34 (con sorpresa!)

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Se non fosse per te
Bugie

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Devo dire che l'idea delle ballerine è tornata più utile di quello che immaginassi. Mantenere l'equilibrio su scarpe a spillo non è il massimo, a maggior ragione se impegnate con il lavoro. Supponevo togliessero eleganza al mio abito rosso, ma mi sono dovuta ricredere. I consigli del negoziante sono stati precisi ed oggettivi. Vi descrivo la scena, che prendetemi in parola,è stata esilarante: dopo aver acquistato il nuovo capo d'abbigliamento, mi sono incamminata verso il negozio di scarpe, pregando la Madonna affinché ci fosse qualcosa che andasse incontro ai miei gusti. Questo è uno dei tanti ostacoli in cui si può incappare a Minori. Essendo un piccolo centro città, non ti dà la possibilità di scegliere. C'è tutto ciò di cui una donna ha bisogno, sia ben chiaro, ma quel tutto è rappresentato unicamente da una sola attività commerciale. Qui a Minori non ci si può prendere il lusso di affermare "va bene, vedrò altrove", perché l'altrove, semplicemente, non esiste. E il problema si acuisce quando hai un urgenza, quando in brevissimo tempo devi sopperire alle tue necessità. Quindi spero comprendiate il mio stato ansioso.

Sono piombata nel negozio con una grande busta contenente l'abito. Con i paraocchi tipici del cavallo da corsa, ho fermato il proprietario, chiedendogli disperata una soluzione alla prossima catastrofe personale. Quasi mi sarei sbattuta a capo a terra. Nella mia mente frullava un'unica idea, quella di Gioia Autieri, rappresentante di "Odore di libri", con un outfit da schifo. Amiche, oltre ai romanzi, io vendo anche l'immagine.

Il gentile signore non si è mosso di una virgola, ha alzato il sopracciglio quasi sbigottito da tanto trambusto. Lui poi, l'uomo che con un paio di scarpe va ovunque. Siamo onesti, ma questi uomini quali difficoltà hanno nella vita? Loro che a 37 gradi di temperatura, chiamano il becchino e la madre, ovviamente. Ad ogni modo, il tizio ha compiuto il miracolo con le ballerine, perfette in termini di comodità e bellezza.

Mi abbasso per tirare su l'ennesimo scatolone. Se c'è una cosa che odio del mio lavoro, è questo continuo impacchettare e spacchettare libri. E non solo, non avendo io il senso della misura, ho portato nello stand più di quanto avrei dovuto. Fortuna che quel santo uomo di Angelo è corso in mio aiuto con una pedana. Pensate solo alle mie condizioni fisiche nel caso in cui avrei dovuto trascinare scatole da svariati chili per le salite e discese del paese.

Il sole è appena tramontato su un mare agitato da un paio di yacht a largo, dai quali sono scese delle moto d'acqua. Giusto perché sono in vena di lagne, mi lamento anche di questo atteggiamento, che mi sa tanto di terra di nessuno. Ti pare normale e rispettoso che tu, riccone da strapazzo, costringa i bagnanti a ritirarsi a riva perché devi fare il megalomane, scorrazzando a destra e manca con il tuo stupido affare? Non tollero gli usi e costumi di questi turisti, che credono di poter fare in casa altrui ciò che per giunta non fanno nella loro. Come se sporcare in casa mia sia legittimo e nella loro no, non sia mai.

Accendo i due neon all'interno del padiglione in legno. Un piccolo fabbricato, anziché le classiche coperture in plastica bianca. Tireremo avanti sino a tardi, chi avrà mai voglia di sistemare tutto a notte fonda? Meglio chiudere il gabbiotto con il catenaccio e chi si è visto, si è visto.

Esco fuori, sistemando la serie di luci poste ad illuminare i libri. Mi volto e ammiro estasiata il progetto portato a termine. È domenica primo Agosto, la tanto attesa Festa d'Estate, con il lungomare totalmente irradiato da lucine bianche. A destra e sinistra gli stand delle attività commerciali, sino a giungere quasi al Miluna, oscurato da un enorme tenda blu sulla quale un proiettore crea le onde del mare e un immenso slogan in giallo

"Minori in festa
1 Agosto
Festa d'Estate".

Al centro tavoli e sedie a disposizione di chiunque e le grandi tavolate organizzate da Vittorio e Monia. Ecco, proprio Monia ha un diavolo per capello. È la sua prima grande occasione, diversamente da Vittorio che, complice l'attività di famiglia, si è presentato già da qualche tempo al pubblico. L'ho intravista prima Monia, con la divisa candida e i capelli legati. Tremava come una foglia, apparendo più piccola e giovane di quello che è. Sembrava una bambina e non faceva che ripetersi "ce la posso fare, ce la posso fare". Più volte ho notato Vittorio starle accanto e accarezzarle la spalla per rassicurarla. Pur non essendolo, la considero una mia parente, alla stregua dei miei cugini. Mi fa tanta tenerezza e ammiro la sua forza di volontà e la capacità di mettersi in gioco ed andare avanti. Giorgio Ruocco, suo padre e di Michele, è ormai morto da un mese e sebbene sia trascorso così poco tempo, sembra che di lui non vi sia più traccia. Come se con la sua morte si sia dissolto il ricordo. Resta che di lui la tristezza di Monia, il mutismo di sua moglie e lo stabilimento balneare con ristorante chiuso. Michele non ha ancora deciso cosa farne, se utilizzarlo, venderlo o addirittura procedere per vie legali, donandolo alla sorella. Quando prenderà la decisone più giusta per sè, allora sarò sicura che ha chiuso definitivamente con quell'uomo. Per quanto sia possibile farlo.

Se non fosse per te-BugieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora