Se non fosse per te
Bugie
30
Ci sono dei momenti nella vita in cui un uomo non vuole avere nulla a che fare con una donna. Momenti in cui prende totalmente distanze da lei. Meglio starsene a digiuno per un giorno, spendere una fortuna per una stanza in albergo e mangiare dell'orrendo sushi di bassa lega. Meglio tutto che la propria fidanzata in compagnia delle sue amiche, alle prese con il dilemma del secolo: l'outfit per il battesimo di Costas.
Ci siamo date appuntamento qui, a casa mia, l'unica disponibile per mettere in scena il meglio di noi stesse.
La prima ad arrivare è stata Monia, con due buste piene zeppe di scarpe ed accessori di diversa fattura. Ho approfittato del suo arrivo anticipato per sistemare al meglio il terrazzo. Abbiamo lasciato unicamente il divano vicino al muretto e un paio di ombrelloni chiari aperti, giusto per ripararci quanto basta dal sole. Ad occhio e croce sono le quattro del pomeriggio, quindi i raggi solari picchiano abbastanza da farci sudare o nel peggiore dei casi, da provocarci un terribile mal di testa. E noi tutto pretendiamo fuorché questo.
Un piccolo tavolo con una bottiglia d'acqua gelata e bicchieri di plastica per dissetarci. Il cibo è bandito. Nulla deve sporcarsi, nulla deve apparire meno intatto di quello che già è.
Un chiaro pomeriggio solo donne. Non permetteremo a nessuno di rovinarci i programmi.
Monia lega i folti capelli con una pinza, io indosso un canottiera e un pantaloncino. Abbiamo addosso il minimo sindacale, in attesa di Athina.
Solo in un paese di poche anime può accadere che un negozio ti dia la disponibilità di indossare i capi d'abbigliamento a casa e di riportare indietro quanto non acquistato. Mariella, carissima conoscenza di Titì, ha accettato di buon grado la proposta della mia amica, conscia del fatto che questa piccola trasgressione le frutterà almeno duecento euro di vendita. E con i tempi che corrono, valli a rifiutare tutti questi soldi, soprattutto a Minori che, per i prezzacci, non ci spende quasi nessuno.
Sento bussare al citofono e apro senza informarmi su chi sia. Riconoscerei Athina e la sua bussata da un miglio lontano. Prima due colpi secchi, poi un terzo. La citofonata di Titì.
Helena, sua madre, è stata così carina da badare al piccolo Costas per tutto il tempo che ci tornerà utile. Quindi possiamo allegramente aprire le danze.
Ci rendiamo subito conto di aver svuotato letteralmente il locale di Mariella con due abiti prova per ciascuna di noi e almeno una dozzina di paia di scarpe. Non parliamo di orecchini, bracciali, collane. Sono incalcolabili. Ma su un aspetto siamo tutte della stessa idea: Mariella è gentile, si, ma fessa, no! Non per niente le etichette parlano chiaro, così come le cifre. Però che qualità, che stoffe pregiate. E che colori sfavillanti.
Diamo il via alla sfilata, concedendo alla mamma l'onore della prima passerella. Io e Monia ci sediamo in malo modo sul sofà. Io, con le ginocchia al petto; Monia, con un piede sotto al sedere. Battiamo le mani sui braccioli e partiamo con la tifoseria da stadio, invitando Titì all'uscita.
Ed eccola, con un abito lungo di raso rosa confetto,spacco laterale ed ampio fiocco arancione all'altezza del fianco. Collana intrecciata verde, decisamente vistosa ed anello con pietre colorate.
Si incammina verso di noi e opta per le movenze tipiche delle indossatrici, neppure se fosse la Kate Moss dei noantri.
La osserviamo dimenarsi, in quell'orribile vestito, probabilmente di qualche taglia in meno. A stento contiene il suo seno generoso da allattamento.
Monia non trattiene le risate. Tenta di tapparsi la bocca, ma proprio non le riesce-"sembri un confetto".
Athina non si offende, bensì rincara la dose-"mi sembra uno di quei vestiti visti in quel programma trasmesso su RealTime. Quello dei matrimoni...".
Le diamo ragione. D'altronde, come non farlo? Abito bandito, altrettanto il raso, che evidenzia i punti deboli del nostro corpo. E si, amiche, qui si scherza solo. Non siamo delle modelle, ma delle donne del Sud, che mangiano a dismisura e che credono che il termine "cellulite" sia l'ennesimo nome dato ad una nuova creazione di pasticceria. Dei fianchi larghi, della buccia d'arancia, non ci è mai fregato un bel niente!
La seconda opzione stupisce tutte all'unisono. Un delizioso abitino blu, a giro spalla, plissettato. Scarpe con tacco non troppo vistoso, così come i gioielli. Le sta divinamente, la fa apparire un adolescente. Non c'è bisogno neppure di un confronto che la scelta è fatta. Un'acconciatura per sollevare un po' i capelli ed è fatta.
Tocca a Monia, che ama un look più fresco e da ragazza. Un pantaloncino con blusa e giacca leggera a tre quarti è ciò che fa per lei e per quelle gambe chilometriche. Ed infine io, la madrina di Costas, che scelgo un tubino con scollo color corallo.
"Dai però, non è stata dura. Ci sono voluti dieci minuti!"- afferma Monia, mentre ci ammiriamo con i nostri nuovi acquisti.
"Ti credo, i restanti erano delle mantovane dell'Ottocento"-replica un ironica Athina.
"Si, ma ora ci vuole un po' di musica per festeggiare"- esclamo, nel pieno della contentezza.
Afferro lo smartphone e avvio la mia playlist. Parte "Take me out", canzone che più adatta non si può. Ci sfreniamo, ballando, saltando e ovviamente venendo meno a quanto pattuito precedentemente: non sgualcire i vestiti. Ma siamo così spensierate, così rilassate e felici di esser riuscite a creare questo piccolo spazio solo per noi, che quasi ci risulta difficile fermarci.
La più ferrata è Monia, detta pure "on the road" da Titì, per il suo continuo viaggiare tra il paese natio e la Svizzera, dove frequenta la scuola di pasticceria. Seguo io, che nel ballo me la cavo abbastanza. E Athina, seriamente impreparata in materia, con la sua breakdance. Sembra un robot appena azionato e con gli ingranaggi usurati. Adoro e invidio questo suo modo di esser sempre se stessa.
E mentre ci esaltiamo, scatenadoci e non volendone sapere del caldo, subentra Giulio, che dalle scale si precipita in terrazza non comprendendo la provenienza della confusione.
Ci squadra dalla testa ai piedi, sgomento, con le orbite dilatate. Tiene ancora stretta la valigetta-"oh cazzo, le donne si sono coalizzate".
Athina è la prima ad accorgersi della sua presenza-"no, uomo, smamma. Non puoi stare qui!".
"Si, Giulio, siamo troppo su di giri. Non ti conviene"- aggiunge Monia.
Faccio spallucce, alzando il timbro della voce per farmi sentire-"scusa tesoro, non sapevo saresti venuto prima".
Alza l'unica mano libera-"no, no... non sia mai!"- indietreggia quasi spaventato-"ritorno allo studio, vengo dopo".
"Sei sicuro?"-gli chiedo per sincerarmi.
"Si sì...e chi vuole starci con un branco di donne possedute."- guadagna l'uscita-"ci vediamo dopo, amore".
Rispondo affermativamente alla sua ultima frase, ma tanto è il baccano che sfido che mi abbia sentita. E riprendo da dove mi ero fermata, godendomi a pieno il pomeriggio prima del grande evento. Domani Costas riceverà il battesimo. Mi blocco di scatto, realizzato in che modo prenderà forma l'evento. Non sarò sola, con me ci sarà Giulio. E Michele, in qualità di compare di battesimo. Mi aspetta una giornata tremenda!
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Fine trentesimo capitolo.
Questo weekend vi ho postato dei capitoli leggeri, in previsione dei prossimi, decisamente più movimentati. Vi chiedo la gentilezza di aiutarmi con il contest di LaylasDreams, un voto o un commento mi potrebbero aiutare non a vincere ma almeno a farmi conoscere un po'!
Grazie mille...un bacio grande!
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Se non fosse per te-Bugie
RomanceGioia, venticinquenne napoletana, si rifugia da Michele, suo cugino trentenne, dopo la morte della madre. I due hanno un legame speciale, ma soprattutto un segreto che cercano di nascondere prima di tutto a se stessi. Irrompe nel rapporto Giulio, av...