Capitolo dieci

3.7K 147 16
                                    


Dal giorno del suo compleanno  il tempo era passato in fretta.
Come un battito di ciglia, si era portato via tutto di quella sera, le urla, le risate, l'alcol, la passione. Sembrava si fosse portato via anche Sakura.
Senza contare i vari turni al 34, non incrociava i suoi occhi verdi da quella sera ,nonostante abitassero nella stessa casa.
Poco male, lo aveva voluto lui e francamente era meglio così.
Era sempre tutto silenzioso lì, dalle otto della mattina fino a notte fonda.
Non aveva avuto il tempo, né la voglia, di preoccuparsi di ciò trovandosi sotto il periodo d'esami, ma forse anche se non fosse stato così, lui avrebbe continuato a vivere la sua vita lontano da quella di quella ragazza perchè era così che doveva andare.
Erano passate due settimane esatte da quando l'aveva lasciata da sola nella sua stanza.

Sfogliando distrattamente il libro scritto dal suo stesso professore Kakashi Hatake, oggetto dell'imminente esame, si era ritrovato a leggere la stessa pagina per dieci minuti buoni non riuscendo a capire il senso di quelle parole. Non sarebbe dovuto essere poi così difficile, eppure proprio non gli entrava in testa nemmeno una singola riga di quello che c'era scritto. Odiava quel senso di sospensione che sentiva ogni volta che metteva piede in quella casa.
Aveva cercato di isolarsi dal mondo esterno, ma era certo che se si fosse concentrato sarebbe stato capace di sentire persino il suo cuore battere, probabilmente troppo debole, e non era una cosa buona.
Chiudendo il libro con un gesto secco ed un ringhio sommesso, si era alzato dal divano ed era andato a recuperare uno zaino per posarcelo dentro.
Se quella casa non gli dava tranquillità sarebbe andato fuori a studiare, in qualche aula dell'università o magari al parco dopo aver mangiato un panino per strada, se il tempo lo avrebbe permesso.
Sasuke Uchiha non si sarebbe fermato per così poco.
Afferrando anche il computer portatile e inseritolo con cura all'interno dello zaino, stava per prendere le chiavi della moto quando il campanello di casa si era messo a suonare isterico.
Maledicendosi e maledicendo colui che si trovava dietro il portone, aveva preso le chiavi e lo zaino e aveva inforcato gli occhiali da sole, dirigendosi verso quel soggetto che a momenti sfondava la porta.
Non aveva dubbi su chi fosse, per questo motivo quando aveva aperto, e finalmente quel rumore era cessato, la sua espressione non era per niente rassicurante.
-Se lo rompi, lo paghi.-aveva salutato così l'intruso, riferendosi al campanello con un cenno della testa.
-Mi fai entrare, bastardo? O devo rimanere a congelare qui fuori?- era stata la sua risposta cordiale, adornata da un sorriso a trentadue denti.
Sasuke si era fatto da parte di malavoglia ed aveva visto il biondo fiondarsi dentro casa, saltare oltre la spalliera del divano e sistemarsi comodamente su di esso con un tonfo secco.
Mai che cadesse e si rompesse un osso, si era ritrovato a pensare il moro mentre richiudeva la porta di casa malamente, indice della poca felicità di vederlo.
-Sai, amo questo divano. Lo spilorcio del mio proprietario aveva detto che me lo avrebbe comprato uno, ma sono ancora con il culo per terra.-
-Che vuoi testa quadra?- aveva tagliato corto l'altro, stanco dei suoi continui giri di parole.
-Non sono qui per te...- aveva detto Naruto, stirandosi comodamente sul suo divano come se fosse un gatto pigro.
-...Ma se hai una nuova canzone posso pure cambiare i miei piani.- aveva ritrattato lui subito, dimostrandosi per il ruffiano che era.
Erano anni, secoli, che lo conosceva, e mai che gli avesse dato prova che dentro quella testa bacata ci fosse un minimo di ragione. Sasuke per tutta risposta, si era levato gli occhiali e con un'occhiata gelida, gli aveva fatto abbassare testa e sguardo, facendolo scoppiare in  una fragorosa risata un attimo dopo.
-Come non detto, allora... Ti dicevo, sono qui per Sakura. Ultimamente è strana, non trovi?-
-La conosci da così tanto tempo da poter giudicare quando è in sè e quando no?- si era ritrovato a punzecchiarlo con un tono di voce più sarcastico del dovuto senza nemmeno rendersene conto.
-Sas'kè, Sas'kè, Sas'kè...- aveva iniziato Naruto mettendosi a sedere e scuotendo la testa in un chiaro cenno di diniego. L'Uchiha si era ritrovato a sopprimere il dolore allo stomaco, nato per cause a lui sconosciute al pensiero che Naruto si interessasse a lei, e la voglia irrefrenabile di prenderlo a pugni, fortunatamente senza problemi.
-...Non conta il tempo, se capisci una persona al primo sguardo, le ore, i mesi, gli anni non valgono molto sai?- Odiava quella sua faccia da "vogliamoci bene", quei discorsi filosofici che non stavano né in cielo né in terra.
-Cazzate.-
-Solo perchè fai criminologia e i fatti per te hanno maggiore importanza, non significa che tutto ciò che concerne la mente siano stronzate.-
-Non usare la psicoanalisi e cazzate varie su di me o ti rompo il naso.- aveva tagliato corto Sasuke, incrociando le braccia al petto e guardandolo male. Naruto, per l'ennesima volta, era scoppiato in una grassa risata che aveva avuto il potere di perforare i timpani del moro, provocandogli una smorfia disgustata. Lo odiava, e lo odiava di più da quando aveva intrapreso gli studi nella facoltà di psicologia.
Solo perchè era innamorato di Freud non significava che poteva rompergli le scatole, minacciandolo alle volte di psicanalizzarlo.
-Ma se l'ultima volta quello che è finito all'ospedale sei stato tu.- al pensiero del loro ultimo "scontro" Sasuke si era lasciato andare all'ennesima smorfia disgustata.
Lui aveva solo avuto fortuna.
-Aspetta, aspetta... Ricordami il motivo del perchè ce le siamo date quella volta.- aveva chiesto il biondo con un accenno di sorriso sul volto, era pronto a ridere, lo sapeva.
-Non ricordo.- e invece lo ricordava benissimo.
Era successo tanti anni fa, erano appena diciottenni, eppure lui non poteva dimenticarlo.
Il loro "rapporto" era sempre stato abbastanza turbolento fin dall'inizio, fin da bambini, alle elementari, quando ogni scusa era buona per picchiarsi e farsi sgambetti maligni. Ma andando avanti, le cose erano peggiorate. Non si sapeva quando sarebbero andati "d'accordo" e quando uno dei due sarebbe caduto a terra sanguinante con un osso rotto.
Il problema? Almeno secondo Sasuke?
Naruto si applicava troppo alla vita dell'Uchiha. Voleva sempre trovare una spiegazione ai suoi comportamenti, ai suoi gesti, quando motivazioni non esistevano.
L'ultima volta era stato davvero brutto, per una discussione di importanza rilevante forse, della quale
Sasuke si sforzava in tutti i modi di dimenticare i motivi e gli antecedenti, senza successo.
Tutto per quello stupido tatuaggio...
Naruto si era sentito tirato in causa, come sempre d'altronde quando si parlava di Sasuke, sentendosi in dovere di dirgli quanto fossero amici. Lui non se l'era potuto tenere un simile smacco.
Da quando Sasuke Uchiha aveva bisogno di amici? Da quando Naruto Uzumaki poteva considerarsi amico suo? Non ne aveva il diritto né il permesso, eppure il biondo non faceva altro che ripeterglielo con ardore e furore.
"Stai lontano da me Naruto, non ti ho mai sopportato!" gli aveva urlato lui di rimando spingendolo via in malo modo, e l'altro non solo continuava ad arrabbiarsi, lo aveva addirittura additato come un fratello dopo averlo ripetutamente insultato con i peggiori epiteti.
"Io non sono tuo fratello, né tuo amico, io non ho bisogno di te!" era stata la sua risposta irata e dopo il buio.
Poco dopo si era ritrovato all'ospedale con una costola incrinata a causa di un pugno allo stomaco da parte dell'Uzumaki.
"Non farmi più incazzare" erano state le prima parole di Naruto non appena Sasuke aveva aperto gli occhi in quella stanza bianca e asettica.
I risultati di una simile esperienza erano stati un dolore lancinante, difficoltà a respirare per settimane intere e una piattola bionda sempre alle calcagna.
Cosa lo spingesse poi a definirlo "fratello", era un mistero.
-Vabbè, non ha importanza. Allora? Dov'è Sakura?- Naruto, alzandosi con uno scatto nervoso dal divano, aveva interrotto il filo dei suoi pensieri e si era messo a girovagare per la stanza, toccando di tanto in tanto qualche soprammobile con fare curioso.
-Che vuoi che ne sappia io? Sarà nella sua stanza, non sono mica tenuto a seguirla.- aveva risposto lui con nervosismo. Nel sentire le sue parole, Naruto si era fermato un attimo a guardarlo e, sentendosi osservato, Sasuke aveva adottato la faccia di bronzo migliore del suo repertorio.
-Me ne vado, e chiudi la porta per bene quando esci.- voltandogli le spalle per interrompere quel contatto visivo, e caricandosi lo zaino su una spalla senza difficoltà, aveva salutato con un cenno della mano l'Uzumaki ed era uscito dall'appartamento.

Non appena l'aria fredda aveva aggredito la sua pelle, Sasuke si era sentito di tirare un sospiro pesante mentre mille domande scomode gli circolavano per la testa.
I ricordi erano tornati a galla dolorosamente.
Soldi, scommesse, dolore e sangue erano stati i protagonisti di quelle riflessioni.
Senza rendersene conto, aveva portato una mano alla base del collo, coprendo con un palmo un tatuaggio composto da tre tomoe nere che gli deturpava un lembo di pelle.
Si era ritrovato a stringere i denti mentre un'espressione dolorante gli si era dipinta in volto.
Era passato tempo e faceva sempre male, il passato faceva sempre male, ma non era il momento di pensarci su.
Inforcando gli occhiali e adottando una smorfia di disappunto, era salito sulla moto.
Non avrebbe messo il casco, nemmeno quella volta. Non lo faceva da un po' tempo ormai, e con rabbia aveva costatato che l'ultima volta che quell'oggetto era stato indossato era stato da Sakura, quando erano usciti da quel pub, giorni fa.
Nuovamente altri ricordi, questa volta più recenti, fatti di corse in moto e occhi verdi felici, gli avevano provocato un forte dolore alla base dello stomaco, l'ennesimo.
Quella giornata si prospettava terribilmente seccante.


**

Naruto era rimasto fermo a guardare la porta della casa di Sasuke ancora qualche secondo dopo che l'Uchiha se l'era chiusa alle spalle. Gli occhi azzurri di lui, di solito ornati da un sorriso giocoso e un'espressione allegra e spensierata, avevano preso una piega diversa, dura, ostile.
Naruto aveva fatto il finto tonto, ricordava benissimo il motivo che lo aveva spinto a sganciargli quel destro allo stomaco anni fa, ma non immaginava che ricordarlo gli avrebbe fatto così male.
Scrollando la testa, aveva deciso di abbandonare ogni pensiero funesto, asserendo che Sasuke, a suo modo, era un bravo ragazzo e non si sarebbe mai più avvicinato a simili soggetti, quali erano quelli del gruppo Taka.
E se per caso avesse sopravalutato la sua bontà, Naruto era convinto che il moro fosse per lo meno abbastanza intelligente da capire che se si fosse cacciato nuovamente in simili guai, lui ci sarebbe andato giù più pesante della volta precedente.
Sasuke era sempre stato scontroso con lui.
Cattivo, maleducato, irascibile e se si fosse messo a pensare ad altri aggettivi negativi da dedicare al suo amico di avventure/sventure, era certo che ne avrebbe trovati a centinaia, ma era meglio fermarsi qui.
Eppure non poteva dire di non essere felice, al suo fianco.
Fin da quando aveva incrociato i suoi occhi, in quella classe di poppanti alle elementari, sapeva che sarebbero diventati amici.
Avevano qualcosa di simile loro due, forse quella luce triste negli occhi, forse la voglia matta di sentirsi felici un giorno, di voler trovare la libertà. Naruto se ancora ci pensava non arrivava ad una conclusione, eppure era così. Loro erano simili, se non identici.
Per questo aveva provato rabbia quando di punto in bianco, l'Uchiha l'aveva scansato.
Non che non lo facesse anche prima, del resto, ma quando aveva conosciuto quei ragazzi del gruppo Taka era cambiato. Aveva persino smesso di andare a scuola regolarmente, proprio l'anno della maturità.
Quel tatuaggio poi, quel marchio, come lo chiamavano all'interno di quel gruppo, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Se ancora ci pensava, poteva sentire il sangue ribollire nelle vene.
Ma aveva optato per un sospiro stanco, liberatorio.
No, Sasuke era un bastardo certo, ma non era certo stupido, non avrebbe commesso gli stessi errori del passato.
Sentendo l'irrefrenabile voglia di ridere senza un vero motivo, l'Uzumaki si era guardato intorno ed aveva ricordato il motivo della sua visita.
I fantasmi del passato potevano pure ritornare dal loro luogo d'origine, adesso non avevano posto nella sua mente.
Forse Sasuke aveva ragione, aveva parlato con Sakura per poco tempo, pochissimo effettivamente, ma non era un problema questo. Era fermamente convinto di aver capito un po' di lei con quelle quattro chiacchiere, abbastanza da intuire il cambiamento nel suo sorriso quando la sera prima aveva adagiato le loro birre sul tavolo.
Non era il sorriso di una persona felice, apposto con se stessa.
Perchè lui era lì, in quella casa? Non lo sapeva. Sentiva nei suoi confronti una sorta di sinergia, proprio come succedeva per Sasuke, che lo portava ad interessarsi di lei e dei suoi eventuali problemi.
Inoltre quel livido, quella sera non tanto lontana, l'aveva turbato.
Non avrebbe pensato a Sasuke come un possibile aguzzino, dal momento che conoscendo Sasuke era molto se la salutava, se lei stessa non lo avesse nominato, ma forse quella era la cosa con minore importanza in quella situazione.

Il ragazzo aveva incrociato le braccia al petto, portandosi una mano sulle labbra e adottando così una chiara posa di chi è indeciso sul da farsi. Erano passati alcuni secondi di completa immobilità senza sapere bene come muoversi, se bussare alla porta di Sakura, se urlare il suo nome da lì, oppure se aspettare che uscisse di sua spontanea volontà per andare in bagno magari.
Scuotendo la testa si era dato dello sciocco per queste assurde ipotesi e, grattandosi una guancia, aveva mosso dei passi incerti verso quella che aveva capito essere la stanza di Sakura.
Aveva teso l'orecchio contro la porta della sua camera ed aveva aspettato almeno un piccolo rumore per avere la certezza che fosse sveglia.
Passato un minuto in una posizione alquanto scomoda, il ragazzo era sobbalzato dalla paura quando l'oggetto della sua visita aveva aperto la porta, perdendo così l'equilibrio acquisito e rischiando di crollarle addosso rovinosamente .
-Naruto?! Ma che diamine! Che fai? Origli?- il ragazzo colto alla sprovvista aveva fatto qualche passo indietro adottando un'espressione imbarazzata, che però era scemata alla vista del viso di Sakura.
Sembrava un cadavere.
Gli occhi lividi, le labbra bianche, le occhiaie profonde e scure, era smagrita.
Era diversa.

**

Sakura aveva visto la faccia di Naruto mutare, fino a diventare una maschera preoccupata e tesa.
Le aveva fatto male vederlo.
-Che ci fai qui?- lo aveva attaccato con più violenza di quanto volesse.
-Ero venuto a salutarti.- aveva risposto lui con un sorriso tirato sulle labbra, muovendo qualche passo nella sua direzione. Quel gesto l'aveva messa in allarme, portandola a stringere le mani sul petto in un gesto inconscio di protezione.
Era uscita dalla stanza unicamente perchè aveva visto dalla finestra Sasuke andare via con la moto. Non aveva il coraggio di affrontarlo, non voleva nemmeno trovarselo di fronte. Era certa che se fosse successo sarebbe scoppiata a piangere.
Ormai ogni giorno era sempre la stessa storia. Sembrava una reclusa, prigioniera della sua stessa paura.
Si svegliava, aspettava che Sasuke andasse via per uscire dalla stanza e mangiare e poi al 34 ognuno per la sua strada. Quando il ragazzo cantava faceva di tutto pur di non ascoltarlo, una volta si era pure ritrovata a chiedere a Hidan una sigaretta per avere la scusa di uscire fuori a fumare durante la sua esibizione.
E lei non fumava.
Patetica, davvero patetica.
Ed ora? Che non voleva vedere nessuno, si presentava Naruto alla porta?!
-Beh mi hai salutata, ora puoi pure andare via.- abbassando gli occhi, aveva sentito le prime lacrime affiorarci.
Stanca, era stanca.
-Si trattano così gli ospiti? Offrimi da bere piuttosto... Ho una sete.- aveva sdrammatizzato lui, ridendo sguaiatamente.
-Sono più ospite io, qui.- era stata invece la sua risposta amara, ed era pure vero. Gli aveva donato un'ultima occhiata di congedo e si stava per chiudere la porta alle spalle lasciandolo fuori, quando l'Uzumaki l'aveva bloccata con una mano.
-Aspetta, dai. Usciamo a pranzo...- Naruto l'aveva guardata negli occhi intensamente e le aveva sorriso. Sakura non aveva mosso ciglio, impedendosi pure di respirare.
-...Pago io, su.- aveva concluso poi lui. L'espressione triste e depressa che aveva assunto aveva scatenato una breve risata nella rosa che si era portata una mano a coprire il volto.

Naruto era rimasto a guardarla, sentendosi fiero ed orgoglioso per averla fatta ridere, e per un solo attimo, nella sua mente aveva pensato che fosse davvero bellissima.
-Cambiati, io ti aspetto di là.- indicando con un dito il soggiorno, Naruto era scomparso dietro la porta a vetri che collega i due ambienti e si era seduto sul divano, aspettandola.

**

Cosa voleva lui da lei, adesso? Possibile che non potesse essere lasciata in pace? Ma allora perchè aveva accettato, perchè aveva riso a quella sua espressione buffa e sguaiata che lo aveva visto adottare sempre?
Erano settimane che non usciva di casa, che vedeva il mondo dalla finestra della sua stanza, che non respirava aria fresca e pulita. Non stava bene, ne era consapevole, ma perchè doveva sforzarsi di lui di farla riprendere? Che gli veniva in tasca da un simile gesto?
Stringendo le labbra contro i denti, Sakura si era ritrovata a portare una mano sul cuore sentendo una fitta lancinante al ricordo degli ultimi momenti passati insieme a quel ragazzo. Aveva esposto a lui i suoi problemi, mostrandogli la parte più fragile di lei, era questo il motivo di tanto dolore allo stomaco e al cuore, in quel momento?
O forse avrebbe voluto che dietro alla sua porta ci fossero degli occhi neri piuttosto che azzurri?
Un'altra fitta l'aveva costretta a sedersi sul letto, cercando disperatamente di trattenere le lacrime.
Era inutile girarci intorno, aveva aspettato in tutti quei giorni che lui si facesse vivo, che tornasse da lei, che la baciasse di nuovo come quella sera, che le parlasse.
In quel caso avrebbe mandato tutto al diavolo, il suo passato, Tai, la loro discussione, la marea di lacrime versate in quei giorni, tutto, pur di un unico e solo bacio.
Perchè provava simili sensazioni solo pensandolo? Perchè stava così male all'idea di quello che era successo? Quel ragazzo le era entrato nel cuore e nell'anima con una violenza inaudita, l'aveva fatta rinascere e poi distrutta in un solo attimo. Lo odiava e lo cercava disperatamente allo stesso tempo.
Non era stata capace di dimenticarlo, di passarci su, ormai era penetrato fin dentro le ossa e sapeva che non sarebbe stato facile allontanare il suo fantasma dalla sua testa. Eppure le aveva fatto del male, doveva pur valere qualcosa.
Perchè allora ricordava solo le sensazioni meravigliose che aveva provato con lui piuttosto che quelle negative, come la rabbia e l'umiliazione?
Era stata sconfitta, un'altra volta, e non a causa di quel rifiuto da parte sua, ma perchè era ricaduta di nuovo in quella maledetta trappola.
In quella dell'amore.
Sakura si stava innamorando di Sasuke, e questo era un problema serio.

**

Naruto aveva cominciato a sbuffare da dieci minuti buoni. Sakura ci stava mettendo più di quanto avesse immaginato e la cosa gli aveva stimolato l'appetito. Il suo stomaco aveva preso subito a brontolare e lui, innervosito ed imbarazzato dalla cosa,si era messo a gironzolare nuovamente per la stanza, mettendo il naso tra le cose di Sasuke, perdendosi tra i suoi oggetti.
Sasuke non amava le foto, non ne aveva nemmeno una della sua infanzia.
Guardando quella credenza vuota, Naruto aveva subito pensato alla volta in cui aveva visto tutta la rabbia e la tristezza negli occhi di quel ragazzo.
"Sai io sono un orfano, ma i miei genitori adottivi sono buoni con me." Gli aveva detto lui all'ombra di un ciliegio nel parchetto vicino alla scuola elementare. Erano le prime volte che parlavano senza insultarsi, Naruto non ricordava nemmeno come erano giunti ad un discorso simile due bambini di sette anni.
"Anche io è come se fossi un orfano." Era stata la risposta amara di Sasuke, all'epoca. L'Uzumaki ricordava di aver provato tristezza di fronte a quel tono, e si era avvicinato a lui di più, guardandolo con intensità.
"Perchè?" aveva chiesto con ingenuità.
"Fatti gli affari tuoi, e stammi lontano." con  uno spintone, Sasuke lo aveva allontanato malamente, alzandosi e andandosene via. Naruto lo aveva insultato urlandogli di essere sgarbato e uno stupido, ma poi lo aveva continuato a guardare mentre si allontanava sotto una pioggia di fiori di ciliegio.
Quell'immagine non se la sarebbe mai tolta dalla testa.

-Possiamo andare, Naruto.- la voce chiara di Sakura aveva interrotto il filo dei pensieri del biondo che, voltandosi, si era scontrato con l'immagine di una ragazza diversa da quella precedente. I capelli sciolti, il trucco migliore, il vestito più sexy della natura femminile non avrebbe potuto competere con i capelli legati, il viso pallido e i vestiti non proprio femminili di lei.
Era bellissima per davvero, in qualsiasi modo si presentasse.
-Perfetto.- aveva annuito lui porgendole una mano e allontanando i ricordi nella parte più remota e nascosta della sua mente.
Era lì per Sakura, lei avrebbe avuto la precedenza su tutto in quella giornata.
Quando lei aveva accettato goffamente la sua mano, si era perso nelle iridi chiare di lei in un solo attimo e vi aveva letto dentro emozioni sconosciute alla sua mente.

Naruto aveva realizzato di provare attrazione nei suoi confronti, una strana sensazione che al petto che lo portava ad abbracciarla con lo sguardo, a sperare di vederla nuovamente ridere, anche solo per un momento per potersi beare della sua risata leggera.
Poteva essere un problema quello?




PerditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora