38. Ciondolo

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Ad Harry non piaceva per niente quella sensazione. Era un ragazzo leale, un ragazzo che non tradiva mai la fiducia di una persona. Tra le mani si rigirava una collana d'argento. La catenina era un po' arrugginita, ma il ciondolo, nonché aeroplanino, era fissato ardentemente dagli occhi verdi del ragazzo riccio.

[18:26 4 Dicembre 2005]
{Harry 11 anni – Louis 12 anni}

Harry teneva le mani appiccicate alla finestra della gioielleria, con il naso a patata schiacciato completamente sul vetro.
La sua bocca sbalordita venne chiusa da una botta sulla spalla.

«Ti piace quella collana?» disse una voce riconoscibile.

«N-no. La stavo solo guardando.» Harry si scansò e si mise accanto all'amico.

«Te la regalo per Natale. Va bene?» Harry guardò di scatto il ragazzo accanto a lui, ammirò il profilo e il naso pungente che un anno prima aveva dolcemente sfiorato.

«D-davvero?» chiese ancora Harry.

«Ti pare che stia scherzando, Harry?»

«S-scusami.» sospirò il bambino, accennando un sorriso soddisfatto. «Louis?» lo chiamò.

Il liscio si girò, lo guardò dall'alto, per poi rispondere:«Mh?»

«Grazie.» dichiarò, stringendosi di più verso il corpo del più grande.

Harry vide Louis sorridere.
E automaticamente sentii le farfalle nello stomaco.

«Che ci fai qui?» la voce di Louis si intromise nei pensieri di Harry, facendolo scattare in avanti, infilando la collana nella tasca della giacca.

«Louis, perché mi hai attaccato al telefono?» chiese Harry, seguendo i passi del liscio.

Louis, si fermò di fronte ad una porta, la sua porta, aprì la borsa alla ricerca delle chiavi di casa. «E perché tu sei riapparso?» inserì la chiave nella toppa della porta. «Perché non te ne sei rimasto in America?»

Louis, dopo vari tentativi, riuscii finalmente ad aprire. «Se permetti vorrei entrare in casa mia.» disse.

«Entro con te.» Harry insistette.
Louis, sapendo di non poter lottare contro di lui, lo lasciò fare. Spinse la porta d'ingresso e, cercando in tutti i modi di evitare il suo sguardo, si tolse la giacca, appendendola nell'apposito aggeggio. Si diresse velocemente in cucina.

«Non puoi evitarmi per tutta la serata.» disse allora il riccio, sedendosi sullo sgabello intorno all'isola.

«Posso, e posso anche cacciarti.» rispose infastidito.

«Non lo farai.» ribatté velocemente Harry. Louis aprì la manopola dell'acqua del lavandino, si lavò le mani e di colpo sentii il profumo della persona che qualche secondo prima si trovava seduto, ora dietro di lui, che lo avvolgeva in un abbraccio.

«Che ca-caspita stai facendo, Harry?» Louis si scostò bruscamente, ma quasi sciogliendosi in quell'abbraccio che da tanto gli mancava.

«Mi d-dispiace essere sparito, ma ora sono qui, Lou. Sono qui.» Harry lo prese per le spalle e lo girò nella sua direzione.

«Sei qui, e poi cosa farai?» Louis si diresse verso l'altro lato della cucina. «Te ne andrai lo stesso, Harry! Tra una settimana tornerai in America e non potrei mai, mai, sopportare un altro abbandono!» gli occhi di Louis si fecero lucidi. «Per favore, Harry.» quasi supplicò. «Vai via.»

Si guardarono per quelli che sembrarono ore. I loro occhi si stavano scavando, stavano cercando una casa in cui poter alloggiare.

Harry fece un passo in avanti.

«Harry-» Louis sospirò, con una lacrima struggente a rigargli la guancia sinistra. «-Vai via.» disse, prima di girarsi e sentire la porta di casa aprirsi e successivamente chiudersi, esattamente come il suo cuore, non distrutto, ma rotto totalmente.

Loving Through Chat (L.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora