare nessuno. Non poteva eleggere nessuno come suo nuovo braccio destro. Il piano si era chiuso a cerchio, come progettato, ma il punto di giuntura non era stato lui.

Aveva immaginato tutto come due punti che prendono direzioni diverse sino ad incontrarsi nuovamente, per legarsi per sempre. Era successo proprio così, si erano ritrovati, erano esattamente sulla stessa linea di partenza. La vita aveva segnalato l'inizio della gara e loro avevano proceduto con una corsa estenuante, costellata da salti e slalom. Da persone incontrate, lasciate, evitate. La competizione prevedeva una vittoria, lui aveva tagliato per primo il traguardo. Prese fiato, genuflettendosi. Respirò a fondo, salvo poi notare di esser solo. Nessuno sugli spalti ad applaudirlo, nessuno ad incoronarlo, nessuno a congratularsi. Ma soprattutto nessuno giunto dopo di lui. Si era voltato, arrivando a conclusione che lei non c'era. Lei, il suo punto di giuntura alla fine del piano, si era tirata indietro. Stufa di quel gioco.

Se non fosse per te-BugieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora