Capitolo sette

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Non era pratica ancora di quella città, non sapeva dove guardare, dove cercare, e Naruto tra l'altro non era di grande aiuto con i suoi dubbi, i suoi discorsi lasciati a metà e i pensieri tra sé e sé espressi a voce alta. Ormai era da un bel po' che giravano e Sakura avrebbe scommesso la testa che quel negozio di fiori all'angolo, con l'insegna rotta per metà, era la terza volta che lo passavano.
-Sasuke è un tipo complicato, non l'ho visto indossare alcun tipo di gioiello...-
Il ragazzo continuava imperterrito a parlare, camminando distrattamente con le mani dietro la testa e il naso per aria. La ragazza aveva sbuffato piano al pensiero che fare un regalo a Sasuke non era poi qualcosa di realmente fattibile. Se neanche Naruto, che era il suo migliore amico, poteva essere in grado di darle dei suggerimenti, lei non aveva molta speranza di uscire vincitrice da quella caccia al tesoro.
-Né leggere alcun tipo di libro...- a quella parola nella testa di Sakura era scattato qualcosa. Quelle poche lettere erano state in grado di portarla indietro di qualche ora, quando si trovavano entrambi seduti sul divano in attesa di vedere il film. Lui era stato capace di scoprire un pezzo di lei solo osservandola bene, e la cosa da una parte la lusingava, dall'altra la terrorizzava a morte. Ciò che lui aveva scoperto era una stupidaggine in confronto ai grandi buchi neri che lei si portava dietro, ma cosa avrebbe fatto se fosse venuto a conoscenza di altro, di tutte quelle cose che aveva dovuto passare, di tutto il dolore che era stata costretta a patire? Avrebbe accettato che lui ne fosse al corrente? Improvvisamente l'idea le aveva tolto il respiro, costringendola a rallentare il passo. No, non sarebbe riuscita a guardarlo più in faccia dopo una simile cosa.
Sarebbe stato umiliante, si sarebbe sentita compatita e avrebbe provato nuovamente ribrezzo verso se stessa. Sarebbe stato come accettare un passato che lei voleva eliminare, rivangare e dissotterrare anni di lacrime, di abusi e di violenze che l'avevano segnata nel profondo. No, Sasuke non aveva diritto di sapere simili cose.
Tutto andava bene tra loro, in questa reciproca ignoranza.
Eppure qualcosa la feriva, indirettamente era venuta a sapere della sua infanzia e molti suoi comportamenti erano venuti a galla dopo le parole di Naruto, invece lei cosa poteva dire per giustificare quella chiamata alle quattro del mattino? Quegli occhi rossi di fronte al telefono che suonava isterico? Quella smorfia che era uscita in un pallido tentativo di sorriso?
Stanchezza, forse. Avrebbe potuto dare colpa alla sua condizione fisica e psicologica provata dagli orari difficili al bar, ma sapeva che Sasuke era troppo in gamba per credere ad un simile sciocchezza, nemmeno lei stessa avrebbe mai accettato una bugia così scadente.
Forse era colpa sua, il suo esporsi così a lui probabilmente un giorno l'avrebbe portata alla rovina e alla distruzione. Gli aveva offerto su un piatto d'argento la possibilità di entrare nella sua mente e nel suo cuore anche solo con uno sguardo, si era mostrata debole. Debole e fragile sotto di lui, mentre lui scandagliava il suo subconscio fino a smembrare la sua facciata di falsa tranquillità e benessere.
Tutto fino a quel momento era stata un'immensa bugia, un catastrofico errore.
Lei era una bugiarda, ma con riluttanza era stata costretta ad ammettere e ad ingoiare l'amara verità.
Sasuke sapeva, sospettava qualcosa e lei era stata una stupida per non essersene accorta prima.
Sapeva che era così, e di fronte a questa realtà si era trovata a stringere i pugni con forza per trattenere le lacrime.
-Tutto ok?- Naruto l'aveva sollevata dai pensieri ponendo dolcemente una mano sulla sua spalla. Aveva scosso la testa sentendo gli occhi liberarsi velocemente di quel peso gravoso ed aveva sorriso, cercando di rincuorarlo.
-Sì. Sono solo un po' stanca.-
-Dobbiamo muoverci, non sarebbe carino se Sasuke arrivasse prima di noi alla sua festa a sorpresa, no?-
-No, in effetti...- Sakura aveva abbassato lo sguardo per un breve attimo, cercando di ricordarsi bene le strade che avevano intrapreso per giungere fino a lì. –Facciamo così, tu comincia ad andare, io ti raggiungo subito.-
-Sei sicura di ricordarti la strada? E se poi ti perdi? E se ti rapiscono? E se...-
-Naruto, comincia ad andare tu, tranquillo.- gli aveva restituito la pacca sulla spalla, in realtà molto più energica di quanto avesse voluto, e lo aveva superato sorridendogli brevemente, lasciandolo fermo sul marciapiede con gli occhi spalancati.
Sakura aveva voltato l'angolo ed aveva proseguito lungo una seconda via piena di negozi mentre già nella sua mente la figura di Naruto si dissolveva velocemente e quella di Sasuke si faceva sempre più nitida e presente.

Passo dopo passo aveva sentito i suoi pensieri prendere consistenza e forma, prendere realmente vita, mentre il pensiero del regalo veniva accantonato piano piano.
Aveva fatto bene a tacere riguardo a quel patto? Forse era meglio per entrambi finire lì quell'assurdità, lasciare che tutto venisse cancellato dal trascorrere del tempo. Magari anche ridurre il loro rapporto ad un "buongiorno" e "buonanotte". Non sarebbe stato male, né per lei né per lui.
Quei pensieri le facevano male, un male cane e il motivo non riusciva a trovarlo, o meglio non voleva propriamente accettarlo. Si era ripromessa di smetterla con quelle riflessioni che la gettavano ancora più giù, eppure non poteva proprio evitare che ciò accadesse.
Sasuke era un chiodo fisso, il sapere di sbagliare la incitava a smettere, ma la scottante passione e il bisogno di sentirsi donna la continuavano a farle mordere quel frutto del peccato.
E poi c'era lui, Tai.
Lo aveva quasi rimosso dalla sua mente, ma nel momento stesso in cui il vento aveva cominciato a levarsi, spargendo i fili rosei dei suoi capelli nell'aria, un brivido di freddo l'aveva colta impreparata ad un simile gelo.
E se l'avesse rintracciata? Se un giorno lui si fosse presentato alla sua porta, lei che avrebbe fatto?
Sarebbe sopravvissuta ad una simile cosa?
Probabilmente no.
Ed ecco che la sua mente le proiettava ancora l'immagine di Sasuke con in mano un film e la coperta. Un Sasuke che a suo modo le aveva fatto capire che le era vicino in quel momento, un ragazzo che le aveva fatto provare brividi incredibili, gioie stupefacenti come la libertà di una corsa in moto o di un contatto di pelle.

Aveva camminato fino a sentire i piedi dolere e la testa vorticare per il troppo pensare, e stranamente, forse voluto dal Caso, le sue gambe avevano deciso di fermarsi davanti all'entrata di un piccolo negozio.
Era entrata dentro senza neanche rendersene conto e quando il commesso si era alzato dal bancone, chiedendole cosa desiderasse, i suoi occhi erano stati rapiti dall'oggetto che più di tutti al mondo sarebbe stato capace di rappresentare ciò che lei sentiva quando pronunciava il nome "Sasuke."
-Sì, voglio questo.-



**


Quando aveva messo piede in casa sua, quasi non la riconosceva. Naruto non solo l'aveva stravolta spostando tutti i mobili del soggiorno chissà in quale angolo nascosto dell'appartamento, ma aveva sparso in giro ogni genere di bevanda e stuzzichini. Sconsolata, posando le chiavi nella borsa, si era chiesta se il giorno dopo sarebbe rimasto ad aiutare a pulire o sarebbe toccato a lei.
-Allora? Che hai comprato alla fine?- le aveva chiesto il biondo indaffarato e intento a sistemare le ultime cose.
Lo aveva guardato a lungo, sorridendo quando lo aveva visto osservare l'ambiente con occhio critico quasi come se stesse osservando qualche quadro da lui dipinto. Solo quando l'espressione seria dal suo volto era scemata fino a rilassarsi del tutto, Sakura aveva tolto dalla tasca della giacca un piccolo pacchetto incartato malamente.
-Oh cazzo, potevano impegnarsi meglio!-
-L'ho fatto io...a dire il vero.- Sakura aveva abbassato lo sguardo sulla confezione sgualcita e sul fiocchetto tutto stropicciato ed aveva fatto una smorfia amara, sentendosi posta davanti all'evenienza.
-Beh, comunque... Bello...Il...Il colore del fiocco...- sentendosi una pacca sulla spalla, la ragazza aveva riso brevemente rimettendo in tasca il regalo, lasciando un Naruto con la bocca asciutta.
-E' un bracciale in cuoio... Con un ciondolo.- aveva aggiunto lei osservando l'espressione curiosa del biondo e poi era scomparsa nella sua stanza, lasciandolo impalato in mezzo alla stanza.

Quando si era chiusa la porta alle spalle, aveva estratto dalla tasca il piccolo fagotto guardandolo bene un'altra volta. Sentiva le farfalle nello stomaco senza un motivo valido, e si sentiva tesa al pensiero di non sapere cosa gli avrebbe detto nel momento in cui glielo avrebbe porto tra le mani.
Sentiva la bocca impastata e la gola secca, e si era scoperta a sorridere mentre tra le dita stringeva quel piccolo tesoro.
Passandosi una mano davanti agli occhi per diminuire il battito cardiaco, si era guardata intorno brevemente per poi avvicinarsi al letto.
Alzando il cuscino, aveva adagiato sotto di esso il regalo e lo aveva nascosto bene mentre sentiva il campanello della porta suonare isterico.
La festa aveva inizio.



**


In poche ore, Sakura si era sentita di ritrattare tutti i suoi pensieri sulla casa. Se prima era in disordine, ora non riusciva più a capire dove finisse il pavimento e iniziassero le pareti. Il caos regnava sovrano, bicchieri di plastica rovesciati occupavano l'intero tappeto del soggiorno, patatine e salatini invece aveva preso posto nel divano e sui mobili, ragazzi e ragazze si divertivano scambiandosi battute e sguardi lascivi.
Lei si sentiva fuori posto.
C'era così tanta gente che forse Sasuke neanche si era accorto di lei, in mezzo a tutte quelle persone. Lo aveva visto giostrarsi tra i suoi amici, accogliendo auguri, pacche sulle spalle dai ragazzi, baci dalle ragazze e pacchi regalo, decisamente migliori del suo, a destra e a manca. Non era stata neanche capace di dargli gli auguri
Persino Naruto compariva e scompariva nella folla.
Era successo tutto così in fretta.
Quando ore fa era suonato il campanello, Sakura aveva creduto che fosse Sasuke alla porta. Non avrebbe mai potuto immaginare che invece oltre la soglia ad aspettarli sullo zerbino c'erano tutti gli invitati giunti in massa insieme al ragazzo. Aveva sentito la voce di Sasuke mischiarsi con quella di Naruto e Sakura non aveva avuto il tempo di uscire dalla sua stanza, che quando era giunta in soggiorno, lui non l'aveva neanche notata oltre la porta in vetro che separava i due ambienti.

Sakura si era seduta sul divano, sospirando silenziosamente mentre gli occhi erano corsi all'orologio alla parete. Segnava poco meno che l'una di notte e il non sapere per quanto quello schifo sarebbe durato la innervosiva ulteriormente.
Avrebbe voluto prendere un vaso e romperlo a terra, forse si sarebbe sentita meglio, invece le veniva solo da piangere per essersi illusa così con lui. Lo sapeva che la voleva lontana dalla sua vita, perché si ostinava a cercare qualcosa che non esisteva? Perché farsi sempre e costantemente del male?
La solitudine si era presto impossessata della sua mente e tutto ai suoi occhi era parso presto troppo distorto per essere guardato. Aveva voltato gli occhi in tutte le direzioni, alla ricerca di un volto amico, di occhi neri come il buio o blu come il mare, ma tutto quello che vedeva era puro astrattismo, confusione, vuoto.
Quello non era il suo posto e prima che potesse ripensarci, si era alzata da lì e si era diretta nella sua stanza, chiudendosi la porta con forza dietro di se.
Aveva imprecato sotto voce mentre le lacrime avevano preso a rigarle le guance. Si sentiva uno schifo, ma non riusciva a capire il vero motivo.
Insomma che le interessava se Sasuke non l'aveva degnata di uno sguardo?
Che le importava se anche Naruto si era rivelato una mera menzogna?
Che importanza aveva, poi?
Si era gettata sul letto con la faccia rivolta verso il soffitto mentre le gambe e le braccia avevano cominciato a diventare pesanti sotto il peso dei pensieri più oscuri.
Non aveva neanche controllato il telefono, era dalla chiamata di Tai che non lo apriva e il solo pensiero di farla era bastato per farla tremare.
Le parole d'odio dette dall'uomo avevano preso a vorticarle per la testa con violenza inaudita ed inaspettata ferocia, e presto si era ritrovata con la bocca spalancata alla ricerca disperata di ossigeno.
Alzandosi di fretta, si era diretta verso la finestra aprendola di scatto cercando di respirare liberamente e normalmente mentre nuove lacrime affioravano dai suoi occhi verdi.
Odiava quella vita, si sentiva oppressa, schiacciata, ed in quel momento ancor di più mentre tutti nell'altra stanza erano capaci di divertirsi quando lei si trovava sola a piangere.
Non aveva senso, niente lo aveva in quell'esistenza buia.
E sapete qual era la cosa più divertente?
Che tutto ciò che sentiva, tutte le pene e le sofferenze che provava, se le creava lei stessa.
Sakura lo sapeva bene, ma quanto è difficile sbarazzarsi della propria parte oscura?
E' mai possibile farlo? E se la chiave di tutto questo fosse solo imparare ad amarla e accettarla?
Tutto quello non aveva senso.
Il chiasso in quella casa non aveva senso.
Il silenzio in quella stanza non aveva senso.
L'omertà del suo telefono chiuso non aveva senso.

Aveva guardato giù, un solo attimo, e nel buio della notte aveva preso in considerazione l'idea di chiuderla lì per sempre, di porre fine a quella sofferenza.
Ma poi qualcosa aveva squarciato quei pensieri.
Dei tocchi leggeri alla porta avevano disturbato quelle riflessioni macabre riportando la ragazza alla realtà.
-Avanti.- aveva detto lei asciugandosi il viso e chiudendo le ante della finestra, lasciando contemporaneamente fuori pensieri e pianti.
-Perché stai chius... Ma che ti prende?!-
Naruto era entrato in quella stanza portando un uragano colorato n quel mondo grigio e Sakura si era sentita di nuovo spiazzata di fronte a tutto quell'interessamento. Aveva evitato accuratamente e disperatamente il suo sguardo, stringendo le spalle con le mani e puntando gli occhi a terra, sulle sue scarpe.
Lo aveva sentito avvicinarsi di più, e si era sentita male al pensiero che forse parlare l'avrebbe fatta sentire meglio.
-Sakura? Mi dici che hai?-
Gli occhi erano presto annegati in un mare salato a stento trattenuto, ma quando un singhiozzo l'aveva scossa violentemente, era scoppiata di nuovo nascondendosi il viso tra le mani, lasciandosi definitivamente andare.
-Ma...io...- Naruto l'aveva abbracciata incespicando qualche parola con voce rotta dal nervosismo e dalla tensione. Si era ritrovato costretto a lasciarla andare dopo qualche istante, quando lei aveva scosso con forza le spalle, allontanandolo in malo molo in piena crisi di nervi.
-Vuoi sapere che mi prende, Naruto? Questo mi prende!- aveva urlato con voce roca, abbassando lo scollo della maglia fino a rivelare il livido ancora presente sulla sua pelle come se fosse marchiato a fuoco.
Aveva visto Naruto aprire e chiudere la bocca di fronte al suo seno semi scoperto e alla sua pelle deturpata, mentre tutto nella sua testa andava distruggendosi violentemente.
-Ho cercato di dimenticare il passato, ma non ci riesco! Dannazione non ci riesco!- aveva continuato poi lei urlando contro il ragazzo che non capendo la situazione, non riusciva a dire niente di sensato. Si era di nuovo portata le mani al viso, piangendo ancora una volta e si era lasciata abbracciare, questa volta definitivamente.
Naruto l'aveva stretta, accarezzandole la testa, e l'aveva lasciata andare solo quando l'aveva sentita calmarsi tra le sua braccia.

-E' tutto ok, adesso...- le aveva sussurrato piano. Sakura si era lasciata andare a deboli singhiozzi, stringendosi al suo petto con forza mentre chiedeva disperatamente di Sasuke.
Irrazionale, forse. Ma non poteva più classificare la sua mente, né tentava di farlo.
-E' di la, ma... E'...è stato lui, Sakura?- aveva chiesto Naruto con voce incrinata e distorta.
-No, no, lui non sa niente di tutto questo...-

Forse non sapeva veramente niente, o forse sapeva già abbastanza.
Sasuke era rimasto fermo dietro la porta della stanza della ragazza con ancora una mano alzata, chiusa in un pugno, pronta a bussare. L'aveva abbassata subito dopo, sentendo nella sua testa qualcosa rompersi con violenza.

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