28. Cinque giorni

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[23:48 10 Agosto 2010]
{Harry 16 anni – Louis 18 anni}

Un'altra lacrima grondò la guancia umida di Louis. Le lenzuola che ricoprivano l'intero corpo del ragazzo che stava iniziando a tremare. Si sentiva male. Aveva gli occhi chiusi, gli occhi che immaginavano qualsiasi cosa che Harry e Chris avrebbero potuto fare in quell'ora.
Adesso sapeva come Harry si sentiva quando, qualche anno prima, aveva invitato Calvin a casa sua, facendoci immediatamente sesso, non badando neanche ai sentimenti del suo migliore amico. Ora stava piangendo, stava piangendo a dirotto, perché faceva tremendamente male. Tanto male.

Lacrime.


[00:24 15 Agosto 2010]

Cinque giorni, cinque mattine, cinque notti, e Louis stava ancora piangendo.
Si era ritirato presto quel giorno. Aveva avvertito Anne e Des che sarebbe andato a letto subito dopo cena, dato che Harry (di nuovo) non si trovava a casa con loro. Il riccio, dopo la cena con le famiglie, aveva evitato Louis in tutti i modi, cominciando con il non parlargli, fino a che si era fatto coraggio e non si era più fatto vedere in giro per casa.

«L-Louis?» la porta si aprì.
E poco dopo si chiuse, provocando al liscio, che non era ancora riuscito a dormire, un brivido lungo la colonna vertebrale. «Senti, scusami, so che è tardi, ma Harry mi ha appena chiamata.» questo fece sì che scoprisse il lenzuolo dalla faccia bagnata di lacrime. «Ti augura buon viaggio.» disse Gemma. Louis si fece piccolo sul letto degli ospiti, sprofondando nel materasso e cercando di non scoppiare a piangere di fronte alla sorella del ragazzo che quell'anno aveva fatto battere il suo cuore a mille. «M-Mi dispiace così tanto, Lou.» continuò la castana, avvicinandosi al letto.

Lacrime. E un abbraccio poco confortante. Voleva Harry.

[08:12 15 Agosto 2010]

«Vi ringrazio veramente per l'ospitalità, dico davvero.» Louis abbracciò prima Anne, Des e successivamente Gemma. Ormai non ci sperava più, Harry non sarebbe arrivato e lo sapeva. Aveva il cuore dissanguato, un cuore in frantumi, come se si fosse spezzettato in mille pezzi. Era rimasto ferito dal comportamento del suo migliore amico, sapeva che non meritava quell'atteggiamento egoistico. Non lo meritava, e appena si chiuse la porta d'ingresso degli Styles, pianse ancora, come se fosse l'unica cosa che in quel momento avrebbe potuto fare. Ma come biasimare Harry?

Harry era esausto, negli ultimi giorni non faceva altro che litigare con il suo ragazzo, per la gelosia, ovviamente. Chris aveva letto tutti i messaggi che i due migliori amici si scambiavano, e giustamente Harry si era infuriato.

Ma non poteva lasciarlo, non voleva.
In quel periodo avrebbe potuto lasciare Chris e mettersi con Louis, siccome giorni prima, quest'ultimo gli aveva esplicitamente detto di piacergli. Non sapeva neanche lui cosa lo stava bloccando.

L'unica cosa che sapeva era la sicurezza dell'amore che Chris provava per lui.

Louis era stato cieco precedentemente, non voleva mica fare lo stesso errore.
Ed era per questo che per la quinta volta non si era presentato a casa sua, restando da Chris, dormendo con lui, cercando di dimenticare le labbra di Louis che la notte prima di andare via di casa, aveva baciato di nascosto.

Quella mattina però, Louis sarebbe partito, e conoscendolo sarebbe arrivato in aeroporto il più presto possibile. Così, alle 8 già si trovava in viaggio per tornare a casa.

Ciò che vide, di fronte a casa sua, restrinse il suo stomaco.
Louis, piangente, stava salendo sul taxi. Non ebbe neanche il tempo di chiamarlo e di realizzare che lui se ne stesse andando via veramente, che la macchina era già partita, incontrando gli occhi lucidi blu del ragazzo che amava.

Lacrime. Voleva Harry. Se ne era andato.

Loving Through Chat (L.S.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora